Capitan Marvel: Origini Oscure – Recensione

Captain Marvel è uscito nei cinema in modo impetuoso e deciso, ma nonostante questo, alcuni non credevano nella sua buona riuscita. Invece il film è uscito come un missile, andando subito verso le vette dei box office. Ovviamente vi consiglio di leggere la mia recensione del film e anche dell’albo Io sono Capitan Marvel, che ripercorre alcune delle più grandi e importanti storie di Carol. Stavolta, però, ci tocca parlare di qualcosa di diverso. Una storia del 2017 della serie Marvel Legacy racchiusa in alcuni numeri e pubblicata da Panini nell’edizione cartonata chiamata Capitan Marvel: Origini Oscure. Venite quindi in quest’avventura per scoprire qualcosa in più sull’eroina più amata del mondo Marvel.

L’idea delle realtà parallele è una delle più interessanti nel mondo scientifico, ma anche una delle più usate all’interno del mondo fumettistico. Pensiamo un attimo. Ci sono terre parallele in cui qualcosa cambia e spesso queste terre parallele servono come ponte per recuperare i personaggi perduti o non disponibili in quel momento. Si tratta insomma di qualcosa di visto e stravisto, ma non per questo noioso. Cosi fa anche questa storia. Carol Danvers, cercando di inseguire MIM finisce in una dimensione parallela, lasciando l’intera Alpha Flight in mezzo allo spazio con un vecchio shuttle spaziale. Questo cercando anche di aiutare Bean, che qualcuno ricorda come la bambina di Hala.

Questo nuovo universo è pressoché identico al nostro, ma con una sostanziale differenza. Il bene e il male sono invertiti. Captain Marvel quindi dall’eroina che è diventa una criminale, finendo di collaborare con Star Lord, uno dei Ravagers che opera insieme ai suoi scagnozzi (che in questo caso hanno alcuni nomi storpiati). Tra sconcerto e la sorpresa, Carol dovrà continuare nella propria missione, scontrandosi contro alcuni nemici particolari.

La storia è scritta da Margaret Stohl, funziona per raccontarci una storia un po’ atipica, ma interessante. L’approccio con i personaggi è abbastanza classico, ma i pochi numeri non hanno permesso l’evolversi di molti di questi. Si finisce per farli passare davanti senza alcun pensiero al riguardo. Carol è probabilmente l’unica davvero interessante, ma da questo lato poteva essere scritturata un po’ meglio la sua reazione alle varie vicende. La parte difficilmente digeribile è forse il finale, sbrigativo e fin troppo semplificato. Una storia che poteva meritare un paio di pagine viene risolta in poche vignette, nemmeno cosi emozionanti.

Dietro le matite di questa storia troviamo l’italianissimo Michele Bandini, che ricrea una storia interessante, ma senza i momenti incredibilmente emozionanti. Carol è ancora una donna potente e bellissima, ma sembra che le manchi qualcosa. Ovviamente non sto dicendo che la storia è brutta, ma piuttosto che è nella media, senza quel momenti di grande pathos. Invece i colori firmati da Erick Arciniega danno quella piccola spinta in più verso un fumetto godibilissimo.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.