Monster Energy Supercross 2 – Recensione

I racing game sono inopinabilmente sempre stati un pilastro indispensabile per poter corroborare il salto evolutivo di ogni generazione di console e, soprattutto in quest’ottavo ciclo ormai giunto quasi alla sua inevitabile conclusione, grazie ad una tecnologia sempre più all’avanguardia possiamo ordunque sentenziare senza alcuna remora che sin dagli albori questo genere di strada ne ha fatta…ed anche tanta. Un notevole contributo in questi ultimi anni è stato elargito soprattutto dai ragazzi Milestone che hanno, grazie alla costante voglia di mettersi in gioco e di superare i propri limiti garantito difatti proceduralmente questo costante miglioramento che, nonostante qualche imperfezione tecnica acuita a seguito di tecnologie non propriamente al passo con lo standard attuale del medium, aveva l’impellente bisogno di fare un salto di qualità che le permettesse di poter gareggiare ad armi pari in un mercato che grazie alla concorrenza è divenuto via via sempre più esigente nonché bramoso di un prodotto in grado non solo di intrattenere, ma anche di render la virtualità il più reale possibile, ridefinendo altresì il concetto di simulazione. Senza divagare in prolisse ed astruse macchinazioni di stampo filosofico sulla veridicità del concetto concreto di simulazione e del suo labile confine con la realtà, con l’acquisizione in questi ultimi anni da parte proprio della software house italiana della licenza per l’Unreal Engine 4 le cose sono finalmente cambiate e sin dal primo capitolo per poi giungere a questo Monster Energy Supercross 2, siamo dinnanzi alla consacrazione da un punto di vista prevalentemente grafico di tutto l’operato del team meneghino, arrivato ormai a spremere per bene questa tecnologia e sfruttando al meglio gli hardware di PS4 ed Xbox One (con le loro controparti enhanced) già ben rodate oltre all’approdo della serie anche su Nintendo Switch.

Pronti, partenza…VIA!

La vetta del successo

Grazie al primo capitolo Milestone aveva già a disposizione una notevole quantità di assets e modalità di gioco da poter riutilizzare in questo secondo titolo dedicato al campionato di Supercross, ciononostante ci troviamo dinnanzi ad un prodotto che detiene la consapevolezza di esser rivolto ad un pubblico di appassionati pur essendo intrinsecamente a livello ludico un costrutto adatto a tutti, e proprio per poter fidelizzare al meglio anche un pubblico di neofiti le modalità di gioco non sono strabordanti di opportunità (ed ergo non si riconoscono per la loro originalità) ma rappresentano uno standard legittimo in un’opera che predilige l’immediatezza: c’è ad esempio la possibilità di scegliere un singolo tracciato per allenarsi, compiere record sul tempo attraverso il time attack mode, fare un semplice campionato o buttarsi in una modalità carriera che vi porterà dall’esordio su una 250 fino a competere con le teste di serie nella categoria 450 contornata ovviamente dalla possibilità di creare il vostro pilota da zero scegliendone la scuderia per poi iniziare a guadagnare crediti vincendo gare o, molto più semplicemente, accontentando le richieste dei vari sponsor che si spintoneranno pur di farvi appiccicare sulla vostro moto le loro decal a patto di raggiungere delle credenziali a livello di performance anteposte proprio da questi ultimi. Nonostante una carriera che difatti rappresenta una semplice rivisitazione del capitolo precedente bisogna sottolineare che l’intera gestione di sponsor e premi ci è sembrata altresì un po’ troppo semplicistica ed asettica facendoci ancora una volta percepire quella sensazione di vuoto acuita a seguito di un lato gestionale assai prevedibile e meno curato rispetto ad altre opere della stessa software house italiana, che ad esempio con la serie Moto Gp ha dimostrato di ampliare in modo egregio questa sorta di gestionalità di team e risorse in grado potenzialmente da render tangibile la correlazione tra incassi ed investimenti.
L’unico escamotage per non sprofondare in un’insulsa ripetitività sarà dato dal desiderio di migliorare la nostra moto, ma anche in questo suo aspetto il gioco pecca di originalità a seguito di una versatilità di componentistica assai risicata e non propriamente semplice da ottenere, con una valuta in game che ci metterà in difficoltà soprattutto nelle prime fasi della nostra carriera.

Un racing game ad alto grado di spettacolarità.

Sangue e fango

Come ben esplicitato in precedenza l’immediatezza la fa da padrona, e quando è giunto il momento di scendere in pista il titolo senza troppi fronzoli si presenta con un comparto grafico impattante e che difatti rappresenta la perfetta evoluzione di quanto riportato in auge con il primo capitolo, con tutti i vari piloti che si battagliano in pista assai caparbi ed aggressivi in certe fasi ma decisamente arrendevoli e facilmente domabili in altre. L’altro problema, dove c’è ampio margine di miglioramento anche in questa seconda iterazione, risulta esser l’automatismo del comportamento di questi ultimi, strutturato in modo identico per ogni corridore dando di conseguenza l’idea di avere accanto solo automi senz’anima e quindi programmati per correre tutti nel medesimo modo, insomma ci farebbe piacere in un prossimo futuro vedere più personalità in pista anche da parte degli altri partecipanti rendendo il tutto molto più imprevedibile e di certo appassionante.
Un incredibile lavoro è stato invece eseguito nella costruzione di ogni singola pista con un terreno estremamente verosimile e con una buona profondità dei solchi oltre ad esser corroborate da tanti salti, tabletops e whoops rigorosamente messi in serie per far assaggiare fango e contraccolpi ai piloti e con uno stile di guida di certo mutevole che pone un maggior focus sulla stabilità del pilota ed in generale con una dovuta dose di attenzione da impiegare prima delle curve a gomito mentre si lotta spalla a spalla con gli altri partecipanti. Proprio in queste fasi più concitate il tutto si traduce con una maggior necessità precipuamente di sfruttare adeguatamente gli spostamenti del peso di moto e piloti, un compito semplice ed efficace con la mappatura proposta dal titolo alle difficoltà più basse con appunto la nostra moto che si controlla alla perfezione in modo tale da poter impostare perfettamente curve e salti..e per i più spericolati anche il controllo in aria per l’esecuzione dello scrub riesce alla perfezione. Il problema sorge quando si atterra, con contraccolpi a volte troppo blandi ed in generale con un sistema di collisioni con gli altri piloti che ancora non convince del tutto. Infine se la licenza completa del campionato Supercross non dovesse essere abbastanza per voi sappiate che, come ovviamente anche nel primo capitolo, potrete comunque cimentarvi nella modalità online con tanti altri piloti virtuali che di certo non ci lasceranno la strada spianata fino al traguardo.

[amazon_link asins=’B07JFDMX13,B07K3M78BG,B07K3T36ZL,B07KLCVZBZ,B07KLFK997′ template=’ProductCarousel’ store=’havocpoint-21′ marketplace=’IT’ link_id=’e2d467e3-0345-42ee-a2c0-36dc75cafb84′]

Monster Energy Supercross 2
Overall
7.8/10
7.8/10
  • - 7.8/10
    7.8/10

Commento Finale

Monster Energy Supercross 2 è un titolo che senza particolari tecnicismi rappresenta la naturale evoluzione del primo capitolo pur essendo non solo rivolto principalmente ad un pubblico di appassionati, seppur detenendo una certa
ripetitività nel suo prosecutio ed alcune lacune prettamente tecniche,ma riesce a farsi desiderare anche dai neofiti per la sua inopinabile immediatezza.

Sull'autore

Francesco Palmiero

Enciclopedizzare, narrare, contemplare e condividere insieme l'arte videoludica.