Captain Marvel – Recensione

Captain Marvel

I supereroi fanno parte del nostro immaginario da molto tempo e diciamocelo, sono dei personaggi fittizi che hanno ispirato intere generazioni cercando di renderci migliori. Potrebbe sembrare una stupidaggine, ma non è cosi. Il fumetto, cosi come ogni altro medium ha quella capacità di trasmettere dei messaggi profondi all’interno dei più giovani e lo fa con una semplicità incredibile. Proprio in questo modo abbiamo potuto sempre apprendere le cose più disparate diretto e divertendoci. Questo magnifico medium cartaceo ha però dato la possibilità a tutti di avere un eroe nel cuore. Quel personaggio capace di trasmettere dei valori anche senza essere realmente presente nel mondo reale. Grazie al cinema poi questa sensazione di migrazione si è ampliata visto che ogni personaggio era interpretato da un attore in carne ed ossa, pronto a darci tutte quelle emozioni che tanto desideravamo.

Captain Marvel

Il campionario femminile dei personaggi presenti all’interno del pantheon Marvel e DC (senza contare Valiant, Dark Horse etc) è vasto, ma alcuni hanno un valore un po’ più grande rispetto ad altri. Prendete ad esempio Wonder Woman, che ha da sempre ispirato le donne e insegnato agli uomini la forza del sesso opposto al proprio. Un personaggio nato come una grande icona e che in fondo lo è diventata anche al livello cinematografico con Gal Gadot. Anche la Casa delle Idee ha deciso di sfoderare le proprie armi, iniziando con un film al femminile dedicato a un personaggio meno conosciuto, ma non per questo meno potente al livello d’immagine e forza. Parlo ovviamente di Captain Marvel, di cui vi consiglio anche la recensione del fumetto scritta come sempre dal sottoscritto. Intanto siamo qui per parlare del film dedicato all’eroina Carol Danvers e alla sua storia, che poi avrà un ruolo fondamentale anche in Avengers: Endgame.

Bisogna dire fin da subito che la storia di Carol Danvers è stata totalmente rimaneggiata per questo film. Personalmente non la trovo affatto una cattiva idea per ovvie ragioni narrative e non solo. Bisogna cercare di svecchiare dei personaggi e visto che qui non parliamo dell’omicidio dei genitori o di quella di uno zio. Trattiamo le origini di un eroe che non ha certo il successo di tanti altri e la cui origine in realtà racchiude molti tasselli che sarebbero stati impossibili da colmare in un solo film. Cosi partiamo già con una Carol Danvers (Brie Larson) che sul pianeta Hala serve il popolo dei Kree come un soldato agli ordini dell’Intelligenza Suprema. Qualcosa dentro lei però si sveglia lentamente, sotto forma di sogni, che la donna fa ogni notte e che la svegliano “costringendola” ad allenarsi con il colonnello Yon-Rogg (Jude Law). I frammenti sparsi nella sua mente la porteranno sulla sua terra natia, il pianeta terra. Qui incontrerà e conoscerà un personaggio che a tutti noi è molto famigliare, il giovanissimo Nick Fury (Samuel L. Jackson) e altrettanto giovanissimo e inesperto Phil Coulson (Clark Gregg).

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Posso affermare con assoluta certezza che tra le storie sulle origini degli eroi questa è forse quella che colpisce di più. La sua costruzione differisce in modo totale da quella di tutti gli altri e ciò gioca a favore del personaggio, che impariamo a conoscere per gradi diversi rispetto a quelli che siamo abituati a vedere. La stessa elaborazione narrativa è piuttosto originale, anche se con qualche intoppo iniziale. Questo forse vale unicamente per me che cerco i difetti dove non dovrebbero esserci, ma a tratti sembra che la tecnologia Skrull e Kree sia pari a quella vista nei film degli anni 90 un po’ trash. Mi veniva da pensare delle volte che se Tom Clancy per il suo Splinter Cell ha inventato certe tecnologie plausibili per il nostro mondo, potevano farcela anche gli alieni che viaggiano attraverso le stelle. Come ho detto, però, si tratta di una cosa che probabilmente nemmeno noterete in quanto non costituisce un vero e proprio difetto.

Captain Marvel nella sua natura cosi differente racchiude un importante argomento che bisognerebbe trattare più volte: la femminilità e il woman power. Ogni frammento della pellicola mette in risalto la forza, la grinta e la determinazione femminile e ne fa un cavallo da battaglia. Quando non è necessario Carol non parla e non spara le battute a raffica, ma va dritta al punto, lasciando il campo delle battute agli altri personaggi. La sua personalità avvolge lo spettatore e lo immerge nel corrispettivo degli action degli anni 90, ma con una donna al post del classico palestrato.

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Il rapporto che si crea tra Fury e Danvers si sviluppa in modo verticale con un alchimia che non si vede spesso sullo schermo. Questo sviluppa una forte empatia con entrambi, ma sarà proprio Fury a strapparci più di una risata con quel fare un po’ da grande capo risoluto e un po’ da un uomo incredulo per ciò che continua a vedere. Si tratta in fondo del primo supereroe apparso sulla terra con tutta la sua magnificente bellezza. Tra l’altro, insieme al gatto Goose, ruberà alcune scene che vi strapperanno una risata e vi faranno desiderare di avere un gatto.

La regia firmata da Anna Boden e Ryan Fleck funziona dal primo all’ultimo minuto e divide il film in due parti distinte. Da un lato abbiamo tutte le parti spaziali con una certa tecnica che richiama alle opere riguardanti l’argomento e tutta la spettacolarità che portano ovviamente. Si tratta difatti dei momenti in cui le battaglie si fanno più concitate, i motori più roventi e Carol ancora più grintosa e potente. Dall’altra parte invece abbiamo le scene terrestri. Queste sono dedicate in prevalenza allo sviluppo caratteriale dei personaggi e del loro legame. Queste due parti si uniscono un modo incredibilmente preciso creando un film che poteva essere un semplice antipasto per Endgame, ma che invece si dimostra essere un vero e proprio inizio verso una potenziale fase 4. Ovviamente ripeto ancora una volta che per quanto riguarda le origini di un eroe, questo è forse il migliore mostrato fino a questo momento e Brie Larson nei panni di Captain Marvel è perfetta dal primo all’ultimo fotogramma.

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Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.