Destroy All Humans 2: Reprobed – Recensione

Chi non ha mai immaginato in un modo o nell’altro di interpretare un alieno e di sterminare l’intera razza umana? Penso un po’ tutti in quanto la fantascienza cinematografica, grazie anche all’enorme mole di storie provenienti dalla letteratura e dal mondo dei fumetti, ha immaginato uno scenario del genere. Infatti grazie allo sforzo di THQ negli anni abbiamo avuto due capitoli della serie che, in un modo o nell’altro, hanno fatto capolino in diverse piattaforme.

Dall’era di Playstation 2 e della prima Xbox originariamente, arrivò anche per PC, PS3, Xbox 360, PS4 e Xbox One nelle sue rispettive versioni da Remastered che garantivano un formato in alta definizione. Il secondo episodio uscì originariamente per PS2 e Xbox poi nel corso degli anni arrivò sulle restanti piattaforme in formato digitale, ma più recentemente è stato pubblicato – come potete leggere dal titolo – il remake del secondo episodio chiamato Reprobed in quanto non è presente il multiplayer, per via del fatto che tutti i DLC usciti fino a questo momento con questa versione sono tutti integrati.

L’ho provato, giocato e mi sono divertito su Xbox Series X e proveremmo a vedere i collegamenti del primo episodio ( quest’ultimo l’ho giocato su PC nella versione Remastered) e per chi se lo stesse chiedendo, la risposta è “si” perché viene presentato anche per l’ecosistema Sony.

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Il ritorno dei Crypto

Sono passati poco più di 10 anni dagli avvenimenti del primo capitolo, infatti Crypto 137 – un membro dell’omonima razza – era sulla terra per due motivi il primo è trovare un modo per riprodursi in quanto, la sua specie non si riproduce ma si clona. La seconda è quella di uccidere tutto il genere umano dopo il ritrovamento del DNA puro della specie terrestre, fino a quando non viene ucciso e studiato da un team di scienziati degli Stati Uniti.

Nel frattempo negli anni 50 viene inviato sulla terra Crypto 138 con l’incarico di condurre le medesime ricerche del suo predecessore, ma dopo aver impersonato il presidente degli Stati Uniti si da alla pazza gioia facendo festini con molte modelle, intrattenendo i rappresentanti di stato con sontuose cene e molto altro. Grazie a questi contesti, abbandonando gli ideali di distruzione dei Crypto, 138 scopre un modo per riprodursi.

L’Unione Sovietica nel frattempo scopre la vera identità di 138 e distrugge la nave madre dei Crypto in orbita attorno alla Terra, e nel frattempo attacca l’alieno sul suolo, ma non prima di trasportare le onde cerebrali di Pox ossia il mentore dei due Crypto, in un nucleo cibernetico in quanto il corpo è stato distrutto sulla nave citata poc’anzi. Da qui inizierà la nostra storia per recuperare non solo la tecnologia aliena, ma anche di capire come assassinare l’intera umanità senza farsi scoprire.

La libertà della nostra strada

Il primo Destroy All Human era realizzato come se fosse un racconto, dove da una missione all’altra dovevamo compiere determinati compiti allo scopo di capire come si riproducono gli umani, e di trovare un modo per i Crypto di fare altrettanto e nel frattempo uccidere l’intera umanità. L’essenza della superiorità degli alieni viene mantenuta intatta, permettendo al giocatore di non sentire la differenza dall’episodio precedente ma mantenendo l’originalità del titolo anche a distanza di anni.

Perché dico questo? Be semplicemente gli sviluppatori di THQ Nordic hanno scelto di trasportare il giocatore da un racconto ad episodi, in stile Bulletstorm per capirci, ad una realtà open world con la possibilità di visitare diverse città immaginarie. Queste località sono ispirate alle varie metropoli della nostra realtà, un esempio è Albony è ispirata a Londra mentre Bay City è similare alla città californiana di San Francisco, e questo avviene con un po’ tutte le realtà presenti in gioco.

Ma scegliere la località per seguire la trama nelle varie città non è l’unica aggiunta del remake, perché si poteva fare anche nella versione originale però la nostra nave era limitata solamente nel trasporto, ora ha diverse altre caratteristiche che ne parleremmo in seguito. Un aspetto che ho adorato sin dai primi momenti, che spesso poi mi sono fermato a dilettarmi nel cambiare ogni tanto anche solo per mutare l’aspetto, sono le skin per 138 che della navicella.

Le novità per un icona della moda

In un remake si può fare lo scivolone basti pensare un po’ quello che è successo a Medievil, hanno trasportato letteralmente il prodotto lanciato negli anni 90 in tempi più recenti, risultato? Si ha lo stesso gioco con gli stessi pregi e difetti. Questo è avvenuto anche con Destroy All Human 2? Assolutamente no in quanto sono state aggiunte alcune novità che, per chi ha conosciuto il gioco negli anni scorsi, non si erano visti.

Sono aumentate le missioni secondarie in modo d’affrontare diverse sfide per gli appassionati, come attaccare fortini dei vari eserciti ( come quello americano, inglese oppure sovietico) oppure gareggiare con un Futron ( ossia robot che aiutano i Crypto) in 3 diversi tipologie di velocità. Oltre alle missioni secondarie è stato aggiunto anche la modalità Arkvoodle, ma che cosa è questa nuova interazione?

In poche parole i Crypto hanno creato un culto grazie ai vari manufatti portati dai Funtron, i quali nel corso dei millenni hanno portato alcuni idoli sul nostro pianeta. Per far si che noi non veniamo visti in modo negativo, e magari similare ad un profeta, dovremmo compiere diverse missioni legate al nostro disco volante dove le persone possono eventualmente farvi visita, oppure esser un luogo di pace ma rimane sempre una zona d’atterraggio per il nostro veicolo spaziale.

Un comparto all’altezza, ma non per la stoltezza

Bisogna comunque affermarlo, per chi magari ama il comparto multiplayer come il sottoscritto, Destroy All Human 2 è in singolo giocatore e per poter giocare alla modalità online, bisogna scaricare un comparto distaccato dallo store. Se la campagna richiede una spesa in euro per giocare legalmente, l’online invece è completamente gratuito giocabile in modalità locale oppure tramite la connessione internet.

Ma ritornando al secondo capitolo della serie, e sperando in un prossimo futuro di un terzo capitolo che non guasterebbe, le meccaniche di gioco sono estremamente basilari e simili al capitolo precedente. Con un grilletto del pad potremmo letteralmente uccidere chiunque d’innanzi a noi, con un arsenale di tutto rispetto che potremmo trovare nel corso dell’avventura nelle diverse mappe di gioco.

Tramite il dorsale sinistro potremmo cambiare arma, con la pressione di un secondo switcheremo dalla primaria alla secondaria – e non oltre – mentre se manterremo la pressione sullo stesso tasto allora ci verrà mostrata la ruota delle armi. In totale sono 9 le bocche da fuoco che potremmo utilizzare contro quelle povere creature degli umani, che saranno divisi rispettivamente in hippie e forze di difesa ( polizia, esercito oppure spie).

Non facciamoci vedere

Aspetto molto interessante sono gli spostamenti in quanto, come si disse nel film di Man in Black con Will Smith, l’umanità come popolazione non è pronta per l’incontro con gli alieni ma il singolo si. Infatti chi conosce la realtà dei grigi non si fa scrupoli per contrastarli, sia con la diplomazia che con la forza, mentre con la popolazione normale invece che non conosce la realtà extraterrestre sarà estremamente spaventata dal contesto, infatti tenderà a scappare e a chiamare la polizia.

Da li inizierà uno scontro a fuoco con il protagonista fino ad avere una escalation con l’esercito, qui abbiamo due possibilità il primo quello di ammazzare tutti – con il rischio di venire brutalmente assassinati se la barra dello scudo va a terra, che si rigenera se andiamo in copertura – oppure volare come Iron Man. Perché infatti Crypto 138 ha la possibilità di avere un JetPack in grado di spostarsi in 3 dimensioni, nel caso in cui veniamo visti basterà andare su di un tetto e aspettare che la paura passi.

Per le missioni invece sono molto semplici da trovare basterà controllare la mappa, divisa in quella a schermo piccolina fino ad arrivare a quello del menu grande quanto lo schermo del televisore/monitor, dove le icone azzurre sono le missioni secondarie mentre quelle gialle per la storia.
Il comparto tecnico è davvero azzeccato con battute divertenti sia per 138 che per gli interlocutori, le musiche sono molto belle e gli effetti sonori sono adatti al contesto. Anche se il doppiaggio è all’altezza però ce da segnalare che è in inglese, però con la traduzione per i sottotitoli e per le voci a schermo risulta godibile.

La combinazione delle abilità

Durante la rilettura dell’articolo mi sono accorto che ho dimenticato la mescolanza genetica, infatti come ho accennato all’inizio dell’articolo i Crypto cercano un modo per riprodursi che non sia, come avete sicuramente capito, la clonazione forzata. La clonazione è sicuramente un aspetto importante in quanto, permetterebbe di avere un ricambio di organi duraturo nel tempo ma ha un difetto, se si replica le copie delle copie dei geni in un lontano futuro non sarà più possibile ricreare un clone.

Per tanto sono sulla terra per studiare la combinazione del DNA, facendo questo si ha la possibilità di avere delle abilità fuori dal comune dovute alla manipolazione dei geni, con l’aiuto degli umani e di altri alieni accennati ma non citati. Infatti potremmo utilizzare una miriade di poteri, derivanti da una schermata di potenziamenti che potremmo sbloccare con dei punti abilità, che sbloccheranno poi altri poteri.

Questi poteri si differenzieranno dal sollevare persone oppure oggetti, impersonarsi ad altri oppure condizionare esseri umani però alcuni di essi hanno una volontà così forte da non essere manipolati. Per tanto potremmo utilizzare fino a quattro abilità divise nei rispettivi tasti del pad, o della tastiera asseconda dove e come giocate, che aiuteranno ad alternare il modo di divertirsi in Destroy all Humans 2.

Overall
8.5/10
8.5/10
  • - 8.5/10
    8.5/10

Summary

Ritornare a dare fastidio al genere umano dopo 18 anni dal lancio originale del titolo, il gioco risulta estremamente divertente e solido nelle meccaniche con diverse battute legate alla cultura pop del mondo della fantascienza, della narrativa e molto altro ancora. Gode di molte ore di gioco grazie alle missioni principali e alle secondarie, in grado di intrattenere l’utente in diversi modi sia per se stessi che per tutta la famiglia.

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.