Infinity Gauntlet – Il Guanto dell’Infinito – Recensione

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Ci sono delle storie che potremo definire immortali e sono quelle che poi rimangono impresse nelle menti e nei cuori dei lettori per tutta la loro vita. Alcune di queste, andranno sicuramente studiate in futuro perché rappresentano dei veri e propri capisaldi e perni della narrazione e del disegno. Tra le storie targate Marvel è difficile pensare a qualcosa di più imponente del Guanto dell’Infinito, scritto da Jim Stralin e che vede alle matite George Pérez e Ron Lim. Nata inizialmente come una miniserie, questa storia ha condizionato tanti altri sceneggiatori futuri e ha dato parzialmente vita a film re d’incassi Avengers: Infinity War. Panini Comics ha deciso di riproporre questa serie e invece noi cosi concludiamo la nostra avventura tra la storia del Titano Pazzo iniziata con Io Sono Tanos e proseguita con Infinity.

Il mondo in mano a un folle

Per chi avesse visto il film Infinity War, ma senza una lettura dei vari albi Marvel, consiglio quanto meno di recuperare gli altri due albi trattati insieme a questo. Perché insieme potranno spiegarci in parte l’animo nichilista e subdolo di Thanos e si troveranno facilmente delle somiglianze. Tralasciando questo, però. L’antagonista principale nei fumetti è abbastanza diverso da quello cinematografico ed è diversa la motivazione che lo spinge a lottare. Ne Il Guanto dell’Infinito troveremo Thanos in preda alla pura follia dettata dall’onnipotenza delle gemme dell’infinito. Dopo averle recuperate ed essersi fatto lusingare da Mefisto, il Titano decide di costruire un santuario per la sua amata, Lady Morte. Questa però, non solo non gli rivolge una parola, ma sembra addirittura detestarlo profondamente e sarà questo a spingerlo verso la guerra totale all’universo Marvel. Ad accogliere la sfida saranno gli eroi rimasti in vita dopo la folle decisione di far scomparire metà dell’universo.

Ciò che ne esce fuori dall’albo è una storia in cui scopriamo anche come era stato sconfitto in precedenza il villain e che stavolta, lo stesso trucco non avrebbe mai funzionato. Da qui possiamo comprendere molto della sua personalità e delle sue finalità, con delle azioni spesso immotivate e irrazionali. Allo stesso tempo questa è una delle più grandi alleanze dell’universo per battere il villain e dovrebbe essere nella libreria di ogni fan.

Il Titano Pazzo

Bisogna dire senza alcun dubbio che Jim Starlin conduce il suo gioco fino in fondo senza perdersi nei meandri delle sciocchezze. La storia è in costante verticale ed emoziona passo dopo passo, pagina dopo pagina. La scioltezza nel far passare avanti gli eventi più importanti e dar vita a ogni personaggi ricalca su ogni singolo elemento. Non si può dire molto sui personaggi più possenti e assenti dell’universo Marvel perché per ovvi motivi, non c’è molto da dire su queste entità. Tutti gli altri partecipanti invece hanno un delineamento preciso, ma ovviamente senza andare troppo nel profondo per una questione di tempistiche. I dialoghi, nonostante i 26 anni non sono invecchiati e Thanos è descritto in una maniera eccelsa da ogni punto di vista. Ogni lato del suo carattere viene a galla e cosi anche ogni paura.

Dietro alle matite troviamo George Pérez e Ron Lim, che imbastiscono una vera epopea colorata e piena di stile. Il tratto morbido e sottile caratterizza appieno i personaggi e anche l’ambientazione. I dettagli sfumano di precisione e risultano a essere molto interessanti anche le proporzioni, che proprio in questo albo hanno un’importanza predominante su tutto. Grazie a queste possiamo renderci conto delle grandezze e delle piccolezze di tutti, ma sopratutto di comprendere la verità che si cela dietro alla creazione della miniserie. Potrei definire quest’opera una vera e propria cena al ristorante stellato in una serata speciale.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".