Biomutant – Recensione su Xbox Series X

Rilasciato in silenzio fra le dirette del Nintendo Direct e quello di Ubisoft Forward, approda anche su PS5 e Xbox Series X/S ( quest’ultima è la piattaforma sulla quale ho provato la versione finale del tiolo) Biomutant, sviluppato da THQ Nordic. Non nascondo il fatto che dal rilascio del trailer nel 2017 mi aveva incuriosito non poco e che, voglio ricordare che a discapito delle migliorie grafiche apportate per la nona generazione di console, abbiamo di fronte lo stesso progetto uscito l’anno scorso su PS4 e Xbox One, ma che non per questo perde di mordente,ma iniziamo con questa recensione.

Un mondo da esplorare

La realtà creata dalle menti dietro al progetto di Biomutant, ovvero Experiment 101, ha fatto si che si creasse un GDR Open-World dai toni fortemente semplici e adatti anche ai palati dei più piccoli. Il mondo è quello post-apocalittico dove non ci saranno degli esseri umani come protagonisti, ma dei procioni antropomorfi geneticamente modificati. Questi vivono in delle tribù in costante lotta per il territorio, dove ognuna ha un modo di vedere l’Albero della Vita in modo differente.

L’Albero della Vita ricorda con molti tratti il ceppo nordico Yggdrasil, che tramite le modifiche apportate casualmente dalle scorie radioattive provocate dalla Toxanol Corporation – azienda immaginaria che ha contribuito al cambiamento climatico del pianeta – si ha una pianta che gestisce il mutamento della vita sul mondo che abbiamo di fronte. La pianta ha fatto si che nel corso dei secoli si creasse un ecosistema totalmente nuovo e diverso, che ha fatto mutare non solo gli animali che nel corso del tempo sono cambiati fisicamente e nei modi di fare, ma anche la natura che si è presa quel territorio conquistato dagli umani nei millenni di lavoro incessante.

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Questo ha permesso di creare dei biomi totalmente diversi da un punto all’altro della mappa, abbastanza grande a mio avviso che non eguaglierà mai il lavoro fatto in GTA V, ma ricorderà a tratti la realtà di The Witcher 3 per la magnificenza dei chilometri percorsi, perché ci sarà tanto da vedere ma in alcuni casi l’ho trovato un po’ dispersivo. I colori e il livello del dettaglio sono fanciulleschi e permette a chiunque ad avvicinarsi, non ho letto e sentito una parolaccia oppure un qualcosa di fuori posto, perché il narratore ci farà da traduttore per i protagonisti che hanno sviluppato un proprio linguaggio, che non è comprensibile per noi ma comunque rimane un prodotto tradotto e doppiato completamente in italiano anche se qualche battuta, sopra tutto negli intermezzi fra andare da un punto all’altro, in più non sarebbe guastata all’esperienza.

Sono il tuo Doppelganger

Sarò sincerò non immaginavo che il sistema di creazione del personaggio potesse mettermi tanto in crisi in Biomutant quanto in altri progetti, ma perché questo? Il classico set up dove scegliamo ogni dettaglio del fisico del personaggio è totalmente messo messo da parte, per abbracciare un sistema più casuale. Prendete una ruota con alcuni attributi ( carisma, forza, agilità, intelligenza e vitalità) che ci daranno delle capacità differenti da un personaggio all’altro, non sarà strano vedere degli alter ego completamente differenti da streamer o amici rispetto a quelli che abbiamo realizzato noi, che ci garantiranno degli attributi specifici.

Ma non ci può essere una sezione abilità senza una specie, infatti come nella realtà ci sono diverse varietà in una razza di procioni che si sono evolute in base a specifiche caratteristiche. Un Primal è una razza specializzata nell’agilità e velocità, i Dundon invece puntano molto sulla forza, arrivando ai Rex che sono un equilibrio naturale fra la forza e l’intelligenza, per non dimenticare gli Hyla che sono specializzati in forza e resistenza ( quella scelta da me durante la prima prova), i Fip che si sono evoluti per utilizzare le abilità Psioniche – i poteri derivanti dal DNA per intenderci – e per finire i Murgel che si sono evoluti sulla bellezza estetica, ma questi ultimi non hanno utilità nei combattimenti almeno apparentemente.

Come ultimo passaggio potremmo scegliere una fra le 6 classi diverse ma altrettanto interessanti:

  • Mercenario: Classe già vista durante il primo trailer dove il giocatore potrà combattere a distanza ravvicinata, dividendo i combattimenti con una pistola e un arma da taglio ( come spade oppure asce).
  • Tiratore: Molto simile a quanto visto nella versione precedente ma con due varianti la prima è un fucile, che permette anche di mirare tramite un telescopio, mentre la seconda è un arma da taglio corta come coltelli e punteruoli.
  • Commando: Classe utilissima nell’essere utilizzata nelle squadre, dove si combatte con un fucile d’assalto.
  • Psicofolle: Questa classe permette di utilizzare i poteri donati dall’Albero Divino, molto simile ad un mago di un qualsiasi GDR fantasy.
  • Sabotatore: Un tipo di classe adatto al combattimento con due lame a distanza ravvicinata, utile nei combattimenti a gruppi con molti nemici da eliminare.
  • Sentinella: Tipologia molto utile per chi ama utilizzare granate e sparare da lontano.

L’esplorazione alla base di tutto

Graficamente non è dettagliato e bisogna ammetterlo e può piacere asseconda dei gusti personali dei giocatori, la mancanza degli esseri umani ha creato una società di animali intelligenti. Le tribù sono composte da procioni parecchio intelligenti che hanno creato una società autosufficiente, un esempio più lampante è il Wung Fu che è essenzialmente una scopiazzatura del Kung Fu più tradizionale. Oppure il mondo degli umani viene chiamato Il-mondo-che-fu, per indicare il passato gestito dagli umani ma che nel corso del tempo se ne sono andati via dal pianeta, grazie a delle arche verso il cosmo per trovare una nuova casa.

La mappa è divisa in tribù e ogni area è diversa e alla lunga può annoiare, in quanto per arrivare da un punto all’altro, e soprattutto da una comunità all’altra, non sarà comodissimo perché dovremo camminare molto ma appena scopriamo un luogo potremmo successivamente utilizzare il viaggio veloce. Ma per affrontare le missioni della trama principale, o delle mansioni secondarie, basterà parlare con la popolazione, quest’ultima ci aiuterà in diversi modi dalla creazione dell’equipaggiamento fino a ricezione delle missioni per l’ottenimento di punti aggiuntivi, equipaggiamento migliore ed esperienza.

Ci sarà la possibilità di visitare alcuni luoghi abbandonati dagli umani prima dell’esodo, come ad esempio alcune città e metro, le quali forniranno informazioni su che cosa sia successo prima del nostro arrivo in gioco. Una caratteristica che ho trovato simpatica è la possibilità di sbloccare alcune casseforti tramite dei mini-giochi le quali, ci forniranno non solo materiale per la costruzione del nostro equipaggiamento, ma anche vestiario più resistenti per proteggerci e armi più potenti.

La via dell’autodidatta

Ormai con i giochi open-world più recenti è la normalità vedere un sistema di progressione del personaggio, nel caso di Biomutant è strutturato molto bene nel quale ce un livello di progressione che ci permetterà, riempiendo la barra d’esperienza, di sbloccare diversi punti da utilizzare nelle abilità viste a inizio articolo. Nel corso delle tante ore di gioco come già detto potremmo trovare delle casse sparse nelle varie aree della mappa, oltre che razziando dai cadaveri dei nemici, degli oggetti per il potenziamento per i nostri poteri.

Ogni mutante ha la possibilità di utilizzare dei poteri come ci ha insegnato la nostra Mu-Ma, non chiedetemi il perché le mamme in questo gioco vengano chiamate in questo modo ma ce le facciamo andare bene, che si possono dividere in tanti poteri da colpi elettrici fino a sacche di veleno da piazzare come trappole. Questo permette al giocatore di scegliere un approccio diverso ai tanti combattimenti presenti nel titolo, perché durante le scorribande nei territori di Biomutant potremmo scontrarci con diversi tipologie di nemici.

Da corazzati provenienti da altre tribù, parecchio tosti d’abbattere, fino ad arrivare a mini-boss che mi hanno ricordato le taglie in Dauntless per il sistema di abbattere gli antagonisti, oltre al sistema di combattimento piuttosto semplice. Perché al di sopra le teste dei nostri aggressori, ci sarà una barra la quale dovrà necessariamente andare a zero. Il combattimento non è nulla di complicato in quanto un tasto serve per attaccare, un altro per utilizzare i poteri, un altro ancora per saltare e per rotolare insomma abbastanza semplice da imparare e da utilizzare.

Un gioco dalle ottime potenzialità.

Tutto sommato l’esperienza è appagante e garantisce tante ore di gioco senza problemi, secondo me la mancanza di un sistema più veloce da andare da un punto all’altro della mappa, togliendo i mezzi di locomozione come cavalli o capre, rende l’esperienza alla lunga un po’ noiosa e dispersiva. Il sistema di combattimento l’ho trovato molto divertente ma realizzato un po’ a caso, in che senso? Se non fossero per le missioni, principali o secondarie, quelle d’intermezzo per arrivare da un punto A ad un punto B diventano solamente inutili se non per fare esperienza, e di conseguenza rendere il nostro alter ego più forte.

Se si fa ritorno in un secondo momento in un punto che abbiamo già visitato, nella quale abbiamo già eliminato i nemici, non saranno rigenerati di nuovi ma il gioco ci verrà incontro. Infatti per allietare un po’ i gusti di chi vuole rigiocare al titolo, si potrà tradire il nostro clan per unirci ad un nemico che un tempo abbiamo combattuto in modo da affrontare altre missioni e aumentare di conseguenza, le ore passate in gioco. Facendo questo potremmo affrontare tra l’altro, anche diversi boss legate alle varie fazioni come ad esempio i Sifu dei vari clan presenti in gioco, che detta fra noi sono lotte veramente ben fatte e ardue da eliminare.

Insomma è un bilanciamento secondo me fatto bene, che gode di ottime potenzialità ma che non mancherebbe di qualche aggiornamento per essere migliore. In questo episodio ci sono diverse domande che il giocatore non riceve delle risposte, per esempio dove sono andati gli umani? Le altre parti del pianeta Terra hanno subito lo stesso trattamento? Ci sono altre razze intelligenti oltre a quelle che abbiamo visto in questo episodio? Non lo sappiamo ancora, ma sicuramente THQ Nordic ha tirato fuori dal cilindro un bel progetto e spero vivamente in un possibile seguito.

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.