Olija – Recensione

Questo sito contiene diversi annunci Amazon. A ogni vostro acquisto riceviamo una piccola commissione.

L’oriente è pregno di mistero e ha sempre suscitato una certa curiosità sull’omo occidentale. Abbiamo letto storie, giocato ai giochi e visto film che ne parlavano in modo più o meno serio. L’oriente con la sua aura ha saputo darci anche questa nuova avventura, Olija. Un gioco action 2D capace di farci vivere un’avventura surreale e magica allo stesso tempo.

La storia del gioco ha dalla sua la classica silenziosità che caratterizza molti prodotti simili. Una storia narrata attraverso brevissimi ed enigmatici dialoghi che in realtà ci dicono poco o niente riguardo ciò che stiamo vivendo. Si tratta di quel classico modo di narrare un po’ paraculo che però aiuta a creare un legame veramente molto forte con il gioco.

In questo caso abbiamo come protagonista  un uomo di nome Faraday, che a seguito di un naufragio capita in una terra veramente particolare. Siamo nel continente di Terraphage, dominato dalla desolazione, distruzione e morte. Un luogo nefasto in cui è scomparso ogni barlume di speranza e felicità. Proprio qui, dovremo non solo sconfiggere i svariati boss e nemici, ma anche ricostruire un villaggio e ridare la vita al luogo in questione. Si tratta di una storia che gioca molto sui silenzi, sulle ambientazioni e la desolazione. Tre ingredienti che vengono mescolati bene e alla fine ci arriva un racconto appassionante, ma mai divertente.

Il gameplay di Olija ha dalla sua una certa classe e un’arma che domina completamente la scena. Si tratta dell’arpione magico che Faraday trova tra le rovine e che si lega all’uomo donandogli forza e potere. L’abilità dell’arpione è quella di potersi attaccare a un nemico in lontananza e trasportare Faraday da questi. Si tratta di un espediente sia per i combattimenti che per le fasi platform. Successivamente abbiamo delle semplici armi bianche da usare contro i nemici randomici e i boss che ci si pareranno davanti.

La difficolta di Olija non è molto grande, ma viene elevata in modo fin troppo preponderante durante i combattimenti contro i Boss. Si sente un certo step-up in quei momenti, ma alla fine per battere questi nemici serve più l’abitudine nel ricordare le loro mosse piuttosto che leveling (visto che non è esattamente un RPG). Quindi con un po’ di pratica e pazienza si riesce a superare ogni ostacolo.

Al livello grafico siamo davanti a un tipico gioco realizzato in Pixel-Art. Molto piacevole e ricco di dettagli, l’ambiente circostante fa sognare il giocatore facendolo immergere nel mondo oscuro e pieno di insidie. Alcuni dettagli ambientali meritano uno sguardo in più vista la loro realizzazione certosina. Altri invece non convincono abbastanza e alla fine si passa oltre.

Sull'autore

Nerd Cat

Nato già con il pad in una zampa e un fumetto nell'altra. Si dice che sia stato allevato da Kojima in persona, ma altre voci parlano di Nolan Bushnell. Come Lobo, odia i bravi ragazzi e tutto ciò che è decente, ma adora le belle donne (come Lobo). Polemico e acido, ma anche gentile e morbidoso. È qui per dire la sua... su tutto e tutti.