Questo sito contiene diversi annunci Amazon. A ogni vostro acquisto riceviamo una piccola commissione.
Negli ultimi anni, nell’industria videoludica i generi di spicco sono mutevoli e sembrano seguire delle “stagioni”. Per esempio, attualmente, i Battle Royale, come Fortnite e PlayerUnknown’s Battlegrounds dominano la piazza. Qualche anno fa, queste “stagionalità” vedevano prevalere un genere su tutti, quello dei Survival Game. I titoli rilasciati sotto questa “bandiera” sono stati innumerevoli: Ark, Rust e chi più ne ha più ne metta. Ad oggi l’amore per questo genere, Minecraft a parte, era andato un po’ scemando. Tuttavia, è proprio adesso che Conan Exiles getta le spoglie della sua versione provvisoria per rivestirsi di quelle da versione ufficiale. Ebbene, pur restando nei canoni e nei limiti di un survival, il gioco ha qualcosa in più da offrire rispetto ai suoi simili. Ma questo potrebbe non bastare a soddisfare il palato di tutti i giocatori…
Nella terra degli Esuli
Appena avviamo una partita (online o in singolo che sia) ci ritroveremo a creare il nostro avatar comodamente crocefisso. La creazione del personaggio è nella norma, non ci sono tantissime opzioni di modifica. Essendo un survival non si tratta di una grave mancanza, ma – per me che sono un “feticista” della caratterizzazione – si poteva fare qualcosa in più. Inoltre, alcune scelte, come quella della razza o della religione non influiscono quasi per niente nel gioco. Detto questo, però, ho trovato molto particolare la scelta degli sviluppatori di implementare nel gioco la possibilità di selezionare il grado di nudità per i propri personaggi (di default sarà impostata su nessuna nudità) che sia parziale o totale. La qual cosa si sposa, in realtà, molto bene con il contesto “barbarico” in cui si svolge il gioco.
Una volta creato il proprio personaggio ci sarà una breve scena introduttiva; qui, Conan in persona ci tirerà giù dalla croce e ci inviterà a sopravvivere fino al giorno in cui si rincontreranno. Dopodiché, almeno dal punto di vista narrativo non ci sarà più nulla. Infatti, il gioco non presenta alcuna struttura narrativa se non quella che si “costruisce” da sè il giocatore. L’unica cosa che ci da una qualche sorta di illusione di progressione sono gli incarichi mostrati in alto a destra nell’HUD. Quest incarichi saranno di difficoltà crescente, iniziando con cose come “mangia” o “bevi” arrivando a chiedere “costruisci la tua prima abitazione” o “indossa un pezzo di armatura”.
Costruisci, edifica, uccidi
Il vero punto di forza di un gioco come questo è, però, il gameplay. Conan Exiles ha una struttura molto semplice, io che non sono molto avvezzo al genere dei survival ho subito notato qualche somiglianza con il già citato Minecraft. La prima cosa da fare appena possiamo muovere il nostro personaggio sarà raccogliere rametti e pietre così da poterci creare i nostri primi utensili, con i quali poter poi tagliare alberi e rompere rocce. Tuttavia, il titolo non spiega nulla al giocatore che dovrà cavarsela da sé. Non vi nascondo che appena cominciato il gioco non riuscivo nemmeno ad equipaggiarmi degli utensili appena creati. Il ché mi ha fatto notare una scarsa accessibilità da parte dei giocatori che si approcciano per la prima volta al genere. Inoltre, alcune meccaniche come, appunto, quella dell’equipaggiare armi o utensili mi sono sembrate non molto intuitive.
Detto questo, però, ci sono altre cose che, invece, ho molto apprezzato. Innanzitutto, il gioco presenta un sistema di “scalata” simile a quello visto in Zelda: Breath of the Wild, ovvero, si potrà scalare qualsiasi superficie a patto di avere abbastanza stamina. La crescita del personaggio, poi, è gestita in modo interessante. Si potrà guadagnare esperienza in diversi modi: uccidendo nemici, costruendo edifici o anche solo sopravvivendo nel tempo. Così facendo saliremo di livello ed il gioco ci “ricompenserà” con degli attributi e dei talenti. I primi com’è facile pensare potranno essere spesi per migliorare varie caratteristiche del nostro personaggio, come il massimo peso che può trasportare, la sua resistenza, oppure la forza. I talenti, invece, potranno essere spesi per sbloccare nuovi progetti di costruzione. Inizialmente – per esempio – non si possono costruire armi, almeno non finché non si decida di sbloccare il rispettivo talento. Tuttavia, sia talenti che attributi possono essere ridistribuiti in qualsiasi momento, una scelta un po’ strana secondo me, dato che così facendo non c’è bisogno di porre una determinata attenzione in cosa migliorare e cosa no.
Il sistema di combattimento presentato dal gioco si potrebbe definire “senza infamia e senza lode”. Il focus è fatto da schivate, parate ed attacchi al momento giusto, ma la scarsa intelligenza artificiale dei nemici lo rende meno godibile di quello che potrebbe realmente essere. La gestione della stamina, poi, è fondamentale: consumarla del tutto significa venir colpiti almeno una volta, il che, nella difficoltà massima potrebbe risultare fatale. Tra i nemici saranno presenti anche dei veri e propri boss, come il coccodrillo gigante, il drago scheletrico o addirittura un gigante. Ma l’unica cosa che li distingue dagli altri nemici (e qui soprattutto quelli presenti anche in versione “normale” come per il coccodrillo gigante ed i normali coccodrilli) sarà il maggior tempo che ci vuole a farli secchi data la loro enorme vita.
Ultimo, ma non per importanza, è da segnalare il comparto online del gioco. Questo infatti si potrà giocare in 3 modi differenti: singolo, co-op ed online. Per quanto riguarda il single player c’è ben poco da spiegare; la co-op, invece, aprirà il proprio mondo “privato” ad uno o più amici così da giocare e costruire insieme; l’online invece è la matrice del gioco. Esistono sia server PVP che PVE (anche server ibridi in realtà) in cui possono entrare un massimo di 40 giocatori. Questi potrebbero collaborare per creare villaggi o addirittura castelli, per poi scatenare delle vere e proprie guerriglie contro fazioni nemiche.
Lande desolate e foreste buggate
Al netto di un gameplay, tutto sommato, divertente ed appagante, Conan Exiles mostra il fianco quando si parla di comparto tecnico. Il gioco è colmo di bug. Andiamo con ordine, però. Graficamente si presenta come un prodotto piuttosto gradevole per l’occhio, non si appresta a livelli altissimi, ma – seppur in forma molto grezza – i deserti, le foreste ed i campi innevati compresi nelle ambientazioni del titolo si lasciano guardare ed apprezzare. Meno apprezzabile è invece l’acqua che sembra venire da un gioco per Ps3 (per esser gentili). Stesso problema hanno le animazioni, molto legnose e non troppo realistiche. Inoltre, alcune di queste sono addirittura mancanti, come – per esempio – quando uscite dall’acqua, il personaggio salterà in automatico per passare dalle animazioni del nuoto a quelle della camminata. Le musiche, invece, sono ben fatte, la traccia principale è talmente orecchiabile che vi risuonerà in testa per giorni e giorni (maledetti loro).
Il vero problema del gioco, però, è che per alcuni aspetti sembra ancora un titolo in Early Access. Bug visivi, compenetrazioni, nemici invisibili e baratri improvvisi saranno all’ordine del giorno. Un problema che sembra affligga soprattutto la versione console di questo gioco, il che mi fa domandare se c’era da aspettare ancora un po’ prima di rilasciare il gioco. Ovviamente, il titolo è giocabilissimo anche così, non ci sono bug gravi al punto da impedire la progressione del gioco. Ma ciò non toglie che per alcuni aspetti non sembra un titolo rilasciato ufficialmente e, per il suo genere morire senza avere una vera e propria colpa potrebbe risultare molto frustrante.