Kids with Guns #2: Tribe – Recensione

Attendevo da un anno in modo piuttosto acceso, Kids with Guns 2: Tribe. La potenza descrittiva e sopratutto visiva del primo numero era simile a una pallonata in testa in una giornata di quel caldo estivo torbido in cui l’affanno arriva anche solo per aver fatto la strada dal bagno alla scrivania. Capitan Artiglio è un disegnatore che ama i dinosauri e anche tutte quelle opere che hanno caratterizzato la mia e la vostra infanzia. Il primo numero, infatti, a parte la storia interessante era un tripudio di vari riferimenti alla cultura pop ed era un piacere scoprire la storia un po’ fuori di testa nata dalla fervida mente dell’autore. Con il secondo numero è mancata un po’ la sensazione della cultura pop sparsa ovunque, ma la storia ha acquisito una certa maturità ed è ovvio che si tratta del punto in cui si scopre il problema e si va verso la risoluzione. Giusto per tenere fede a quelle che sono le regole basi della costruzione narrativa delle storie.

Kids with Guns 2: Tribe

I fratelli Doolin hanno utilizzato i teschi di Moloch come sapete e i loro poteri sono assurdamente immensi, ma sono tutti divisi in diverse parti del mondo. La parte brutta è che oltre a essere divisi, sono anche inseguiti da alcuni componenti de Il Mucchio Selvaggio (che a sentirlo, sembra il nome di un film porno). Chiaramente per loro non è un problema lo scontro a viso aperto grazie agli enormi poteri acquisiti. Mentre però Dave si trova insieme a Bill La Morte che gli illustra il suo piano, Duke finisce in un piano astrale dove trova i Xyantu. In tutto questo la bambina senza nome è ormai famosa ovunque e finisce per trovare una piccola banda di ragazzi che si uniscono sotto la sua guida per incutere terrore tra le città. Ma ovviamente non sarà tutto semplice e lineare. I problemi sono arrivati e sono giganteschi.

Con Kids with Guns 2: Tribe il buon Capitan Artiglio ha continuato sulla scia pop del primo capitolo, ma mettendoci un po’ di serietà in più. Si sente una certa maturità nel narrare rispetto a prima ed è un vero piacere leggere la sua storia proseguire in modo dritto e deciso verso la parte risolutiva. Ritengo però che si tratta di un fumetto che potrebbe non fermarsi qui e secondo me non dovrebbe farlo. Questa storia meriterebbe di avere un suo mondo espanso con tanto di spin off, serie mensili e magari giochi di carte. Potrebbe essere un vero e proprio sucessone commerciale e potrebbe coinvolgere tantissimi altri autori, ma ovviamente sono farneticazioni di un lettore entusiasta. In ogni caso, provate a indovinare tutti i riferimenti alla cultura nerd-pop dalla cover dell’albo

Le matite del Capitano parlano da sole con una quantità di dettagli incredibile e un livello qualitativo superlativo. I dettagli come ho detto sono tanti e riempiono le vignette in cui i personaggi si muovo in modo deciso e definiti da una certa fisicità è facile distinguerli anche da lontano. Il tratto dell’autore permette una grandissima sperimentazione, che cerca di implementare in più sequenze e adorna il tutto con dei colori flat e abbastanza accesi. Posso dire che si tratta di un ottimo continuo e che il terzo numero è già atteso dalla scimmia sulla mia spalla.

Kids with Guns 2: Tribe

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.