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Come ogni anno l’arrivo di un nuovo Call of Duty è atteso da molti appassionati, e in questo nuovo capitolo sviluppato da Infinity Ward la software house riesce a confermare la serie di Modern Warfare come una delle migliori serie della saga. La prova l’ho eseguita su Xbox Series X che ha garantito un framrate pari a 60 FPS senza problemi, permettendomi di divertirmi sia nel comparto singolo giocatore che in quello in multiplayer.
Ce da dire che come nel primo episodio di Modern Warfare e nel reboot di Black Ops Cold War i personaggi principali delle serie sono rimasti invariati, mantenendo non solamente i volti dagli originali ma hanno mantenuto anche i loro rispettivi caratteri personali. Ma non ci saranno momenti identici ai capitoli già usciti, se non qualche accenno similare ma nulla di più, e che vedremmo nel corso delle righe e diamo il benvenuto a Modern Warfare 2.
Il ritorno della Task Force 141
Sono passati 3 anni da quando Barkov ha tradito la Russia e dalla sua morte è nata una squadra speciale, con a capo rispettivamente il Capitano Price e l’agente della CIA Kate Laswell, che fanno parte della Task Force 141 che unisce i migliori soldati degli eserciti degli Stati Uniti e della British Army ( ossia l’esercito britannico). La Task Force ha il compito di evitare crisi per le due nazioni e per i propri alleati, infatti la squadra è divisa su due fronti da una parte in Europa e dall’altra fra il Medio Oriente e l’America Latina.
Il sergente John “Soap“ MacTavish, che finalmente riusciamo a vederlo al di fuori di Warzone, aiuta il collega Simon “Ghost“ Riley nel rintracciare una testata atomica di fabbricazione americana andata perduta in medio oriente, e più precisamente ad Al Mazrah. Mentre in Europa il Capitano Price e il tenente Kyle “Gaz” Garrick sono occupati nel rintracciare il cartello messicano del Las Almas, che non solo inonda l’Europa di droga dal sud America ma collabora con la cellula terrorista islamica di Al Qatala.
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Da qui la storia proseguirà su 3 continenti diversi ma non farò ulteriori spoiler – per non rovinarvi la trama -, ma bisogna assolutamente spezzare una lancia a favore di Jeff Negus il quale è stato incaricato da Activision di rivitalizzare la campagna, che nel corso del tempo è stata un poco alla volta messa da parte ( potete leggere anche la recensione che ho scritto qualche anno fa in merito a Black Ops 4 e la sua totale assenza del comparto in singolo giocatore). Con il Reboot di Modern Warfare del 2019 è riuscito a redigere la campagna in un modo fantastico e ricco di colpi di scena, accompagnato da doppiatori di tutto rispetto come Barry Sloane, voce del Capitano Price nella lingua originale, ed è così anche per Neil Ellice che presta la sua voce a Soap.
Attenti a quei due
Sicuramente uno degli aspetti che è stato maggiormente modificato dal 2019 fino ad oggi nei rispettivi capitoli di Call of Duty ( da Modern Warfare, passando a Black Ops Cold War, a Vanguard ed infine in Modern Warfare 2) è il gameplay. La frenesia è stata messa un po’ da parte abbracciando un sistema di combattimento più stealth e tattico dove bisogna fare attenzione alle coperture, aggirare i nemici e cercare di combattere un avversario alla volta perché non combattiamo in un qualche mondo arcade in stile Unreal Tournament, ma siamo soldati che possiamo essere uccisi con due colpi ben assestati.
Che cosa vuol dire questo? Buttarsi a capo fitto in una battaglia, senza dare un minimo di attenzione ai nemici circostanti, porterà l’utente a perdere la vita e riprovare successivamente. Infatti più di una volta mi sono dovuto imbracciare fucile, arma secondaria oppure esclusivamente un coltello e lottare in maniera silenziosa contro gli avversari. Mi è piaciuta molto la possibilità all’interno della campagna e delle Operazioni Speciali, chiamate in gioco semplicemente Spec Ops che vedremo in seguito, di scegliere l’approccio più adatto a invadere una struttura dall’utilizzare il C4 oppure come ho sempre preferito, quando ne avevo la possibilità, di utilizzare le granate fumogene e calarmi dalle finestre.
L’equipaggiamento da utilizzare – sia nella campagna che nel multigiocatore – è il medesimo in ogni episodio fatto in arma primaria, una secondaria, due tipi di granate e la possibilità di equipaggiare il coltello per combattere nelle distanze ravvicinate. Che nel comparto multiplayer che vedremmo in seguito sarà differente in quanto, non è obbligatorio portarsi tutto quello che ho raccontato poc’anzi, in quanto maggiori saranno le armi da portare e minori saranno le munizioni che potremmo utilizzare in quanto, due armi avranno rispettivamente pochi caricatori ma se ne portassimo solamente una avremmo maggiori proiettili da scaricare contro i nemici, e questo ragionamento avviene con tutto il resto del roaster degli accessori da granate, arma bianca e gadget secondari.
Il Re degli Sparatutto è ritornato
Sicuramente chi ha vissuto i primi anni d’oro della serie si ricorderà che Call of Duty riuscì a rapire i giocatori per il suo comparto multigiocatore. La possibilità innanzitutto nella sua immediatezza, rimasta immutata fino ad oggi, nella quale dopo una morte ci si può rianimare immediatamente in partita, che sono migliorati dall’Infinite Warfare ma rimasti immutati dal 2019, hanno fatto si che le partite che ho giocato siano estremamente divertenti ma differenti dal passato.
Mi è capitato certe volte di trovarmi dietro a dei nemici, che asseconda del giocatore ha percepito la mia presenza e altri invece no ed è capitato anche per gli avversari, sicuramente è un aspetto che nel corso del tempo verrà migliorato. Le classi invece sono rimaste invariate nelle quali possiamo scegliere che cosa portarci su con noi durante le partite, con un arsenale di tutto rispetto divise fra fucili d’assalto, mitra, fucili da tiratore e così via.
Le modalità principali non sono mutate più di tanto nel corso degli anni da Deathmatch a Squadre, Tutti contro Tutti, Dominio e finalmente due nuove caratteristiche come Prisoner Rescue e Knock Out. Il primo – Prison Rescue – è una funzione nella quale una delle due squadre dovrà trarre in salvo un ostaggio mentre l’altra fazione deve impedirlo, non ci saranno respawn fino al turno successivo. Il secondo – il Knock Out che fa riferimento alla sconfitta durante un incontro di pugilato da parte di una dei due gruppi- si dovrà acquisire una borsa piena di soldi, la prima che riesce a riportarla dal proprio lato vincerà e come prima, non ci sono respawn.
Solo ai titoli di coda
Come nel capitolo precedente sono presenti le Operazioni Speciali – chiamate di nuovo Spec Ops -nelle quali i giocatori, da soli o in compagnia in modalità coop, possono svolgere dopo i titoli di coda della campagna in singolo giocatore. Quindi non arrabbiatevi se sin da subito non lo vedrete al primo avvio, semplicemente è un espediente la quale Infinity Ward ha voluto inserire per invogliare i giocatori nel provare e completare la modalità che, nel corso del tempo, alcuni la evitano completamente come se fosse la peste nera.
In questa sezione non entrerò nel dettaglio delle trame secondarie per evitare spoiler, ma dal piano ludico permette di allungare e non poco le ore di gioco passate davanti allo schermo. Le missioni su che cosa si basano? Brevemente permettono di andare alla ricerca di cellule isolate di Al Qatala oppure di Las Almas, cercando di catturare bersagli specifici oppure evitare qualche attacco da parte di queste due fazioni contro l’America e i suoi alleati, catturando bersagli specifici oppure disarmare qualche testata sporca asseconda della missione selezionata.
Ce da notificare la novità della rotella delle creazioni/gadget, che si possono utilizzare nella campagna in singolo giocatore oppure nella sezione Spec Ops, nelle quali si possono portare o costruire gadget. L’utilità della sezione della creazione serve per creare l’attrezzatura sul posto, trovando in giro per le mappe oggetti utili per creare mine, granate fumogene oppure coltelli da lancio fai da te. Nel caso dei gadget si potrà selezionare degli armamenti, donati dall’esercito oppure comprati dal mercato nero, come C4 e semtex, che si potrà selezionare tramite i dorsali del pad ( o sulla tastiera del PC asseconda dove giochiamo) per affrontare le diverse dinamiche delle missioni.
I tre moschettieri più uno
Non nascondo il fatto che Modern Warfare 2 è un ottimo capitolo che ha saputo migliorare quei aspetti che, i giocatori più appassionati chiedevano da tempo. Che cosa ha mantenuto? Sicuramente l’aspetto più lineare della serie, e fatevelo dire da uno che gioca a Call of Duty dal 2003 quando ancora andava alle medie, è l’aspetto narrativo che diventa prepotente e maggiormente immissivo sia dal lato dei combattimenti che, nella tattica nel modo di impugnare le armi che nell’assaltare un avamposto.
Activision ha confermato già da tempo un rinnovamento della modalità di Warzone, che per comodità chiameremo Warzone 2 dal momento che non sapremmo come si chiamerà veramente fino a quando, la software house ovviamente, non rilascerà nuove informazioni. Se ricordate la modalità citata poc’anzi fu lanciata dal primo capitolo di Modern Warfare, per unificare i vari episodi di Call of Duty che asseconda del capitolo, è il preferito da un determinato tipo di pubblico e un altro preferirà un altro ( per esempio io ho sempre preferito la serie di Modern Warfare a discapito di Black Ops, per me quest’ultima la considero un po’ troppo esagerata ma comunque divertente da giocare).
In ogni caso la serie di Call of Duty rimane un prodotto di alto livello, in grado di raccontare ( facendomi storcere in alcuni momenti il naso per delle scelte narrative che non mi hanno fatto impazzire, non vi dico quali perché non voglio entrare nell’argomento della politica) un ottima storia. Sicuramente è da provare questo episodio che garantirà tantissime ore di gioco da soli e in compagnia, in singolo giocatore oppure nella modalità multigiocatore, con un gameplay modificato e migliorato sotto ogni aspetto.