Ratchet and Clank: Rift Apart – Recensione del Porting PC

Continua la campagna di Sony per portare (e soprattutto rivendere) le proprie esclusive ai giocatori ancora non abbastanza convinti a comprare la sua nuova console.

Dopo Kratos, Aloy e Spiderman, è finalmente giunta l’ora di Ratchet ed il suo inseparabile amico Clank e, come fece il buon Lucas nel 1977, si parte dall’ultimo capitolo saltando a piè pari 20 anni di storia.

Celebriamo gli Eroi

La nuova avventura parte dai festeggiamenti dei due compagni nella ricorrenza del salvataggio della galassia da Drek e dal Dottor Nefarious nel remake/reboot del 2016.

Durante la parata che ripercorre in modo rapido i punti principali del precedente episodio, il malefico dottore si paleserà per cercare di rubare Il Dimensionatore, un’invenzione creata da Clank con l’intenzione di aiutare il Lombax alla ricerca della famiglia perduta.

Nello scontro il congegno verrà danneggiato e scombinerà l’equilibrio dell’intero universo, fondendo ed unendo dimensioni parallele e trasportando i due amici ed il dottore in un’altra realtà.

Clank, ferito in una città sconosciuta, viene trovato da Rivet, la controparte di Ratchet della dimensione mentre il lombax si ritrova al centro di Nefarious City scoprendo che il dottore di qui ha preso il potere e domina incontrastato.

Rivet ed uno sparuto gruppo di ribelli cercano però da tempo un modo per liberarsi di lui e forse la coppia di eroi potrebbe essere la soluzione.

Per la prima volta in un capitolo principale della serie sarà possibile utilizzare stabilmente un personaggio diverso da Ratchet e i livelli saranno equamente divisi tra lui e Rivet. Gli inventari e l’arsenale saranno condivisi, sia come oggetti sia come esperienza accumulata. La spiegazione di come due individui cosi separati abbiano una simile comodità verrà data in modo molto rapido durante i dialoghi con Miss Zurkon, il negozio del gioco, ma forse una distinzione netta sarebbe sicuramente stata più coerente a livello narrativo.

Spara, salta e distruggi

Per chi non lo sapesse, la serie nasce come ibrido tra platform e sparatutto che fa dei combattimenti rapidi e spettacolarizzati il suo fulcro.

I protagonisti si sposteranno tra diversi pianeti, ognuno con storie e missioni particolari da portare a termine.

Durante l’esplorazione sarà possibile raccogliere risorse per comprare e potenziare armi uniche e dagli effetti più disparati, da una semplice granata ad un lanciarazzi, da un fungo in grado di distrarre i nemici ad un fucile che trasforma gli avversari una piatta versione ad 8-bit.

Sia le armi sia l’energia di Ratchet/Rivet si potenzieranno con l’esperienza ottenuta sconfiggendo i nemici. Le prime inoltre potranno essere ulteriormente rafforzate spendendo Raritanium (che come dice il nome è il minerale più raro della galassia) e si andrà dal semplice aumento delle munizioni trasportabili e dei danni inflitti fino a vere e proprie abilità intrinseche che modificheranno profondamente le armi.

L’arsenale di questo capitolo è forse il più vasto e vario di sempre, strizzando l’occhio ai fan storici pescando dal passato ed al contempo sorprendendo per le nuove aggiunte.

Durante gli scontri le ondate di nemici saranno così massicce da richiedere necessariamente rapidi cambi d’arma per utilizzare la migliore e la più devastante combinazione, uscendone vittoriosi. È stata portata al massimo anche la mobilità nelle arene e, oltre a sfruttare l’agilità dei protagonisti, si potranno utilizzare fenditure dimensionali per spostarsi quasi istantaneamente e fuggire o ingaggiare il nemico.

Inspiegabile però la quasi totale assenza dei gadget che donavano rigiocabilità e varietà ai vari livelli costringendo il giocatore a ritornare sui suoi passi per raggiungere ad aree prima inaccessibili.
Ora è possibile trovare praticamente ogni collezionabile alla prima visita del pianeta e, a parte un paio di eccezioni, non vi si tornerà prima della successiva run.

Non è tutto salta e spara però, ad intervallarsi tra i combattimenti e l’esplorazione di saranno alcuni livelli più improntati sui puzzle da effettuare con Clank e Glitch, una simpatica IA dalle sembianze di un ragno meccanico che aiuterà Ratchet ad accedere ad alcuni terminali.
Clank invece dovrà condurre alcune versioni alternative di se stesso in alcuni percorsi ad ostacoli.
Nulla di particolarmente complicato, ma delle variazioni di gameplay interessanti.

Tutto merito del galattico SSD?

A livello grafico ci troviamo di fronte ad un prodotto mozzafiato: mappe, personaggi, effetti sono bellissimi, colorati e perfetti sono ogni particolare ed in più di una occasione sembrerà di essere di fronte ad un lungometraggio di animazione.

Sicuramente la versione migliore e più rifinita, ad oggi, rimane quella PS5 che presenta il massimo a livello di texture ed effetti ma su pc è possibile sfruttare schermi e risoluzioni diverse per godere di una immersività non raggiungibile da un prodotto legato alla combinazione TV+Console.

Per onesta intellettuale e giornalistica, la versione recensita è stata provata su un PC decisamente datato ma, seppur con i dovuti compromessi, è stato possibile giocare il titolo con dettagli medi.

L’ottimizzazione, a partire già dalla versione Day one, è notevole e non è stato riscontrato alcun genere di rallentamento, freeze o bug. Il gioco gira fluido e veloce come nella versione PS5: anche forzando alcune situazioni, non si lascia fregare e i caricamenti sono sempre istantanei.

I pochi problemi di compatibilità sono stati pressoché risolti dai primi aggiornamenti ed ora è possibile giocare tranquillamente su ogni genere di configurazione, cosa decisamente apprezzabile.

La datata macchina di chi scrive utilizza comunque il tanto raccomandato SSD che, pur non essendo sicuramente al livello di quello di casa Sony, è più che sufficiente per poter godere del titolo al massimo della fluidità.

Overall
8.5/10
8.5/10
  • - 8.5/10
    8.5/10

Commento finale

“Ratchet and Clank: Rift Apart” arriva su PC con un porting ben fatto fedele alla versione originale. 
Il titolo, pur peccando su alcune scelte di trama e game design (in primis i gadget), ripone nella parte grafica e di spettacolarizzazione la maggior parte del suo lavoro e ne viene ripagato, portando il giocatore nell’avventura ad oggi visivamente più bella e appagante.
La nota più dolente è l’impossibilità di recuperare su PC tutti gli altri capitoli della saga: per quanto non siano necessari al completamento di Rift Apart, i rimandi al passato sono molti e solo i possessori di console Sony possono riuscire a coglierli.
La speranza è che questa lacuna venga colmata al più presto per permettere a tutti di vivere appieno le avventure di questa strana coppia

Sull'autore

Mirko Ballarino