Dying Light – Recensione

Creare un gioco contenente i morti viventi sta diventando, anzi, è diventata l’ultima moda degli sviluppatori, che hanno trovato in questo genere un vero scrigno d’oro. Spesso e volentieri tali titoli pur attirando i vari appassionati non riescono a elevarsi e rimangono a galla nella grande cloaca dei giochi di poco conto. Talvolta invece capitano dei titoli che pur deludendo il giocatore per colpa di un trailer ingannevole riescono a dare giustizia all’inserimento dei morti viventi. In questo caso abbiamo inteso il caro buon Dead Island, che dopo un trailer entrato nella storia si era presentato completamente diverso e per certi verso sotto le aspettative dei giocatori. Nonostante tutto, però, il gioco è riuscito a ritagliarsi la sua fetta di fan. Con Dying Light lo studio polacco Techland dimostra ancora una volta di saper sfruttare le armi che ha a disposizione e ci da un prodotto davvero interessante e che offre alcune feature da inserire anche nei prossimi giochi. Fiondiamoci quindi in questa recensione senza troppi preamboli (anche perché tutto questo è già un grande preambolo).

Se vuoi vivere…corri

La città di Harran è caduta sotto il dominio di un virus che ha trasformato una gran parte della popolazione in zombie. Non dobbiamo spiegarvi cosa sono e cosa fanno in quanto sicuramente avete giocato e visto tantissime opere contenti i morti viventi. In questa città, chiusa da ogni lato domina il caos più totale, ma qualcuno pare aver ancora dei dati sensibili relativi all’inizio dell’epidemia e sulla cura, Rais. Atterrati in città dopo un volo HALO (High Altitude Low Opening) veniamo catapultati direttamente in mezzo agli zombie e ad accoglierci sono proprio i uomini di Rais, che però fuggono alla vista degli zombie.

Dopo poco scopriamo che la città è ancora viva e vegeta e che due fazioni sono a comandare sul territorio. Chiaramente noi ci troviamo dalla parte buona e pian piano scopriremo diversi retroscena riguardo alla nostra missione e alle fazioni che operano sul territorio. Una storia piuttosto semplice, ma che riesce a comunque a coinvolgere il giocatore.

Proprio in quest’ambiente cosi ostile e pericoloso troveremo dinanzi a noi non solo svariate missioni primarie, ma anche tantissime missioni secondarie. Queste saranno sempre variegate e ci metteranno spesso in difficoltà, ma allo stesso tempo ci permetteranno di livellare più velocemente.

La componente ruolistica è infatti ben presente in Dying Light e sarà divisa in tre rami diversi: Agilità, Sopravvivenza, … Ogni ramo si diramerà in tantissime altre diramazioni e ogni livello ci darà qualche abilità come ad esempio un salto e un calcio in volo oppure il lancio degli oggetti.

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Di notte devi stare attento

Il gameplay di Dying Light è simile a quello di Dead Island, dal quale prende i combattimenti, il crafting e ovviamente gli zombie. In Dying Light il gioco non si svilupperà solo sul piano orizzontale, ma anche su quello verticale in quanto potremo arrampicarci sugli edifici e quindi il mondo si svilupperà anche in verticale. Il titolo presenta infatti una feature piuttosto atipica e sfruttata davvero poche volte, quella del parkour. In un modo simile a quello di Mirrors Edge potremo saltare da un palazzo all’altro e sfruttare ogni appiglio per arrampicarci. Il tutto è però ben diverso dal modus operandi solito, quello che abbiamo visto in svariati titoli e uno su tutti, Assassin’s Creed. Per arrampicarci avremo comunque bisogno dei posti giusti e spesso tutto ciò risulterà addirittura difficile, ma al contempo più appagante rispetto alle controparti e il fatto di essere in prima persona crea una tensione non indifferente se nel mentre siamo inseguiti da della carne ambulante. La sensazione che spesso e volentieri si impossesserà di noi sarà quella di tensione e di paura.

Di notte la città di Harran viene coperta da un manto scuro e l’oscurità fitta sarà cosi grande da poter essere tagliata con il coltello. Sarà proprio durante le scene notturne che la paura e la tensione prenderanno il sopravvento ed è proprio in quei momenti che avremo bisogno di tutte le nostre capacità da cacciatori e prede per individuare i nemici ed evitarli. Chiaramente la notte in Dying Light porta con se anche un tipo di nemici pericolosi e capaci di stenderci con pochissimi colpi, i Notturni. Questi mostri non sono solo veloci, feroci e potenti, ma vi seguiranno ovunque e con il loro urlo richiameranno altri simili per uccidervi velocemente. Vivendo di notte questi zombie hanno un punto debole e sono i raggi UV. Non appena direzionerete la vostra torcia UV su una di queste creature essa non avrà altro da fare se non difendersi e fuggire, ma per poco. Un escamotage per riuscire a fuggire, nulla di più. Per nascondersi da una di queste creature ci basterà trovare un rifugio, circondato da lampade UV e passarci la notte. Di notte, però, escono anche i fulmini. Zombie velocissimi che ricoperti di una sostanza viscida ci serviranno per alcune missioni. Questi saranno però sfuggenti e catturarne uno sarà una vera impresa.

In questi casi le nostre abilità stealth dovranno mostrarsi in tutto il loro splendore. Verremo quasi obbligati ad agire secondo un rigore logico, che ci metterà in un ambiente ostile e soprattutto buio. Usare il nostro sesto senso, simile a quello usato in una miriade di altri giochi sarà essenziale per capire dove si trova un notturno e quindi evitare a tutti i costi l’incontro con uno di questi.

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Costruire non è mai stato cosi divertente

Lo spirito di Dead Island riempie Dying Light anche per il crafting. Il combattimento che potremo intraprendere sarà davvero variegato. Usare un’ascia, una mazza, un tubo di ferro, una spada, una lama uncinata e cosi via sarà uno spasso, ma allo stesso tempo un vero e proprio tormento in quanto ogni arma avrà una sua difficoltà d’uso, un peso e una durata. Questa è infatti un’altra caratteristica che accomuna questo con il precedente titolo. Quando un’arma si romperà bisognerà gettarla, aggiustarla o smontarla per avere altri pezzi da usare con altre armi. Ogni arma avrà anche dei potenziamenti speciali come ad esempio l’elettricità che ci permetterà di annientare più velocemente il nemico. Se però tutto ciò non vi basta allora state sicuri perché potrete utilizzare anche le armi da fuoco, ma queste avranno non pochi svantaggi. Il rumore dello sparo attirerà tutte le altre carogne nelle vicinanze e queste non sempre saranno semplici e lenti. A volte ci capiterà di trovarci in mezzo ai morti veloci e aggressivi, che ci annienteranno in pochissimi istanti se non contra colpiti alla giusta maniera.

Potremo inoltre acquistare dei progetti che ci permetteranno di costruire delle armi particolare e se sarete fortunati anche molto potenti. Oltre alle armi sarà possibile costruire delle trappole, che ci permetteranno di creare dei diversivi e di riuscire a scappare nel caso di difficoltà.

In due è meglio

Dying Light è un ottimo gioco se giocato in singolo, ma ammettiamolo, completare un gioco in compagnia è sempre più divertente e soprattutto diventa meno stressante la lotta contro gli zombie. Il gioco ci permetterà infatti di essere finito con più personaggi insieme, un po’ come accadeva in Dead Island e tutto ciò donerà non solo una più ampia longevità al titolo, ma chiaramente per alcuni potrà essere un vero e proprio fulcro che spingerà il giocatore a completare al 100% il gioco collezionando tutti i trofei.

Altra aggiunta davvero molto interessante da parte di Techland è la modalità “Gioca come Zombie”, in cui un giocatore impersonerà il ruolo di un Night Hunter, una forma più evoluta e letale dei ormai nominati Notturni. Usando questo mostro potremo infestare le partite degli altri, rendendo più difficile la sopravvivenza degli uomini. Il Night Hunter possiede molteplici attacchi letali che potranno uccidere un uomo con pochissimi colpi e che quindi saranno un vero e proprio flagello delle partite online.

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Techland ha sfornato un nuovo prodotto che ha per protagonisti i morti viventi. Dying Light è però un lavoro più completo e complesso dei vecchi Dead Island e si presenta come un prodotto maturo. Saremo liberi di girare per tutta l’Harran, ma per farlo non useremo i veicoli, ma le nostre doti da parkour. Combattere sarà un vero divertimento e ogni arma cambierà le nostre abilità rendendoci la vita un vero inferno.
L’online funziona come in Dead Island, ma questo viene arricchito dalla modalità zombie, che ci fa impersonare un morti vivente speciale. Durante queste missioni invaderemo le partite dei giocatori e il nostro scopo sarà semplice, ucciderli.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.