Far Cry 5 – Recensione

Far Cry 5
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Quella di Far Cry è una delle serie più “cazzoni” che conosco ed adoro. Con Far Cry 5Ubisoft ha subito destato la mia attenzione grazie ad una location più urbana (ma nemmeno troppo) e soprattutto americana. Anche le premesse narrative hanno avuto molto grip sulla mia attenzione per il nuovo titolo. Infine, qualche piccola novità dal fronte gameplay mostrata nei trailer ed altre notizie sparse qua e là hanno completato il quadro. Dopo averlo sviscerato, posso finalmente raccontarvi tutte le mie considerazioni definitive sull’attesissimo titolo.

Un inquietante Joseph Seed che, come di consueto, non indossa una maglia

Wellcome to Hope County

Come già detto in apertura, questo nuovo capitolo abbandona le zone tropicali per tornare in patria, nel Montana per l’esattezza. La fittizia Hope County è la contea in cui si svolgerà l’intero gioco che, narrativamente parlando, riesce come i suoi predecessori a tenere alta l’attenzione per quasi tutto il tempo. Inoltre, altro elemento ricorrente anche in Far Cry 5 è l’antagonista estremamente carismatico e “folle” da un certo punto di vista. Questa volta ci troveremo a fronteggiare Joseph Seed, il cosiddetto “padre”. Questi è la guida del Progetto Eden’s Gate, una setta di estremisti cristiani che ha preso il controllo di tutta la contea. Noi, invece, impersoneremo il vice sceriffo incaricato di arrestare il leader della setta religiosa. Questa sarà ovviamente un’ardua impresa che si prolungherà per le circa 30 ore di gioco.

La prima delle novità introdotte dal gioco è sul fronte narrativo che, se da un lato potrebbe sembrare una scelta azzardata, dall’altro si è rivelata per me molto azzeccata: Joseph Seed, antagonista principale del gioco, sarà il nemico che vedremo meno spesso durante tutto l’arco del gioco. I suoi comprimari e fratelli, invece, saranno ben più presenti. Tuttavia questo non fa perdere di spessore e carisma Joseph, anzi ne guadagna, aggiungendo anche un alone di mistero intorno alla sua figura. Gli altri tre antagonisti, nonché membri della famiglia Seed, sono John Seed, il fratello minore; Jacob Seed, il maggiore e Faith Seed, una ragazza misteriosa. Essi comandano le tre macro zone della mappa e sconfiggerli sarà propedeutico per arrivare allo scontro finale con Joseph. Il loro punto di forza è che ognuno avrà una personalità diversa e ben caratterizzata, ma tutti accomunati dalla cieca devozione nei confronti del “Padre”.

Una scelta che invece ho apprezzato di meno è stata quella di scegliere un protagonista più “anonimo”. In questo capitolo, a differenza di Far Cry 3 e Far Cry 4, avremo la possibilità di scegliere il sesso e l’aspetto (in modo molto raffazzonato) del nostro protagonista. Ma questo porterà ad avere un protagonista muto, che poco aiuta ad immergersi nell’esperienza. La cosa poteva essere risolta, secondo me, in modo molto più semplice rendendo il suo mutismo canonico alla storia, per esempio, facendo sì che all’inizio del gioco (l’occasione c’è credetemi) venga tagliata la lingua al personaggio o comunque una cosa del genere.

Un’altra novità sul campo della narrativa è il come questa si svolge e si porta avanti. In questo gioco, non ci sarà uno svolgimento classico delle missioni dalla prima all’ultima, bensì sarà possibile fare quella che si vuole quando si vuole. Ovviamente non mancheranno missioni che si sbloccheranno solo dopo aver completato quella prima. Però non troveremo altri limiti all’infuori di questo, abbiamo la possibilità di sconfiggere la famiglia dei Seed nell’ordine che vogliamo e svolgendo le missioni che preferiamo.

Volare per la contea di Hope County è qualcosa di inestimabile.

The old-fashioned way

Per quanto concerne il gameplay Far Cry 5 è, sì, un evoluzione rispetto al quarto ma al contempo è, fondamentalmente, lo stesso gioco. Tuttavia, se qualcosa funziona e (per ora) non ha stancato perché cambiare la vecchia via per quella nuova? In Far Cry 5, però, questa “vecchia via” è stata restaurata, hanno riempito le buche e aggiunto qualche lampione e tombino in più. Insomma è stata tirata a nuovo pur restando la stessa strada. La formula resta quella da sparatutto in prima persona molto spavaldo e soddisfacente. Il feeling delle armi è molto realistico ed appagante: sparare in questo gioco è una goduria. Inoltre è stato abbandonato il concetto di livellamento a favore di un più interessante sistema di punti per la progressione del personaggio. Questi punti serviranno a sbloccare i tratti, come la salute aumentata, la possibilità di trasportare più armi o munizioni e così via. Per ottenerli è necessario superare delle sfide, come un tot di uccisioni con un particolare tipo di arma, oppure trovarli in giro per la mappa. Poi, potranno essere spesi per sbloccare il potenziamento che si vuole quando lo si ritiene più opportuno.

Un altro elemento classico abbandonato è la scalata delle torri per sbloccare le sezioni di mappa che invece adesso verranno sbloccate esplorandola. Restando sulla mappa, questa è la più grande di sempre per gli standard di Far Cry e le cose da fare, fortunatamente, non la rendono “vuota”. Ci sarà sempre un avamposto da catturare o un animale da cacciare. Proprio riguardo la caccia c’è un altro cambiamento di questo capitolo, dove uccidere e scuoiare animali non servirà più per craftare oggetti ma solo per ottenere denaro rivendendole. È stata anche implementata la pesca, che però non è nulla di entusiasmante, solo un minigioco semplice e ripetitivo.

Tra i veicoli pilotabili ora troveremo anche dei velivoli come elicotteri ed aereoplani ad elica, facilmente pilotabili ed utili per spostarsi velocemente tra le grandi distese del Montana. Compiere missioni principali, secondarie ed incarichi, ci farà guadagnare, inoltre, punti Resistenza utili a rafforzare per l’appunto la Resistenza in Montana contro i folli edeniti. Ad ogni step di barra della resistenza ci avvicineremo di più allo scontro finale con il Seed che amministra la zona attraverso anche delle missioni speciali che ci aiuteranno a conoscere meglio il nemico di turno (e ad amarlo/odiarlo). Inoltre, continuando sulla linea solcata da Far Cry 4, l’esperienza cooperativa del titolo si amplia rendendo possibile giocare tutta la campagna insieme ad un amico. L’unica limitazione di questa formula è che così facendo, solo l’host della partita andrà avanti con le missioni mentre l’ospite dovrà ripeterle tutte se vuole andare avanti con la storia.

Per finire, Far Cry 5 porta con sé la modalità Arcade, un ricchissimo editor di mappe per creare e – soprattutto – giocare livelli di tutti i tipi. Ce ne sono a bizzeffe e per tutti i gusti, sia creati dagli sviluppatori che dalla community di Far Cry. Le mappe si giocheranno così come la modalità principale, l’unica cosa a cambiare saranno gli obiettivi che possono essere molteplici come l’uccidere tutti i nemici presenti in quella determinata mappa; l’andare da un punto A ad un punto B senza farsi uccidere; eliminare un nemico in particolare e così via. Insomma, una vera e propria miniera di divertimento.

Dare fuoco alla vegetazione è divertentissimo in questo gioco (giuro di non essere un piromane).

Credere e vivere, oppure opporsi e perire…

Di solito, il lato tecnico rappresenta croce e delizia delle produzioni Ubisoft e Far Cry 5 non si discosta da questa descrizione. Graficamente ci troviamo davanti un prodotto confezionato più che bene. L’ambiente è variegato e pulito, che ci si trovi in aperta campagna, in una foresta o sui monti la qualità del level design resta sullo stesso livello. Quando ci si sposta, invece, nei villaggi o nelle fattorie della contea si raggiunge un gradino persino superiore: gli edifici sono belli da vedere, realistici e soprattutto plausibili. La maggior parte di questi saranno anche esplorabili dall’interno e – soprattutto per le case – anche gli interni sono molto credibili. L’illuminazione e gli effetti particellari sono molto curati. Una cosa che ho apprezzato tantissimo è come si espande il fuoco sul terreno, sembra di trovarsi veramente di fronte ad un principio di incendio.

L’intelligenza artificiale, invece, lascia un po’ a desiderare in alcune occasioni. Se, per esempio, lanciate una granata ad un gruppo di nemici, solo uno su tre scapperà via per evitare di venir fatto fuori o, comunque vi correranno contro come carne al macello. Ulteriore fattore negativo della produzione è, purtroppo, la presenza di numerosi bug che più di una volta mi hanno costretto a riavviare una missione per via di eventi che non si triggeravano bloccando il proseguimento, oppure nemici o mezzi che scomparivano impedendomi di eliminarli e cose del genere. Ma nulla di veramente irreparabile o “rompigioco”. Per il resto, però, Dunia-Engine si è comportata egregiamente mantenendo una risoluzione pulita e gli stabili 30fps, anche nelle situazioni più movimentate, sulla mia buon PS4.

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