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L’idea della libertà mi ha sempre affascinato. Per questo motivo cerco di passare poco tempo a casa, avventurandomi tra i boschi oppure partendo con la macchina verso un punto a caso, un monte visto da lontano o un luccichio su un colle. Ho anche sempre detto che fossi nato qualche secolo indietro, la via della pirateria sarebbe stata la mia strada maestra. Certo, era piena di morte, sangue e sofferenza, ma era la libertà. Uomini e donne piene di coraggio atavico, indomiti esploratori e creatori di leggende che perdureranno in eterno. Sarebbe bello diventare un vero King of Seas, ma vivo in mezzo alla modernità e posso diventarlo solamente all’interno dei videogiochi.
Il maggior esponente è chiaramente Sea of Thieves, che continuerà a essere l’esperienza più bella per chi desidera salpare e farsi un nome. Dall’altra parte, però, abbiamo anche King of Seas, sviluppato dal team italiano 3DClouds e pubblicato da Team 17. Disponibile su tutte le piattaforme, il gioco ci mette permette di comandare una nave e di fare un bel po’ di casino, ma stando attenzione al commercio e al kraken.
La storia del gioco è piuttosto semplice, ma regge fin del primo istante. Ci troviamo in un posto governato da una forza marina che ha permesso alla pace di proliferare a lungo. Inizialmente andremo a scegliere il nostro personaggio (Marylou o Luky) e successivamente verremo accusati dell’assassinio del nostro padre e dovremo nasconderci dai nostro vicini pirati.
Proprio con i pirati che riusciremo per davvero a comprendere molte cose del mondo circostante, a conoscere il nostro nemico e ovviamente a salpare per i sette mari. L’avventura continua con il suo ritmo leggero che si lascia giocare con vero piacere.
Al livello di gameplay ci troviamo davanti a un gioco d’azione con la visuale isometrica. Questo ovviamente è sia un bene che un male per una serie di ragioni. Di positivo abbiamo la possibilità di guardare una grande porzione della mappa fin da subito. Tutto ciò che accade attorno a noi è visibile ed è molto piacevole da vedere. In primis, però, parliamo della parte ruolistica di King of Seas.
Governare una nave è una faccenda complicata e bisogna scegliere con cura il nostro veliero, ma non basta solo quello. Serve un equipaggiamento da sfruttare, un personale e tutti i miglioramenti possibili. Ogni frammento di quanto detto prima è disponibile all’interno dei porti. Ovviamente serviranno i soldi per migliorare la nostra nave e per questo dovremo affondare gli ignari mercanti o con il commercio.
Questa struttura del commercio ricorda però i giochi piuttosto semplici. Si tratta di un basilare sistema di domanda e offerta e il prezzo di un determinato oggetto varia in base al porto e quindi alla sua disponibilità o richiesta.
Con la nave giusta pronta per salpare e un equipaggio pronto a scatenarsi ci troveremo ad affrontare i sette mari senza quasi alcun limite. Potremo commerciare, attaccare le navi nemiche oppure direttamente le difese dei porti. Avremo un mondo sul palmo di una nostra singola mano e lentamente potremo stritolarlo fino a renderlo nostro.
Combattere in questo gioco non è una cosa da poco. Nonostante un gameplay veramente semplice, mirare direttamente alla nave nemica è una cosa da veri pro. Perché potremo sparare solamente ai nostri lati in un’unica direzione. Questo vuol dire che durante i combattimenti dovremo necessariamente aprire e chiudere le vele più e più volte per darci una spinta o rallentare. Non sempre usciremo vincitori dagli scontri, nonostante la nave più potente, perché bisogna cercare di calcolare bene la traiettoria e la velocità della nostra nave, ma anche utilizzare i giusti proiettili.
Graficamente questo titolo strizza un po’ l’occhia a tanti gli indie e anche allo stesso Sea of Thieves. Palette cromatica formata dai colori flat e caldi da la giusta idea del mare, del caldo e di quelle onde che non la smettono di far muovere il nostro vascello. Da questo punto di vista c’è poco da dire, se non che mi sarei aspettato una maggior cura per quanto concerne le isole e il loro design.
Purtroppo bisogna dire che il gioco non si comporta sempre bene. È stato giocato su una PS4 Standard e presenta diversi problemi di ottimizzazione. Il primo tra questi è il rumore delle ventole. Paragonato a questo gioco, Red Dead Redemption 2, God of War e The Last of Us Parte 2 sono silenziosi come un gatto. La console sembra che stia per decollare. Altro grosso problema piuttosto fastidioso sono i frequenti freeze di pochi istanti durante il gioco. Questi rovinano l’atmosfera e l’immersione.