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Nel corso del weekend, l’ex Presidente Donald Trump ha annunciato un piano per introdurre dazi del 100% sui film prodotti al di fuori degli Stati Uniti, una proposta che potrebbe avere conseguenze disastrose per l’industria dell’animazione giapponese e, in particolare, per la diffusione degli anime nei cinema americani.
Negli ultimi anni, il successo globale di film come Demon Slayer – Il Treno Mugen ha spinto l’anime verso un’inedita popolarità internazionale. Titoli come One Piece Film: Red, Godzilla Minus One e le riedizioni Ghibli in IMAX hanno mostrato che il pubblico americano è sempre più affamato di contenuti animati dal Giappone. Ma tutto questo potrebbe presto cambiare.
Cosa prevede il piano?
L’annuncio, condiviso da Trump sui social, prevede un’imposta del 100% su ogni film realizzato all’estero. Anche se i dettagli restano vaghi, qualunque produzione interamente giapponese – e quindi anche gli anime – rientrerebbe nel provvedimento. Le conseguenze? Distribuire film anime negli USA potrebbe costare il doppio rispetto a oggi.
Un duro colpo per licenziatari e fan
Distributori come GKIDS, Crunchyroll e altri si troverebbero davanti a una scelta difficile: assorbire i costi maggiorati o rinunciare del tutto a portare certi film nei cinema statunitensi. Le prime vittime sarebbero le opere di studi indipendenti o meno noti, come Studio Chizu (Mamoru Hosoda) o Science Saru (Inu-Oh), ma anche gli eventi speciali e le anteprime di episodi televisivi.
Anche home video e streaming sono in pericolo
Se i dazi venissero applicati anche a DVD, Blu-ray e diritti digitali, i fan americani rischierebbero di dover aspettare mesi o anni prima di vedere legalmente un film, con costi decisamente più alti. Una situazione che riporterebbe l’anime alla sua distribuzione di nicchia degli anni ‘90, ben lontana dall’onda di successo dell’ultimo decennio.
Il futuro dell’anime negli USA è incerto
In un periodo in cui l’animazione giapponese aveva finalmente trovato il suo spazio anche nelle grandi catene cinematografiche americane, questa decisione rischia di bloccare un’intera industria in pieno fermento. I prossimi mesi saranno decisivi per capire se il piano di Trump verrà attuato e in che misura, ma intanto l’ansia tra fan, licenziatari e creatori è più che giustificata.