Starcraft II Legacy of the Void – Recensione

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Sembra strano che Legacy of The Void sia passato quasi in sordina nell’affollatissima coltre di multipiattaforma in uscita in questo periodo. L’attenzione mediatica è stata prevalentemente rivolta verso altri titoli, mentre il kolossal Blizzard sembra aver catturato l’attenzione prevalentemente degli appassionati del genere, meno del pubblico di massa. Tuttavia, la storia ci insegna che l’accoglienza rivolta dalla community ad un qualsiasi episodio di Starcraft è sempre stata calorosissima, con milioni e milioni di copie vendute anche a distanza di molti anni, forti di un supporto continuo e duraturo da parte della software house, che dimostra come mai Starcraft Brood War sia ancora giocato da centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo.

Starcraft II Legacy of the Void non sembra destinato a fare eccezione. Le molteplici novità introdotte faranno la felicità degli appassionati, concludendo degnamente le vicende dei comandanti che dal 1998 ad oggi abbiamo imparato a seguire ed ammirare con interesse. Da un altro punto di vista è chiaro l’impegno profuso dalla Blizzard nel voler introdurre elementi degni di nota anche per il comparto multiplayer del titolo, con nuove modalità, nuove unità e un ribilanciamento complessivo che dovrebbero donare nuova linfa vitale alla scena competitiva per molti anni a venire.

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EN-TARO ARTANIS

Starcraft II Legacy of the Void continua quanto iniziato da Wings of Libery nel 2010 e proseguito con Heart of the Swarm nel 2013, questa volta mettendoci nei panni dei Protoss, antica razza aliena creata, assieme agli Zerg, dagli Xel’Naga. E proprio su queste mitologiche divinità si incentra la trama di Legacy of the Void, con il Gerarca Artanis alle prese con la riconquista di Aiur, antico pianeta natale dei Protoss e strappato ad essi dagli Zerg durante i fatti narrati nel primo Starcraft. Ben presto Artanis dovrà fare i conti con il Dio Oscuro Amon e le sue legioni di Ibridi che progettano di annullare l’opera creatrice degli Xel’Naga riportando tutto nel Vuoto. Durante il prosieguo della trama non mancheranno notevoli colpi di scena e missioni portate avanti in sinergia con Terran e Zerg, grazie ad una spettacolarizzazione degli eventi meno incentrata sull’epicità fine a se stessa e maggiormente supportata dal ricco lore di Starcraft cui attingere per concludere degnamente questa ormai leggendaria saga di strategici iniziata nel lontano 1998.

Le missioni di Starcraft II Legacy of the Void godono di una varietà notevolmente superiore a quanto visto in Heart of the Swarm, che invece costituiva quasi un passo indietro nella narrazione e nello storytelling rispetto ai capitoli precedenti. Blizzard si riconferma ancora una volta parecchi passi avanti rispetto ad altri esponenti di un genere che ormai fatica a mostrare elementi di innovazione e verosimilmente tenuto in piedi grazie al successo raggiunto dagli e-sport.

Il quartier generale della campagna di Legacy of the Void sarà costituito dalla Lancia di Adun, leggendaria e mastodontica nave da guerra Protoss, che riattiveremo nelle fasi iniziali della campagna. Da qui potremo conversare con vari membri dell’equipaggio in maniera non dissimile da come già avveniva nei capitoli precedenti e apportare delle modifiche alla nostra armata ed alla Lancia di Adun stessa. Infatti, per alcune unità in nostro possesso, potremo scegliere una fazione di appartenenza, ognuna con le proprie peculiarità e tratti distintivi, ma, a differenza del passato, questa volta potremo cambiare la fazione di appartenenza in qualsiasi momento prima di iniziare una missione e adattarsi così alle differenti situazioni.

Discorso a parte merita la Lancia di Adun, che può essere modificata e potenziata con un materiale chiamato Solarite e recuperato nelle varie missioni della campagna. Grazie a questo materiale potremo dotare il nostro vascello di particolari abilità attive e passive che hanno un’influenza diretta sul campo di battaglia, permettendoci ad esempio di schierare rapidamente un pilone in qualsiasi punto visibile della mappa oppure di dotare il nostro Nexus di sistemi difensivi automatici, ed anche in questo caso, nessuna scelta è definitiva, ma le abilità possono essere cambiate in qualsiasi momento prima di iniziare la missione. La struttura della campagna Protoss si presenta così fin dalle prime battute intensa e ricca di colpi di scena, ma presentandosi comunque maggiormente linerare rispetto alla libertà data in Wings of Liberty (del tutto perduta in Heart of the Swarm).

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NON SOLO E-SPORT

Starcraft II Legacy of the Void presenta molteplici punti di forza, oltre alla sostanziosa campagna, vi è anche un ricchissimo comparto multiplayer. A Starcraft viene infatti dato il merito di aver avviato il filone costituito dagli e-sports, che contano ormai parecchi titoli e centinaia di giocatori professionisti che si contendono ogni anno montepremi milionari supportati da squadre e sponsor che non hanno nulla da invidiare ad altri sport più blasonati e famosi. La scena competitiva è difatti quella verso cui Blizzard destina più attenzioni, con aggiornamenti continui al bilanciamento e nuove stagioni che tengono attiva la comunità per parecchi mesi e anni a seguire l’uscita ufficiale del gioco.

Con Starcraft II Legacy of the Void le novità principali introdotte nel comparto mulitplayer riguardano la modalità Cooperativa, che ci permette di scegliere uno fra sei comandanti delle tre razze e affrontare assieme ad un amico delle missioni ad obiettivi in stile campagna e di difficoltà crescente. Tale modalità sembra funzionare molto bene ed aggiunge una nuova prospettiva al classico gameplay di Starcraft che in questi anni abbiamo imparato a conoscere. Sulla stessa scia si inserisce la modalità Arconte, che si incentra invece sulle partite competitive 1v1 in cui però ciascuna base deve essere gestita da due giocatori distinti che si ripartiscono i compiti, necessitando così di una notevole coordinazione per poter raggiungere la vittoria.

Tra le altre aggiunte di rilievo abbiamo anche 6 nuove unità, 2 per fazione, che, tra nuovi ingressi e graditi ritorni, si prefiggono l’obiettivo di andare a modificare gli equilibri che si sono andati a stabilizzare negli anni e stimolare la community a trovare nuove tattiche e meccaniche di gioco per rendere maggiormente dinamico il multiplayer competitivo. Abbiamo quindi, per i Terran, il Cyclone in grado di colpire unità sia di terra che di aria e che può essere ottimamente impiegato nelle prime fasi di gioco per azioni di disturbo e difesa della base, mentre il Liberatore, unità volante in grado di colpire sia unità di aria che di terra con danni ad area, potrà costituire un’unità fondamentale per le flotte Terran. Gli Zerg vedono il ritorno della Criptolisca, evoluzione dell’Idralisca, in grado di rintanarsi nel sottosuolo e arrecare ingenti danni alle truppe in avvicinamento che farà felici i fan, mentre il Laceratore, evoluzione delle Blatte in grado di fornire supporto antiaereo, potrà diventare una buona unità di appoggio. Infine i Protoss dispongono dell’introduzione dell’Adepta, unità di fanteria in grado di arrecare notevoli danni e di muoversi velocemente sul campo di battaglia, che si rivelerà fondamentale nell’early-game, infine il Disgregatore, unità di supporto in grado di infliggere danni radiali ad area ma che necessiterà di una buona micro per essere impiegato efficacemente.

Per concludere il quadro, già ricco, delle aggiunte riguardanti il comparto multiplayer, dobbiamo menzionare i Tornei Automatizzati. Vale a dire una nuova modalità che consiste nel gestire ed organizzare dei tornei ad eliminazione diretta o doppia, in tre o sei round, che introducono un nuovo sistema di abbinamento dei giocatori sulla base delle proprie abilità e risultati raggiunti per rendere più bilanciato il gioco.

Blizzard presta molta attenzione alla questione bilanciamento, poiché la scena competitiva è ormai dominata da livelli di abilità veramente inarrivabili per il giocatore medio e che creano una discrepanza fra il livello amatoriale e quello professionistico, con una curva di apprendimento ancora troppo ripida per i neofiti, nonostante gli sforzi fatti per renderla più dolce e maggiormente alla portata del pubblico più vasto.

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BOTTI DI FINE ANNO

Tecnicamente, Starcraft II Legacy of the Void si presenta agile, per essere eseguito sulla stragrande maggioranza di sistemi pc, con un motore molto scalabile, ma che presente anche piacevoli dettagli grafici ed effetti speciali in grado di dare vivacità alle battaglie più caotiche. Menzione speciale va fatta per la colonna sonora, con tracce che esaltano le fasi più epiche della campagna e le battaglie in singolo e multiplayer richiamando alcune tracce storiche del primo Starcraft.

Al recente Blizzcon 2015, Blizzard ha svelato alcuni dei piani futuri per Starcraft II Legacy of the Void. Questi comprendono delle espansioni per il comparto single-player, che vedremo a partire dalla primavera 2016, con la prima dedicata a Nova, il fantasma del Dominio protagonista dell’ormai cancellato Starcraft Ghost e nuovi comandanti e mappe per la modalità Cooperativa, oltre sicuramente a nuovi ed ulteriori bilanciamenti tra le unità e per tentare di rendere più accessibile la Ladder al grande pubblico.

COMMENTO

In conclusione. Starcraft II Legacy of the Void è un grande titolo, in grado di soddisfare gli appassionati delle vicende di Raynor, Kerrigan e Artanis, che da 17 anni aspettano di conoscere la conclusione di questa epica saga. Ma è un titolo in grado anche di tenere incollati allo schermo per decine, centinaia, se non migliaia di ore, i giocatori più accaniti ed appassionati della scena competitiva, con nuove unità e modalità che non mancheranno di dare una scossa ai consolidati equilibri di Heart of the Swarm.

Configurazione di prova

  • Mobo: Asrock Fatal1ty Performance H97
  • CPU: Intel Core i5 4690
  • GPU: Nvidia GTX 970 MSI Gaming 4C
  • RAM: 16Gb
  • HDD: WD Caviar Black 1TB

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Redazione