DOOM 1,2,3 – Recensione per chi vuole tornare a fare danni

DOOM I e II

Ci sono titoli che come il vino, più invecchiano e più diventano squisiti. Giochi che hanno creato la storia e che nonostante l’età non solo sono giocabili, ma risultano essere fantastici. Spesso sono giochi che hanno reso la nostra infanzia quel che è stata e che nel bene e nel male portiamo nel nostro cuore. In questo caso specifico si tratta di quei primi due Doom, che ha creato un filone tutto suo con la classica capaci di id Software. Probabilmente in questo caso non è tanto il cervello a parlare, quanto il cuore, che purtroppo a volte entra in funzione, offuscando la ragione.

Inutile dire che i due titoli sono pressoché identici per tantissimi aspetti e scorporarli sarebbe inutile e deleterio. Doom e Doom 2 giocano tutto su quella magnifica leva chiamata gameplay, che in questo caso funziona a dovere dal primo al secondo capitolo. I tasti sono stati mappati in modo giusto, semplice e intuitivo e bisogna dire, finalmente. Non sempre, infatti, la mappatura era degna di questo nome. A volte si trattava di un mero pretesto per vedere un classico senza preoccuparsi troppo della disposizione dei tasti. Non questa volta. Ogni cosa è al suo posto ed è un piacere vero e proprio andare in giro spaccando le teste dei nemici in mille pezzi.

Doom

La facilità con la quale si comanda il protagonista è seconda solo alle bestemmie lanciate dopo le prime tre partite. Abituarsi alla modernità e ai salvataggi automatici risulta essere un problema per chi inizia a giocare a Doom, dove ogni salvataggio è totalmente manuale. Non esistono gli Autosave durante il cambio livello o durante il checkpoint. Preparatevi a sudare, a strapparvi la camicia e a ricordare di salvare sempre.

Altro punto fondamentale, ma senza esserlo troppo è la difficoltà. Credo che sia lapalissiana l’essenza di Doom. Si tratta di un titolo “Vecchia scuola scheggia denti”. Un gioco che vi farà pensare ai bei momenti trascorsi con Dark Souls con un tocco di malinconia. Ci sono come è ovvio tante difficoltà, cosi che anche un neonato possa divertirsi a massacrare allegramente un po’ di mostri, ma per i giocatori duri e puri. Giocatori i cui muscoli sono fatti di adamantio puro, ci sono le difficoltà spacca cranio, che vi faranno venire in mente i nomi di molti santi, alcuni dei quali non ancora nati. Detta cosi, questa recensione non sembra una vera recensione, ma quello analitico in questo caso è Salvatore, che vi ha parla in modo più definito del terzo capitolo, che in ogni caso gli fa fatto fare le polpette nei pantaloni.

(Dine della parte scritta da Rostislav)

Doom 2

DOOM 3

E’ vero siamo nel 2019, sono passati decisamente tanti anni da quando fu rilasciato DOOM 3. Infatti, lo sparatutto di ID Software venne rilasciato la prima volta per PC nell’ormai lontano 2004. Nel 2012 poi arrivò l’edizione “BGF Edition” per PlayStation 3 e Xbox 360 portando con sé anche i DLC. Come mai questa recensione? E’ stata una grandissima sorpresa quella di ID Software infatti, qualche giorno fa alla Quake Con 2019, sono stati annunciati per il suo 25esimo anniversario la trilogia di DOOM arrivata su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch e, noi di Havoc Point non ci potevamo perdere un occasione irripetibile per tornare a sparare a mostri e demoni su questa generazione!

Sarà andata bene? Scoprilo in questa recensione.

Doom 3

Demoni, urla e spaventi ti aspettano nella navicella UAC

«La scienza ha permesso di infrangere i cancelli dell’ignoto.»

La versione che è stata rilasciata su console di questa generazione è chiaramente un porting della precedente, dunque nessuna remastered o remake. Si nota sin da subito il peso degli anni, come ho scritto un po’ più su il titolo fu lanciato originariamente nel 2004 per PC per poi arrivare nel 2012 nelle versioni console. Al di la del comparto grafico che andremo ad approfondire dopo, Doom 3 riesce ancora a divertire col suo bellissimo gameplay sfrenato e variegato con un arsenale davvero superlativo.

Il gioco è ambientato su Marte nell’anno 2145, il protagonista viene trasferito su una nave di ricerca spaziale UAC per una missione di routine. Andando avanti con la storia si scopre che vengono effettuate ricerche sui teletrasporti e si apre quindi un portale con l’inferno dal quale spuntano fuori demoni e soldati. Metà del personale è stato posseduto, noi dovremo farci strada uccidendo tutti e scoprire la verità dell’accaduto. La mente di questo folle piano è dello scienziato Malcom Betruger.

Doom 3

L’inferno è qui!

Doom 3 non è il seguito diretto dei primi due capitoli ma bensì uno spin-off. Si evince fin da subito che il titolo è diverso dai precedenti capitoli, infatti il gioco ha forti elementi horror, nemici che sbucano all’improvviso, l’illuminazione ridotta al minimo ed infine i rumori di sottofondo realizzati divinamente.

L’intero gioco è basato sull’ uccidere vari nemici in quella determinata area e cercare le chiavi per poter sbloccare le porte. Il nostro protagonista godrà di un arsenale davvero unico. Tante le armi presenti tra cui: pistola, fucile a pompa, mitragliatrice, cannone Balkan, bombe a mano, lanciarazzi, motosega, fucile al plasma, lo straordinario BFG 9000 ed infine l’ultima arma il cubo delle anime. Molte di queste armi le sbloccherete solamente procedendo con l’avanzare della storia altre invece, sbloccando con i vari codici d’accesso che troverete in giro per la mappa. Oltre alle armi avrete a disposizione una torcia (si esaudirà nel tempo) che vi servirà per passare nei cunicoli bui e infine i pugni.

La campagna ha una durata di circa 10 ore, di più se si va alla ricerca degli sbloccabili e aprire tutti gli armadietti. Varia inoltre a seconda del livello di difficoltà scelto. Finita la campagna principale si sblocca l’ultimo livello di difficoltà “Incubo” oppure, per chi è curioso di proseguire con la storia c’è la possibilità di giocarsi interamente i due DLC proposti quali “Resurrection of Evil” e “The Lost Missions“. Si hanno dunque nuove storie, nuovi personaggi, nuove armi e nuovi mostri. Un pacchetto che va ad arricchire sicuramente l’ottimo titolo che è stato e rimane DOOM 3.

Doom 3

Doom 3 regge ancora graficamente?

Diciamo che questa è una domanda che ci poniamo spesso per titoli un po’ datati ma non per questo non bisogna giocarli o smettono di essere divertenti. Dunque Doom 3 utilizza il motore grafico id Tech 4 ed è in grado di gestire ombre e illuminazione in tempo reale. Stiamo comunque parlando di un motore grafico non proprio al passo coi tempi, però per come viene gestito il tutto è davvero fatto bene. Chiaro è che, se si pensa ai motori grafici di oggi e quello che riescono a fare il confronto non regge, ma ripeto che Doom 3 oggi riesce ancora a farvi divertire e spaventarvi allo stesso momento.

Sull'autore

Salvatore Cappai

Classe 1990. Su HavocPoint troverai tantissime mie recensioni dedicate ai videogiochi e tantissime novità sul mondo delle SerieTv e del cinema!