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Insidia si presenta come il nuovo indie free to play strategico italiano di Bad Seed, che ha come obiettivo lo sfondare nel mondo dei giochi a turni, sfruttando il meccanismo dei “campioni” come immagine.
In un’era post-apocalittica, un variegato cast di personaggi fra cui mutanti, cavalieri e teppisti si scontrano tra di loro per la supremazia.
Semplice, complesso, ma poco originale
Questo è il concetto di Insidia, niente di più, niente di meno. Di fatto, l’essenza del titolo sta nel proporre nel modo più sontuoso e accattivante un gameplay ben studiato e sicuramente funzionante. Come base, l’introduzione di diversi campioni dal design ben curato e da un background piuttosto scialbo non è di per sé una cattiva idea, visto che grazie ai giochi come League of Legend, Overwatch e simili l’idea di utilizzare dei personaggi ben specifici all’interno dei giochi competitivi si è rivelata di successo.
Tuttavia, in un’epoca “felice” dell’industria del videogioco, il semplice creare dei campioni dal bel design non basta per niente far sì che il gioco sia unico e attraente. Serve di più. Prendendo sempre come esempio Overwatch, Blizzard ha capito che soltanto l’immagine non bastava, ci voleva un background profondo, che non andasse a intaccare il senso del gioco, ma che ne delineasse le figure. Purtroppo, le poche righe sotto lo sprite del campione non bastano per far incuriosire il giocatore. Non è necessario fare dei corti animati per rendere una figura iconica, ma in un gioco senza una storia e senza un qualsiasi tipo di narrazione alle sue spalle perde in partenza per quanto riguarda il fascino. Da questo punto di vista, non posso considerarlo un successo.

Parlando del gameplay puro, si divide in due modalità praticamente identiche: una pvp, e una contro la cpu. La modalità di gioco a turni consiste di fatto in una scacchiera dove i personaggi, muovendosi seguendo gli ordini del giocatore, devono salire sulla pedana a forma di croce in mezzo alla mappa, in modo da aprire dopo un lasso di tempo le difese dell’avversario. Sconfiggendo tutti gli avversari o sabotando la base nemica, la battaglia si conclude sempre con un vincitore.
I pareggi non sono contemplati, dato che non vi è un vero limite di tempo. L’assenza di tale limite comunque non comporta grandi problemi, vista la natura frenetica del sistema di combattimento, che pur essendo a turni riesce a mantenere un buon ritmo grazie alle sue tempistiche e al sistema di energia del giocatore, che limita la ricomparsa dei campioni caduti. Vincere sicuramente non è facile, visto che il confronto si basa tutto sulla scelta dei propri campioni e sulla nostra capacità di usarli.
Le abilità e i danni dei campioni sono ben bilanciate, in modo da valorizzare l’intuito del giocatore e il suo talento nel disporre le sue pedine. L’assenza di personaggi particolarmente forti e brutali rende la scelta degli stessi soggettiva, in base alla propria strategia. La divisione in classi aiuta anche nella scelta dei team di quattro campioni, favorendo un tipo di gameplay piuttosto che un altro.
Un lieve senso di déjà-vu
Le mappe sono il tasto dolente del gioco, visto che non si parla di “mappe” ma di una mappa sola usata praticamente in ogni situazione. Avere sempre la solita arena piuttosto spoglia di dettagli e banale alla lunga stanca, visto che comunque l’utilizzo dell’arena in tutte le sue particolarità è molto importante nel gameplay, e può aiutare nella vittoria, soprattutto dove esistono ostacoli che possono anche salvare il tuo personaggio. Una povertà che un po’ mi aspettavo, ma non pensavo fosse così pesante.

Per quanto riguarda gli acquisti in game, i vari pack che si possono trovare a pagamento allegati al gioco sono senza dubbio interessanti, visto che ti danno un buono sprint iniziale, e in più ti fanno avere delle skin particolari per alcuni personaggi, nonché l’accesso ai futuri campioni. Quest’ultima parte mi ha fatto un po’ storcere il naso, visto che è poco chiara e non sono riuscito a capire se tali campioni saranno disponibili per il PVP solo per chi paga, cosa che potrebbe sbilanciare gli equilibri creati dal cast attuale. Quanto al puro design, infine, ogni campione ha un che di affascinante, chi più chi meno, e anche le skin devo dire che mi hanno attirato non poco per la loro bellezza. Sicuramente, sono il motivo principale per il qualespenderci soldi.