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Dopo ben due anni di distanza dal primo Dragon Quest Heroes arriva sugli scaffali il secondo capitolo targato Square Enix, Dragon Quest Heroes II. Nonostante un’idea di base non proprio esaltante, unire le forze di Square ed Omega Force (brand noto soprattutto per i titoli musou), il primo capitolo è riuscito a convincere sia i fan più fedeli della saga che i neofiti! Il target del secondo capitolo era chiaramente limare le imperfezioni presenti nel suo predecessore, e adesso andiamo a scoprire se l’obiettivo è stato centrato.
L’odissea dei musou maledetti
Cominciamo subito col dire una cosa: le meccaniche e la ripetitività tipiche dei vari titoli Dinasty Warriors è presente, e dobbiamo farcene una ragione. Partendo da questo concetto, qualunque giocatore non sia amante del genere, prenda le dovute distanze da Dragon Quest Heroes II. Premesso ciò, svisceriamo il titolo pezzo per pezzo, partendo dalla trama.
L’ultima fatica di Square Enix e Omega Force presenta un intreccio narrativo senza molte pretese: entusiasmante quanto basta, forte della caratterizzazione del maestro Akira Toriyama e privo di troppi colpi di scena. La storia ci offre insomma il minimo sindacale per spronare il giocatore ad affrontare orde di temibili avversari. Come quanto avviene per il primo capitolo, potremo inizialmente scegliere fra due personaggi, cugini iscritti all’accademia militare di nome Lasaar e Theresa. La scelta dell’uno o dell’altro eroe non inciderà sullo svolgimento o sulla conclusione della storia. I due ragazzi intraprenderanno un viaggio irto di pericoli e temibili nemici, allo scopo di ristabilire la pace millenaria fra i Sette Regni.
L’epicità dell’avventura che i nostri eroi dovranno affrontare cresce sempre più, partendo da una spettacolare sequenza filmata introduttiva, per poi concludersi con un finale esplosivo. Fattore che gioca estremamente a favore del coinvolgimento del giocatore è il modo in cui i personaggi, sia principali che secondari, sono emotivamente coinvolti in ciò che accade attorno a loro. Per quanto concerne invece la personalizzazione degli eroi, sarà possibile apportare modifiche al proprio alter ego solo dal punto di vista dell’equipaggiamento e delle armi, nessun cambiamento estetico consentito, vista comunque la mano illustre del maestro Toriyama coinvolta nel progetto.
Le ambientazioni presenti, un po’ spoglie ma sicuramente meglio realizzate rispetto al primo capitolo, sono completamente nuove, e lo stesso si può dire per buona parte dei personaggi. Fortunatamente la cura al dettaglio è notevolissima rispetto ai titoli musou, allontanando in questo modo lo spettro di una realizzazione tecnica approssimativa tipica del genere. Anche i nemici presentano modelli poligonali piacevoli, e alcuni di essi risultano talmente graziosi che ci sentiremo in colpa dopo averli buttati giù con violenza. Inoltre, delle facce conosciute faranno la loro comparsa in Dragon Quest Heroes II, ma non vi sveliamo di chi si tratta.
Un ibrido al confine fra l’hack’n’slash e il JRPG
In Dragon Quest Heroes II a farla da padrone è inevitabilmente l’hack’n’slash, considerando la mano pesante, onnipresente di Omega Force in tutte le sequenze di combattimento. Lo schema è quello tipico dei musou, scandito dall’alternarsi delle diverse combo per polverizzare orde di nemici. L’effetto è a dir poco caotico, e la noia potrebbe facilmente prendere il sopravvento nel giocatore non avvezzo a titoli del genere, ma il tutto viene alleggerito dallo scanzonato stile di Dragon Quest.
A svecchiare la formula di base ci pensano gli elementi JRPG, risicati ma decisivi per non lanciare il gioco dalla finestra dopo le prime ore di avventura. Sarà infatti indispensabile studiare le abilità peculiari di ciascun eroe, in modo da mettere in piedi un party efficiente ed equilibrato, che ci permetta di affrontare tutte le situazioni. Ad ogni avanzamento di livello vi sarà un corrispondente aumento di HP ed MP, e una generosa elargizione di punti abilità da spendere per sbloccare nuove mosse letali. Per i due personaggi principali vi è anche un valore aggiunto: sarà infatti possibile, incarnando lo spirito tipico degli RPG, scegliere quale strada intraprendere tra guerriero, mago, ladro, sacerdote o picchiatore, e la scelta avverrà completando specifiche missioni di gioco.
Una decisione degli sviluppatori mirata ad accontentare qualsiasi giocatore, dunque non temete se la forza bruta non è nel vostro stile, potrete sempre scegliere la via del mago infame che attacca dalla distanza! Immancabile la cosiddetta barra della tensione (musou rage per gli amici) che, una volta piena, permette di essere invulnerabili, più forti e veloci, e di sferrare un attacco finale che travolgerà i vostri nemici.
Impossibile inoltre non menzionare la scelta estetica di dotare il personaggio di un’aura luminosa in fase di massima tensione, con tanto di capelli ritti alla Super Sayan (mica si nota lo zampino di Toriyama?). Mancanza grave, che gioca certamente a favore del “fattore noia”, è l’intelligenza artificiale non pervenuta dei nemici che affronteremo. La difficoltà è infatti prepotentemente orientata verso il basso, e avanzare si rivelerà quasi come una scampagnata per buona parte degli scontri. Inoltre la telecamera a tratti confusionaria, soprattutto durante le boss fight, vi istigherà a colorite imprecazioni in più di una occasione.
Un piacevole ritorno è costituito dalla presenza del sistema di medaglie. Oltre a quelle Sentinella e Attivista, tramite le quali è possibile lanciare sul campo di battaglia un mostro che proteggerà una porzione di terreno, o evocare creature in modo da poter sfruttare la loro abilità speciale, si aggiunge la medaglia Sostituto, che permetterà di trasformarci temporaneamente in uno dei nostri avversari. Interessante novità è costituita dall’introduzione in Dragon Quest Heroes II del multiplayer cooperativo, fino a quattro giocatori, tutti insieme ad affrontare le missioni dell’avventura principale. Piacevole aggiunta che è sempre però segnata dal velo della noia, dopo aver affrontato tutte le quest della storia.
[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Dragon Quest Heroes II ha fatto passi in avanti importanti rispetto al suo predecessore: texture più pulite, una buona attenzione al dettaglio (tranne nelle ambientazioni), l’introduzione delle medaglie Sostituto e della modalità cooperativa sono tutte novità che svecchiano la formula di base, allontanando complessivamente lo spettro della “musou noia”. Aggiungiamo all’impasto un intreccio narrativo discretamente interessante, la partecipazione del maestro Toriyama e il piatto prelibato è servito! Una telecamera in alcuni frangenti da manicomio, l’intelligenza artificiale dei nemici rasente lo zero e lo zampino di Omega Force nel sistema di combattimento potrebbero però dare da pensare ai fan indecisi sull’acquisto![/stextbox]