Akiba's Beat – Recensione

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Akiba’s Beat è il nuovo gioco della popolare serie JRPG, poco conosciuta in Italia ma famoso in madrepatria. Questi tipi di opere, che non tardano ad arrivare nei nostri territori, difficilmente riescono a fare colpo, soprattutto perché spesso tali sono mirati ad un pubblico generalmente nipponico. Akiba’s Beat, cavalcando l’onda del successo di Persona 5, può aver calamitato l’interesse e le aspettative di molti fan del genere, ma non tutte le ciambelle escono con il buco.

La storia segue la vita di Asahi Tachibana, un giovane NEET che vive nell’ozio nel suo appartamento ad Akihabara. Sarà grazie all’incontro con Saki Hoshino che la sua vita verrà sconvolta in una serie di avventure dove lui e il suo nuovo gruppo di amici dovranno eliminare le “delusioni” dei “delusi”, veri e propri mondi distorti creati dalle persone che, per un motivo o per un altro, sono state deluse dalla realtà stessa…

Akiba's Beat PS4

Una vera delusione

L’Acquire ci presenta un gioco che, senza troppi giri di parole, è un duplicato degli elementi più apprezzati dei videogiochi più famosi di questo genere, ovvero i Tales of e Persona. Attraverso un sistema simile a quello che è stato il motore di Persona 5, il cambio del cuore di una persona, il gioco ci porta all’interno dei dungeon all’unico scopo di eliminare la “delusione” maturata nella mente di un soggetto che, per questo motivo, ha alterato la sua visione della realtà. Già dalla premessa possiamo notare che non vi è niente di nuovo, nulla di particolare.

Manca qualcosa che spinga il giocatore ad andare avanti nel racconto e, a causa di questa mancanza, il giocare diventa fine a se stesso, non lasciandosi niente dietro. Un miscuglio di cliché e di pochezza generale rende la narrazione lenta e pesante, nonostante non vi sia niente di troppo complesso da seguire. Un’ulteriore delusione riguarda anche il modo in cui il loop temporale, soggetto chiave soprattutto nelle prime ore di gioco, viene gestito, relegandolo a mero fastidio e facendoci notare che persino i personaggi all’interno dello stesso gioco lo ritengono una noia.

La trama, dunque, è ben lontana dall’essere un punto forte all’interno della storia. Come se non bastasse, non è solo l’idea di base ad essere debole, ma persino i personaggi principali. Piuttosto scialbi e per lo più stereotipati, i protagonisti della vicenda non dimostrano nessun tipo di charm, rimanendo relegati esclusivamente alla loro figura. Le missioni secondarie, che generalmente servono proprio a conoscere meglio i tuoi compagni, in questo titolo purtroppo non hanno niente da offrire, né una particolare caratterizzazione né tanto meno uno svolgimento intrigante. La sceneggiatura generale è molto debole e poco realistica, incapace di far uscire le emozioni dai personaggi del gioco. Da questo punto di vista, Akiba’s Beat non ha un’anima.

Rigido e poco divertente

Il gameplay, che dovrebbe essere a questo punto la parte più interessante del titolo, altro non è che un copia-incolla di altre serie, come le già citate Tales of e Persona. Il battle system, oltre ad essere estremamente simile in quasi ogni aspetto a Xillia, si presenta molto più macchinoso e meno elegante, facendolo passare per un’alpha poco sviluppata. Le animazioni rigide durante il combattimento rendono il tutto molto più difficile da digerire, aggiungendo anche dei boss semplici da sconfiggere ma lenti da combattere. La struttura dei dungeon, che dovrebbe essere il punto focale dell’esplorazione si rivela un corridoio completamente visibile già dalla sua entrata, quindi privo di sorprese o probabili imboscate. Persino l’impatto stilistico non riesce a colpire il giocatore, mostrando ancor di più quanto scialbo possa essere Akiba’s Beat.

La musica, che dal titolo e dalle immagini doveva essere l’elemento chiave, in realtà si mostra come un semplice potenziamento dell’attacco che forse rappresenta l’unica particolarità del gioco: il potere del protagonista si amplifica a seconda della canzone, raggiungendo il suo picco durante il ritornello. Certamente una scelta curiosa e fresca, tuttavia ci si aspettava qualcosa di più interessante. Purtroppo rimane un concetto con tanto potenziale, ma veramente poco sfruttato. A nulla serve la presenza di svariati negozi in Akiba quando, in pratica, è impossibile entrarvi. Infatti, non esiste negozio in tutto il gioco nel quale noi, fisicamente, possiamo far visita al suo interno. Rimaniamo di fronte ad una porta per tutto il tempo dell’acquisto.

L’aspetto non è la cosa più importante, ma ha il suo valore

Il game design e la direzione artistica di Akiba’s Beat seguono la stessa qualità degli altri elementi. Un game design fin troppo semplice, che non presenta alcuna sorpresa né si rivela essere utile o interessante ai fini dell’esplorazione. Il comparto artistico non riesce a trionfare in praticamente niente, presentando un character design che, seppur piacevole, rimane nella banalità e uno stile grafico decisamente troppo elementare, nonostante il tentativo di creare un qualcosa di vagamente psichedelico e surreale.

L’illuminazione decisamente troppo accesa della città di Akihabara e il distacco fin troppo evidente fra parte esplorabile  e non (mostrato grazie ai grattaceli che assumano la forma di enormi blocchi azzurri) e le fattezze degli sprites delle comparse che appaiono lungo le strade di Akiba ne riducono ulteriormente la bellezza. Senza considerare la mascotte del gioco, Pinkun, che oltre a sembrare la brutta copia di un Digimon risulta essere anche fastidioso e a volte inquietante a causa del suo aspetto. Difatti, il dover interagire con delle caramelle gommose umanoidi non invoglia certo il giocatore ad esplorare quella parte di gameplay, che rimane comunque poco elaborata, soprattutto nelle side-quests. Tutto ciò ovviamente ricade su una qualità grafica indietro di un paio di generazioni, che quindi va ad aggravare ulteriormente l’intero contesto. Persino le musiche dentro il gioco e lo stesso doppiaggio non sono niente di eclatante, ma non si può dire che siano pessime.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Tirando le somme, è veramente dura trovare un punto forte in Akiba’s Beat, decisamente scarno di contenuto e che pare essere progettato per allontanare i giocatori. Insomma, è triste perché dall’uscita di un gioco come Persona 5 avremmo potuto credere in una rivoluzione nel mondo dei JRPG, ma in questo caso così non è stato. Sconsigliato per qualsiasi tipo di acquirente.[/stextbox]

Sull'autore

Gabriele Gemignani

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