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Dopo un anno di current gen dove le sfide si sono basate principalmente sulle risoluzioni dei giochi tripla A, gli indie, dal canto loro, continuano a trovare terreno fertile. E ahimè è proprio da tali titoli che spesso e volentieri riusciamo a vedere qualche novità o qualche sperimento che difficilmente fanno le grandi software house. Kalimba è un gioco simile, che però in realtà non porta novità ma che torna al passato. Sarà stato un ritorno gradito?
Buoni questi totem!
Kalimba è un platform, condito però da alcuni tocchi di classe che sanno renderlo unico nel suo genere. La storia utilizzata per catapultarci nel gioco è chiara e divertente ovvero un isola viene minacciata da un oscuro sciamano e noi, possenti e colorati totem, saremo ben disposti a riprenderci la nostra amata terra. Dopo aver appreso la trama si parte con il primo livello, ed è già da qui che cominciamo a capire l’anima e il corpo del gioco. Si perchè la prima cosa a balzarci nell’occhio è che non comanderemo solo un totem, ma due, ed entrambi con lo stesso stick analogico dando di conseguenza al gioco la possibilità di essere un continuo indovinello su come andare avanti senza che uno dei due totem muoia inesorabilmente. Ogni totem ha inoltre un suo colore che viene utilizzato nei livelli per passare in determinati punti.
I comandi si fermano a 2 tasti, ovvero lo stick analogico, il tasto del salto e in fine il tasto azione, che viene utilizzato per scambiare i totem o altre azioni.
La progressione è ben strutturata, poiché ci capiterà di apprendere nuove abilità con l’avanzare di livelli, e le varie novità che si andranno a sbloccare piano piano sono sempre ben inserite e aggiungono profondità al gioco.
L’arcobaleno livelloso!
I livelli sono lineari, qualche stanza nascosta qua e là ci porterà a analizzare, nel caso fossimo interessati, tutto il livello. A determinare la nostra performance ci sono delle monete che vanno raccolte durante il livello, più monete equivale a più punti , a rendere giustizia alle monete però ci sono il numero di morti che faremo durante il round. Infatti nel gioco non avremo vite, ma bensì potremmo morire quante volte vogliamo, ma ogni nostra sconfitta sarà calcolata a fine livello come un semplice meno 1.
Graficamente il gioco risulta pulito, fluido e la grafica in 2D rende giustizia al lavoro fatto dagli sviluppatori, infatti i giochi di colore utilizzati anche ai fini degli indovinelli sono veramente validi. Rendendo il lavoro sicuramente apprezzabile dal punto di vista visivo. Aggiungiamo inoltre un sonoro veramente simpatico e ben realizzato con musiche che non ci metteranno tanto a entrare direttamente nel vostro cervello. Kalimba ci stuzzica anche con uno humor decisamente azzeccato, la cosa particolarmente simpatica è che il gioco parla direttamente al giocatore, perciò i dialoghi si svolgono direttamente verso di noi prendendoci, spesso e volentieri, in giro sulla volonta del giocatore di prendere e sbloccare obiettivi per accumulare punti G.
Un altra cosa non trascurabile è la modalità cooperativa offline che si differenzia quasi totalmente dalla modalità giocatore singolo. Certo, la storia e le ambientazioni rimangono le stesse, ma è veramente bello vedere che i livelli sono stati rivisti per richiedere una cooperazione tra i due giocatori che porterà a un immensa soddisfazione al termine del livello, ma porterà anche a immensi strilli nei momenti in cui non si riesce ad andare avanti a causa di uno dei due giocatori. Insomma, la cooperzione richiesta è massima, serve tempismo e organizzazione e se entrambe le cose saranno a disposizione dei giocatori il divertimento è assicurato, ah armatevi anche di santa pazienza.
Ma in realtà anche Kalimba ha un suo lato oscuro, ovvero la longevità, certo per il prezzo onesto che si paga (10€), non possiamo chiedere nemmeno troppo, però in realtà se giochiamo da soli Kalimba è completabile in circa 2 ore senza, ovviamente, aver raccolto collezionabili e monete al 100%. Rimane comunque un punto assai debole per il titolo, che personalmente ci ha saputo divertire.