My Hero Academia #14 – Recensione

Un artwork di My hero academia

Continuano le avventure di Deku e la classe A nel volume 14 di My Hero Academia, che si pone come tassello importantissimo nella storia del fumetto ormai diventato cult. Con la fine delle vacanze estive, i giovani eroi della Yuhei rientrano a scuola per frequentare il nuovo corso autunnale, ma i pesi sulle spalle di Midoriya e Bakugo frenano i due ragazzi, non facendoli esprimere al proprio meglio…

Un peso da portare

Non c’è alcun dubbio, My Hero Academia capitolo dopo capitolo sta mettendo sempre di più le distanze con gli altri battle shonen della rivista, affermando sempre di più la sua identità. Questo volume 14, come già detto, è importantissimo non solo ai fini della trama, visto che dopotutto non fa altro che introdurre nuovi personaggi,  ma risolve e crea degli importantissimi conflitti che servono a delineare i due protagonisti, Midoriya (Deku) e Bakugo. Il primo, sempre più schiacciato dalla sua inefficienza nel controllare il suo potere, alla vista di Mirio, uno degli studenti più forti del liceo, si chiede se All Might avesse sbagliato ad affidare a lui i suoi poteri. Dopotutto, Midoriya è sempre stato un semplice ragazzino abbastanza sveglio, niente di più.

My Hero Academia
Un grande debutto per Mirio, il più forte dei Big Three.

Bakugo, d’altro canto, si vede sempre di più lasciato indietro dal suo rivale, Deku,  che pur essendo stato sempre un bambino mediocre, adesso era arrivato al suo livello. Quel senso di frustrazione in una persona che si era sempre dichiarata al di sopra di tutto e tutti e che si è vista superare in più occasioni da uno “smidollato” viene palesato nello scontro fra i due personaggi, aiutato anche dalla grande empatia che Deku riesce a dimostrare nei confronti del rivale.

Uno scontro acceso, seppur acerbo, che vede trionfare Bakugo. Una vittoria insoddisfacente, visto che Midoriya non è ancora in grado di controllare a pieno i suoi poteri.
Azione e frustrazione a parte, l’intervento di All Might chiarisce finalmente a Bakugo la situazione, sorprendendo il lettore a causa del calore dimostrato dal ragazzo nel recepire il messaggio. Comprendendo i sentimenti di All Might e Deku, Bakugo decide di allentare la presa e fa un passo indietro, dimostrando ancora una volta il rispetto che prova per il simbolo della pace.

Nighteye, un nerd improbabile

La seconda parte del volume, la più interessante dal punto di vista della trama, introduce due personaggi decisamente importanti per la trama: Mirio e Nighteye. Mirio è senza alcun dubbio un personaggio grintoso, gentile e pieno di determinazione, che tuttavia mostra con una certa esuberanza. Sarà però la sua gentilezza a far arrivare Midoriya alle porte dell’agenzia di Nighteye, dove terrà il suo nuovo periodo di apprendistato. Nighteye è un personaggio infausto e controverso. Anch’esso grandissimo fan (praticamente nerd) di All Might, ha però delle riserve nei suoi confronti e tende a essere fin troppo serio, dando alla sua figura già piuttosto cupa un tono ancor più inquietante. Farà fatica ad accettare Midoriya, soprattutto conoscendo il peso che deve portare il simbolo della pace.

E’ con un cliffhanger che si conclude questo splendido volume, presentandoci Eri, che sarà la vera spinta che alla storia serviva per raggiungere vette ancora più alte. I disegni sono, al solito, decisamente ottimi, vincendo soprattutto nel chara-design sempre più originale che rende ogni personaggio memorabile, seppur la sceneggiatura non dia loro spazio (come nel caso della classe B). L’edizione Star Comics è come al solito ben curata, con una carta tuttavia forse fin troppo trasparente, ma per il prezzo che ha direi che è piuttosto bilanciata e conveniente.

Sull'autore

Gabriele Gemignani

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