Mickey e l’Oceano Perduto – Recensione

Mickey e l’Oceano Perduto

La casa editrice francese Glenat da un paio d’anni ha iniziato la pubblicazione di alcuni graphic novel dedicati a Topolino. Si tratta di volumi unici e particolari, abbelliti dal tipico stile del BD. Si tratta di un’ottima iniziativa che mette in risalto delle diverse ambientazioni che non ci siamo abituati a vedere. Quindi inutile dire che l’attesa per Mickey e L’oceano Perduto era tanta. Disegnato da Silvio Camboni e scritto da Denis-Pierre Filippi, il volume s’immerge in un mondo steampunk e delizia per tutta la durata del viaggio, che risulta essere troppo breve.

In questa prima pubblicazione troviamo una storia che si allontana dai canoni della casa di Topolino, ma si avvicina piuttosto a qualcosa di completamente diverso. Troviamo dei punti in comune con delle opere come Steamboy, Last Exile per quanto riguarda l’utilizzo dell’ambientazione steampunk. D’altro canto, alcuni sprazzi ricordano l’onorica poetica di Moebius. Insomma, graficamente ha molto da dire questo volume.

Il racconto mette in risalto le avventure di Topolino, Pippo e Minnie, che nei panni dei cercatori dovranno scovare alcuni giacimenti di coralite. Ci saranno degli ostacoli e una società rivale a rendere la vita del trio non proprio rosea, ma soprattutto, avremo davanti un evento che cambierà tutta l’esistenza dell’umanità.

Ho cercato di descrivere brevemente la storia perché la sua durata è di sole 56 pagine e ovviamente è facile scadere nello spoiler. Bisogna dire che la sceneggiatura ha dei punti veramente interessanti e si sviluppo in un modo non del tutto prevedibile. I personaggi ruotano attorno a un perno centrale, che poi si sposta in un’altra direzione molto velocemente. Questo è forse il suo più grande difetto tra l’altro. Le 56 pagine appaiono troppo poche per una descrizione adeguata di quel mondo e della storia, che sembra aver perso alcuni pezzi per strada. Lo sviluppo troppo velocizzato tende a rovinare leggermente la storia senza darne una giusta dignità.

Le restanti pagine sono dei making of del volume, che ovviamente apprezzo in modo particolare. Si tratta di quella chicca che dà un valore aggiunto al volume. Valore che però viene tolto dall’edizione italiana curata da Panini Comics. Se confrontata con l’edizione di Glenat, ci troviamo davanti a un volume leggermente peggiore. Il formato è più piccolino ed è una scelta completamente insensata, ma anche la carta risulta essere meno pregiata e che da ai colori dei toni più spenti.

Lo stile grafico è inutile dire che gioca un ruolo fondamentale. Le tavole e le vignette sono colorate, ma in modo morbido e delicato, dando il giusto peso a ogni azione. Le scene sono composte da una quantità di dettagli elevatissima e anche il più piccolo di questi è grande fattura. Probabilmente lo stile di Silvio Camboni potrebbe essere usato per un universo proprio dedicato a Topolino e sono sicuro che verrebbe letto da tutti.

Cover di Mickey e l’Oceano Perduto

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.