For Honor – Recensione

Come ogni anno, Ubisoft riesce a sfornare nuove idee. Dopo l’ultima uscita di Steep, gioco dedicato agli sport invernali, la software house torna con una nuova proprietà intellettuale ricca d’azione: For Honor.

La legione di ossidiana

In molti si sono chiesti se il nuovo titolo targato Ubisoft avesse o meno la tanto amata campagna single player, da una parte vi rispondiamo di si dall’altra invece, vi rispondiamo che non è era ciò che aspettavamo. For Honor ha una campagna single player suddivisa in tre capitoli: Cavalieri, Vichinghi e Samurai. Chiariamo subito che questa campagna si serve come “tutorial”, dal momento che il gioco è prettamente incentrato sul multiplayer.

Essa è composta da quattro livelli di difficoltà: Facile, Normale, Difficile e Realistico. Per volgere al termine la modalità Storia, giocabile anche in co-op, ci abbiamo impiegato 6 ore a difficoltà normale mentre, per tutti per quelli che vogliono godersi appieno tale modalità, c’è la difficoltà “realistica” nella quale non saranno presenti checkpoint e interfaccia vari: ad esempio, è possibile intuire dove l’avversario sta andando a colpire. Prima di avviare il livello, abbiamo l’opzione di scegliere due potenziamenti per il nostro eroe; questi, di solito, variano dallo strumento per l’energia della vita al potenziamento della lama. In ciascun livello possiamo trovare i collezionabili intitolati “Osservabili” e “Distruggibili”. I primi sono sparpagliati in determinate zone e sono visibili dai punti luminosi della mappa. I distruggibili, invece, sono notabili attraverso i vasi bianchi da distruggere e in questi di solito troviamo vari elementi come l’acciaio, ornamenti, stili, elmi che poi andranno ad utilizzarsi nell’online.

I 18 livelli della campagna di For Honor servono a porre le basi per un titolo incentrato completamente (o quasi) sul multiplayer. Fin da subito possiamo accedere alla storia, impugnare il nostro spadone e cominciare il massacro, nel pieno divertimento e appagamento. La trama è buona, si lascia seguire molto piacevolmente e si concentra sull’uccisione dei deboli premiando gli arditi e i lupi. La ripetitività tra un livello e l’altro si sente: ci troveremo, in alcuni tratti, a cavalcare un cavallo evitando vari ostacoli, utilizzare una balestra e persino trovare ondate di nemici dove l’unica soluzione possibile è resistere. Con prepotenza, Ubisoft poteva osare di più per garantire una campagna molto più longeva e definita. Alcuni giochi competitivi hanno dimostrato come anche la campagna non sia solo un amaro contentino o un lungo tutorial: basti pensare al recente Titanfall 2, FPS in grado di offrire una campagna ad alti livelli con una trama davvero ricca e interessante.

Cavalieri, vichinghi e samurai

Prima di parlarvi in maniera esaustiva del comparto multiplayer di For Honor, passiamo ad analizzare la personalizzazione degli eroi che, a dirla tutta, ci è piaciuta. Del nostro eroe abbiamo la possibilità di modificare l’aspetto estetico aggiungendo ornamenti, materiali e colori. Partendo dalla testa a livello estetico possiamo scegliere l’incisione e i simboli, per poi proseguire alla spalla destra, spalla sinistra, schiena e stendardi. Questa parte è riservata solo a livello estetico. Per quanto riguarda invece l’equipaggiamento, possiamo potenziare quattro parti: elmo, corazza, bracciali e arma. Ogni volta che andremo a concludere una partita e salire di livello verranno sbloccati vari oggetti e materiali che andranno ad aggiungersi al nostro eroe.

Il multiplayer è il punto focale di For Honor. Esso è composto da tre modalità: “Deathmatch”, “Duello e mischia” e “Dominio”. La prima è composta da 4 giocatori che combattono contro altrettanti giocatori; e, a sua volta, è suddivisa in modalità “Schermaglia” e modalità “Eliminazione”. In “Schermaglia” la prima squadra che raggiunge i 1.000 punti vince, mentre in “Eliminazione” bisogna sconfiggere la squadra avversaria. In quest’ultima, abbiamo notato inoltre come i match siano poco equilibrati: per esempio quando la nostra squadra perderà 3 dei nostri combattenti e quando noi siamo gli unici rimasti in vita, i 4 della squadra avversaria si scaglieranno addosso all’unico eroe rimasto. Diventa altamente improbabile se non impossibile vincere. La modalità che poi ci ha maggiormente colpito è quella del “Duello e mischia”. In questa possiamo affrontare il combattente 1 vs 1 oppure 2 vs 2. Tuttavia, spesso e volentieri è capitato che uno dei nostri avversari in procinto di morire, inizi a scappare per tutta la mappa costringendoci a seguirlo in lungo e in largo per dargli l’ultimo colpo di grazia. Invece, l’ultima modalità presente è appunto “Dominio”: questa si basa nel occupare diverse zone, allo scopo di uccidere la squadra avversaria per raggiungere poi la soglia dei 1000 punti. In tutte e tre le modalità, dunque, c’è la possibilità di affrontare i giocatori di tutto il mondo ma soprattutto anche quella di affrontare l’intelligenza artificiale.

For Honor Recensione

Livello tecnico

A livello tecnico For Honor ci ha davvero stupito. La campagna, seppur lineare, riesce a soddisfare le varie ambientazioni con un buon comparto visivo. Gli schizzi di sangue sono ben evidenti come lo sono le ferite che si aprono sui personaggi. Per quanto concerne l’audio l’abbiamo trovato abbastanza ripetitivo, questo perchè ogni singola parola detta dagli eroi a lunga andare stancava diventando sempre più monotono il dialogo, in compenso i versi sono di buona fattura.

Per finire in bellezza questa recensione vi lasciamo qualche riga dedicata ai 55 trofei. Alcuni di questi riguardano il termine della campagna a tutti i livelli di difficoltà, mentre altri il raggiungimento di un certo livello di notorietà con un eroe, il conteggio dei salvataggi di un alleato all’interno degli scontri PvP e cosi via.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]For Honor è un gioco totalmente multiplayer che si farà apprezzare col tempo. La campagna è solo un tutorial che fa da base per l’online. A livello tecnico ci ha davvero colpito: l’action gira a 1080p con i 30 fps ancorati su PlayStation 4. Una pecca molto dolente va ai server: ce ne aspettavamo molti dedicati con matchmaking più veloci. Ubisoft supporterà a lungo termine un gioco che farà sicuramente parlare di sé? La fiducia è tanta.[/stextbox]

Sull'autore

Salvatore Cappai

Classe 1990. Su HavocPoint troverai tantissime mie recensioni dedicate ai videogiochi e tantissime novità sul mondo delle SerieTv e del cinema!