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Spider-Man attualmente vive una vita assai fortunata con i fumetti, le serie animate (che ok, sono brutte, ma divertenti), un film che è valso l’oscar e ovviamente un videogioco che ha segnato qualche record. Un anno fa poi abbiamo visto la nuova serie dedicata al simbionte Venom con il Fresh Start. Un inizio che ha cambiato sostanzialmente tutte le carte in tavola dell’esistenza del personaggio, inimicandosi i fan più beceri. Il tutto conduceva lentamente al punto a cui siamo arrivati oggi, con Carnage di nuovo in piena libertà. Il piano del simbionte rosso non è però quello di fare un massacro in solitaria, ma piuttosto di usare un vero e proprio esercito, che era in preparazione nei mesi precedenti.
Carnage ricompare quindi sulla scena e lo fa con tutta la brutalità e rabbia folle della quale è capace. Si mostra a un Eddie Brock ricongiunto con il Venom e si inizia con una prima battaglia, in cui il sentore di Carnage è forte ancor prima della sua comparsa. L’evento non racchiude pochi personaggi però e introduce Spider-Man, che si allea con Venom per combattere un male cosi grande e imponente. L’azione si interscambia con una serie di dialoghi e ritorniamo a vedere il Creatore (Reed Richards), che conosce un Peter Parker sorpreso e stupito della scoperta.
Quello a cui arriva Donny Cates in questo caso è una vittoria sui fan maligni e scontenti delle scoperte avvenute in Venom ed è inoltre qualcosa di più. Si tratta di una grande fiducia dell’azienda Marvel nei confronti dello sceneggiatore che sembra aver chiaro il proprio percorso sul personaggio e sulla mitologia che ha introdotto e che ora ha colpito anche altri rami dell’universo narrativo (vedisi Silver Surfer Black). I testi sono sapientemente designati per essere apprezzati da chi ha già dimestichezza con tutta la serie del Fresh Start ed è un piacere leggerli. L’azione è palesemente frenetica e carnale, mentre i personaggi sullo schermo appaiono coscienti di ciò che stanno facendo. Dall’altra parte abbiamo le matite di Ryan Stegman che valorizzano le 60 pagine del fumetto in ogni suo momento. Personalmente ho trovato qualche tavola fuori tono rispetto al resto, ma sono quelle piccolezze alle quali non si da molto conto. Il tratto preciso e sottile punta molto sull’azione dei personaggi, che si muovono con decisione e potenza, mentre tutt’attorno si trasforma e diventa rosso; color simbionte. Ed è il design di Carnage a colpire in modo deciso, come il pugno in un occhio. Stavolta l’antagonista sembra quasi un aggregato di puro orrore, un ghoul vestito di rosso.