Future State: Immortal Wonder Woman #1 – Recensione

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La nuova linea editoriale temporale DC, Future State, ci sta mostrando tutti gli eroi in un futuro non troppo lontano, ma ovviamente in una realtà parallela. Abbiamo visto Yara Flor come la Wonder Woman più importante all’interno di queste storie, ma non è l’unica a indossare i suoi panni. Con Immortal Wonder Woman ne conosciamo altre due, che non hanno lo stesso impatto di Yara, ma che riescono comunque a catturare grazie alla sceneggiatura e ovviamente alle matite veramente ben funzionanti.

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La prima storia è scritta da Becky Cloonan e Michael W. Conrad con le matite di Jen Bartel. La protagonista è Diana Prince che ricorda tutti gli eroi morti durante la grande battaglia. Amici che erano diventati quasi come una famiglia per Diana e in quelle pagine viene messa a nudo la sua sofferenza al riguardo. Ovviamente il momento drama deve farsi da parte per darci un po’ di ciccia da digerire e questo accade con l’arrivo del caro e buon Darkseid. Il super villain arriva sulla terra, ma troverà il pane per i suoi denti.

La sceneggiatura di Cloonan e Conrad riescono a dare una grande spinta a Diana di Future State grazie al buon uso della psicologia. Wonder Woman è rammaricata e triste per la perdita degli amici e la prima parte è dedicata proprio a questo suo dolore. Anche Apokopolis viene rappresentata come si deve con un Darkseid più forte e determinato che mai. Arrivando invece alle matite di Bartel c’è poco da dire. Dopo la sua avventura con Image, ritrovarcelo in DC su Wonder Woman è un vero piacere visivo. Il tratto è delicatissimo e la bellezza di Diana risulta essere dirompente in ogni punto. Sembra in effetti più una principessa vera che una guerriera. Non vi preoccupate però, mena come una fabbro.

La seconda storia è firmata da L.L. McKinney e illustrata da Alitha E. Martinez e Mark Morales. Stavolta seguiamo le vicende di una terza Wonder Woman, Nubia. Si tratta della figlia di Hippolyta e sorella di Diana e in questa storia ci viene evidenziato il suo attaccamento, nonché lealtà, verso la sua terra natia. L’isola che ha giurato di difendere a tutti i costi.

La sceneggiatura si muove in modo veloce, mai noioso e non inciampa da nessuna parte. Questo potrebbe essere già un buon modo per capire la bontà del racconto. Vedere una terza Wonder Woman cosi diversa fa piacere e i disegni riescono a dare giustizia alla fisicità dell’eroina e alle scene d’azione da vero rock & roll.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".