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Nonostante Dragon Ball GT venga spesso ricordato con affetto da una parte della fanbase, la serie continua a essere una delle più discusse del franchise, soprattutto per il suo status di “non-canon”. Akira Toriyama, creatore originale di Dragon Ball, ebbe un ruolo estremamente limitato nello sviluppo della serie, ma ciò non significa che il suo tocco sia del tutto assente. Al contrario, alcuni degli elementi più memorabili – e controversi – di GT portano proprio la sua firma, come il discusso redesign di Vegeta.
Il Vegeta baffuto che spaccò in due la community
Tra i pochi contributi diretti di Toriyama a Dragon Ball GT, troviamo nuovi design dei personaggi principali, pensati per riflettere l’evoluzione temporale rispetto alla fine di Dragon Ball Z. L’intento era quello di dare ai protagonisti un aspetto più maturo e “terreno”, in linea con l’ambientazione più cupa e avventurosa dello spazio. Eppure, nessun design è stato più divisivo di quello di Vegeta: baffi ben in vista e un taglio di capelli squadrato che lo rendevano irriconoscibile.
I fan reagirono con perplessità sin dal primo momento. Non solo per l’estetica insolita, ma anche perché contraddiceva una regola affermata dallo stesso Vegeta nella saga di Cell: “I capelli dei Saiyan non cambiano mai”. Il baffo, per molti, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Eppure, come ricorda qualcuno, anche suo padre, Re Vegeta, sfoggiava una barba pronunciata. Forse, quindi, il Principe dei Saiyan non fece altro che seguire le orme paterne.
Un momento comico entrato nella storia di GT
Il momento in cui Vegeta si libera del suo famigerato baffo è diventato uno dei siparietti comici più memorabili della serie. Nell’episodio 25, “L’arrivo di Baby”, Vegeta appare senza baffi e cerca approvazione dagli altri. Goten non nota nulla, lasciando Vegeta deluso. Bulma, invece, riconosce subito il cambiamento, scatenando un raro sorriso del marito. Ma è solo quando Bulma spiega a Chi-Chi che a convincere Vegeta a radersi era stata Bulla – che gli aveva detto “quel baffo ti fa sembrare uno sfigato” – che la scena raggiunge il suo culmine. Il trauma per Vegeta è palpabile.
Questo episodio, seppur leggero, è perfettamente coerente con il personaggio: un guerriero orgoglioso, ma anche un padre che tiene molto all’opinione della sua famiglia. Non è nemmeno la prima volta che Vegeta mostra un lato più buffo o stilisticamente azzardato. Basti ricordare la camicia rosa con scritto “Badman” nella saga degli Androidi, un’icona della moda Dragonballiana ancora oggi.
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Un look criticato, ma fondamentale per l’evoluzione del personaggio
Dopo aver eliminato i baffi, Vegeta adotta un look più “cool”, con giacca di pelle smanicata che diventerà il suo outfit distintivo in GT. Eppure, proprio quel look criticato rappresenta un tassello fondamentale del suo percorso: un Vegeta che cerca di integrarsi nel mondo terrestre, che sperimenta, che sbaglia e si mette in discussione.
Col tempo, la gag del baffo è diventata uno dei simboli del modo in cui Dragon Ball GT riusciva a trattare i suoi personaggi anche con ironia, senza però tradirne l’essenza. E, in fondo, è proprio questa la forza dell’eredità di Toriyama: aver creato personaggi così ben caratterizzati da risultare autentici anche nelle situazioni più improbabili.
Conclusione
Il baffo di Vegeta resta forse la scelta stilistica più discussa dell’intera saga di Dragon Ball GT, ma è anche un dettaglio che ha contribuito a renderlo più umano e affascinante. È il segno di una fase di transizione, sia per il personaggio che per la serie. E oggi, a distanza di anni, quel baffo fa parte del mito.