Legend of Heroes: Trails Into Reverie – Recensione

In questa estate soleggiata e torrida si possono recuperare alcuni progetti del tutto interessanti, come da titolo l’argomento di questa recensione è Legend of Heroes: Trails into Reverie. L’ho provato su Nintendo Switch anche se è uscito pure su PS4, PS5 e PC in modo da agevolare il maggior numero di giocatori possibili in modo da provare una perla che, anche a discapito di qualche difettuccio, merita di essere provato.

Prima di continuare voglio specificare che il gioco è in inglese, e non è possibile cambiare lingua in quanto nelle impostazioni non è presente nessun altra. L’unico aspetto, ma è limitato a due impostazioni, sono i doppiaggi in inglese e in giapponese e spero che in futuro il team di sviluppo Niohn Falcom possa inserire un qualcosa in più tramite un aggiornamento. Non avendo provato i titoli precedenti eviterò di citarli per tanto vi auguro una buona lettura e noi iniziamo.

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Un mondo diviso

Di solito faccio un riassunto dell’incipit per evitare di entrare troppo nel dettaglio, in quanto il gioco è in singolo giocatore e il tutto ruota attorno alla trama principale. Cronologicamente parlando sono passati 5 mesi da quanto è accaduto alla fine del Grande Crepuscolo, la Sezione Supporto Speciale ( che nel gioco viene definita semplicemente SSS) di Crossbell guidata da Lloyd Bannings, il quale riesce a estromettere le restanti forze dell’impero di Crossbell.

In questo scenario cercano di trasmettere la propria voce attraverso una importante trasmittente televisiva, alla quale riescono a spiegare le volontà del loro gesto e collaborano con una sezione rivoluzionaria dell’impero, obbligano i passanti ad ascoltare nei vari punti della città il discorso di rivolta. Però questo non lascia da parte un gruppo chiamato Garden, la quale è capeggiata da Rufus Albarea il quale è riuscito ad entrare all’interno della struttura per riportare l’ordine a suo modo.

Da qui inizierà il tutto con una introduzione veramente lunga ma raccontata bene, anche se non dispiacerebbe una traduzione per chi non mastica l’inglese abitualmente. La storia prende tre personaggi importanti due dei quali già citati precedentemente, con due regni che sono in pericolo per lo scoppio di una nuova guerra che nessuno vuole, se non per le smanie di potere di pochi che non riescono a voltare pagina.

C’è qualcosa di nuovo

La prima ora di gioco è veramente interessante in quanto, è una lunga spiegazione realizzata molto bene nel come si strutturano i combattimenti e di come funziona il mondo di gioco. Tolto i 20 minuti iniziali dove possiamo conoscere la trama, e le divisioni della storia, potremmo letteralmente buttarci negli scontri del gioco che ci tengo a precisarlo, è uno strategico a turni fra i più divertenti che io abbia mai provato.

Ogni squadra, formata fino ad un massimo di 5 personaggi a turno ( inizialmente avremmo degli alleati preimpostati dal gioco, poi potremmo sceglierli come vogliamo dalla base), avrà abilità passive e attive del tutto personali e intriganti. Era da tempo che non vedevo un aspetto del genere, dove nei quattro tasi relegati alle freccette e dei simboli – sul pad ovviamente – ci verranno offerte le diverse attitudini del team.

Lloyd è uno spadaccino dall’anima nobile mentre Tio utilizza, in maniera molto pacata, una mitragliatrice gatling convertita nel lanciare letteralmente delle granate al plasma fantasy. Il gioco essendo parte di un brand fantascientifico con elementi fantasy, vedremmo delle situazioni adattate a loro modo per tanto non è detto che tutto ciò che vediamo, nei primi istanti e successivi, sia per forza legato al nostro mondo.

Non ci sono solo combattimenti tradizionali

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Prima di affrontare il tema dei combattimenti fra nemici comuni e i boss, questi ultimi sono dietro ad ogni angolo praticamente, bisogna spiegare un po’ quello che fanno durante i combattimenti. Dividiamo la prima sezione dedicata ai comandi delle freccette divise rispettivamente nella fuga, nell’inventario, dare supporto ad un alleato oppure saltare il turno.

Nella seconda sezione invece è dedicata alla scelta dei comandi d’attacco, infatti selezionando A,B, X e Y ( poi su Playtation o PC saranno contrassegnati a loro modo) potremmo scegliere il come aggredire gli avversari. Che cosa voglio dire? Al di sotto della barra d’energia è presente la barra della stamina, e come immagino potete conoscere, se utilizziamo troppo le abilità speciali, magie oppure attacchi a ritardo dovremmo utilizzare l’attacco basico che non richiede alcuna fatica della barra ma ha un costo d’attacco inferiore.

Con il dorsale destro, che per Switch si chiama R, funge per gli attacchi pesanti dei personaggi i quali possono utilizzarli solo uno a combattimento. Quindi terminati gli attacchi che, normalmente sono adatti contro i boss i quali si dividono in due momenti il primo hanno una corazza piuttosto spessa, poi si indeboliscono e si riesce ad attaccarli con più facilità stando attenti però agli attacchi veloci che si differiscono da un personaggio all’altro.

Non solo combattimenti

Anche se i combattimenti all’interno di Trails into Reverie vengono resi molto interessanti, il titolo garantisce anche una moltitudine di finali da conoscere. Ovviamente non ne parlerò per evitare spoiler in quanto ognuno deve goderselo a proprio modo, ma rimane comunque una feature estremamente gradita in quanto l’asta della ri-giocabilità si alza e non di poco.

Poi aggiungiamo che poi possiamo visitare le diverse aree della città, fare compere per potenziare il nostro equipaggiamento e fare dei mini giochi come Vantage Master che è un gioco di carte che ricorda un incrocio fra Yu-Gi-Oh e Magic the Gathering, farà si che ce tanta carne sul fuoco. Insomma ce tanta carne sul fuoco permettendo al giocatore di fare un po’ quello che vuole, anche se i movimenti dei personaggi non mi hanno convinto pienamente ma fanno il loro lavoro.

Rimane comunque godibile sotto il profilo del sonoro, con ottime musiche e un comparto sonoro di tutto rispetto, il doppiaggio che ricordo è in inglese oppure in giapponese è godibile anche se una patch di traduzione non dispiacerebbe. Dal lato grafico invece fa parte del genere anime e qui come sempre ci si divide, ce chi piace e a chi no quindi qui la scelta spetta a noi giocatori se dare fiducia a questo progetto, che a parer mio merita davvero tanto.

Legend of Heroes: Trails Into Reverie
Overall
8/10
8/10
  • - 8/10
    8/10

Commento Finale

Titolo divertente e dai toni simpatici che permettono al giocatore di entrare in una realtà alternativa la quale, non si discosta troppo dalle problematiche della nostra realtà però con quel pizzico di originalità in stile giapponese. Sarà proprio uno stile Shonen con rapporti di amicizia duraturi che hanno permesso, all’interno del gioco, di conoscere una storia senza tempo e che riesce ad accompagnare il giocatore dall’inizio alla fine senza pesantezza delle conversazioni, con un gameplay a turni abbastanza canonico e molto altro ancora.

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.