God’s Trigger – Recensione

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Il panorama indie in ambito videoludico continua, pur ricalcando le gesta di un passato mai dimenticato dai videogiocatori appassionati, a sfornare nuovi titoli che amalgamano perfettamente l’obsolescenza di alcune meccaniche di gioco ad un innovazione in termini di immediatezza pur sempre tangibile. Stavolta è toccato ai talentuosi ragazzi di One More Level che hanno estrapolato dal cilindro God’s Trigger, un prodotto che di certo non farà gridare al capolavoro ma che sicuramente riesce a soddisfare l’obbiettivo primario del medium, ossia divertirsi sia in singolo che in compagnia.

Angeli e demoni:

In modo del tutto semplicistico possiamo asserire senza alcuna remora che God’s Trigger è uno sparatutto con visuale dall’alto molto vecchia scuola, ma con delle meccaniche interessanti ed una difficoltà che si attesta su buoni livelli, e con una forte componente cooperativa, ma che allo stesso tempo risulta godibile anche in singolo, ed il nostro compito nel corso dell’avventura sarà quello di guidare Harry, un’angelo decaduto oppure Judy un demone spietato, nel loro viaggio per fermare i quattro cavalieri dell’apocalisse ed impedire così la distruzione della terra.
La prima particolarità del titolo dei One More Level (decisamente “Old School”) sta nel fatto che qualora decidiate di giocare con un’amico dovrete scegliere quale personaggio utilizzare, mentre se giocate da soli, potrete utilizzarli entrambi (uno alla volta) swichando, premendo il tasto B, di volta in volta fra Harry o Judy in modo da poter utilizzare al meglio le loro abilità speciali.
Se di base i due personaggi presentano una struttura molto simile, entrambi con la possibilità di impugnare un’arma principale, una spada a corto raggio nel caso di Harry e una sorta di frusta lungo raggio per Judy, e quella di raccogliere l’arma dell’avversario appena eliminato, dall’altra presentano delle caratteristiche uniche delle abilità speciali che ci permettono di superare i vari ostacoli ambientali o cogliere di sorpresa i nemici, ad esempio Harry sarà in grado di sfondare alcune pareti (evidenziate) mentre Judy può effettuare un teletrasporto che gli permette di arrivare in alcune zone altrimenti inaccessibili, in totale sono presenti ben sette abilità uniche per singolo personaggio, come rallentare il tempo per schivare le pallottole o diventare invisibile per qualche secondo per poter abbattere indisturbati i nemici, tutti elementi che dovrete saper usare a dovere perché man mano che andrete avanti nell’avventura vi torneranno davvero utili nonchè sbloccabili tramite l’apposito menu prima di ogni stage, completando le varie missioni e salendo di livello.

Battaglie apocalittiche:

Una volta impugnato il pad, soffermandoci principalmente sul gameplay, capiamo subito quanto la struttura ludica messa in piedi dal team di sviluppo risulti esser immediata, divertente, ma allo stesso decisamente impegnativa…questo perché basterà davvero poco per essere uccisi e iniziare di nuovo tutto da capo, correre e sparare all’impazzata non sarà di certo la soluzione migliore ma bisogna il più delle volte utilizzare un po’ di strategia, agire di soppiatto dove serve e stare attenti alla posizione dei nemici e soprattutto alle loro armi, perché affrontare tre o quattro nemici dotati di un’arma bianca risulta abbastanza semplice, ma se nell’area si trova un nemico armato di pistola o di un’altra arma a lungo raggio, la situazione cambia radicalmente…ed ergo non preoccupatevi se vi ritroverete più e più volte ad affrontare la stessa area poichè il gioco include nella sua curva d’apprendimento proprio il “Trial and Error“.
Al tempo stesso però la difficoltà pur essendo decisamente alta non porta mai ad un eccessivo livello di frustrazione dovuto al ripetere più volte le stesse azioni, anzi al contrario poichè ti spinge sempre di più a migliorare in corso d’opera le nostre abilità.

Bello da vedere:

Sul fronte grafico il titolo di One More Level presenta uno stile fumettoso molto gradevole, ma con una forte componente “gore” dovuta ai litri di sangue virtuale che scaturiranno dai corpi dei nostri avversari dopo il nostro passaggio e proprio il motore di gioco si mantiene sempre fluido in ogni situazione, anche quando avremo a schermo una moltitudine di nemici e questo per un titolo del genere è l’elemento più importante. Di notevole fattura anche le scene di intermezzo realizzate grazie alla tecnica del motion comics che riescono a spiegare al meglio la trama, grazie anche ad un’ottimo doppiaggio in lingua inglese.

Sull'autore

Francesco Palmiero

Enciclopedizzare, narrare, contemplare e condividere insieme l'arte videoludica.