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Rilasciato più di 2 anni fa sul mercato su piattaforma PC, Pillars of Eternity riuscì a fare breccia nel cuore di tutti gli appassionati di GDR, dimostrando che un gioco messo in piedi tramite una campagna crowdfunding poteva benissimo fare le scarpe a tutte le produzioni più “blasonate”. Oggi mi trovo a parlarvi, con sommo piacere, della versione per console di un videogame che, vi anticipo, non ha per nulla perso lo smalto della versione PC. Non mi inoltro troppo però nel verdetto in modo da potervi guidare, passo passo, nel meraviglioso viaggio di Pillars of Eternity: Complete Edition.
Un po’ D&D, un po’ Il Signore degli Anelli
Dopo aver assistito al prologo di gioco, che apre le danze nel più classico dei modi (una carovana di individui diversi in viaggio per motivi differenti), mi vedo subito immerso nel gradevolissimo “assemblaggio” del mio alter ego. Anche in quest’ambito vedo come le differenti razze a disposizione e tutti gli altri elementi che vanno a comporre l’eroe di turno, seppur originali, vanno comunque a rispettare i punti cardini del genere. Ho avuto infatti la possibilità di scegliere dal personaggio dotato di maggiore forza fisica dall’aspetto ferino al più delicato elfo dei boschi, dal più versatile umano al nano, fino ad arrivare ai Deiformi, che differiscono dalle altre razze per l’aspetto deforme, simile a quello di divinità. Considerando poi che di ogni nuovo personaggio è possibile curare ogni minimo particolare per quanto concerne le sue attitudini e le sue capacità, il processo mi ha occupato un bel po’ di tempo.
Dopo aver creato un personaggio “affatto stereotipato” (praticamente un drow di Dungeons & Dragons abile nel lanciare incantesimi offensivi) mi lancio all’avventura, che si apre col protagonista sofferente per qualche sorta di malattia. Verremo affiati alle cure di Calisca, una rude combattente che farà parte provvisoriamente del vostro party per aiutarvi a trovare una cura al vostro malore. Parrebbe dunque uno dei più semplici schemi narrativi sul mercato ruolistico, se non fosse che in Pillars of Eternity: Complete Edition, la storia è tutto fuorché un cliché. Il perenne conflitto fra scienza e religione, una maledizione che rende sterile tutta la popolazione facendo nascere dei bambini senz’anima e un’abilità speciale tramite cui il protagonista potrà indagare il passato dei personaggi incontrati e gli eventi di epoche passate.
Anticipo che, spesso e volentieri, il combattimento verrà evitato in favore di una serie di dialoghi fra le parti mirati a sviscerare ogni lato del nostro alter ego, contribuendo così a determinarne la personalità e la crescita, in base alle scelte fatte dal giocatore. Un processo che strizza pericolosamente l’occhiolino a Dungeons & Dragons, dove il membro del party viene chiamato a interpretare un ruolo in tutti i sensi. Essendo sempre in cerca di un coinvolgimento emotivo da parte del videogame di turno, poter plasmare in ogni aspetto il mio personaggio mi ha dato emozioni indescrivibili. L’impalcatura narrativa poi si mostra nel più elegante dei modi, come stessimo sfogliando i migliori libri di genere fantasy, siano essi più o meno recenti. A seconda delle abilità del nostro personaggio e del tipo di PNG che fronteggeremo, le scelte prese avranno esito positivo o negativo, dunque pensate bene al momento della creazione dell’alter ego anche a quale condotta voler adottare per tutto il gioco. Ad esempio, una livello elevato di manualità ci faciliterà nell’apertura di serrature e forzieri, mentre una buona furtività permetterà un più agevole aggiramento del nemico. Un valore più elevato di sopravvivenza, fa sì che i personaggi possano avere maggiori benefici dall’uso di pozioni e cibo. E così via in un mosaico intricato quanto affascinante, dove nulla è lasciato al caso.
La pausa tattica: strategia allo stato puro
Pillars of Eternity: Complete Edition ha un gameplay estremamente divertente, dove calcolare bene ogni mossa è tutto per evitare di soccombere miseramente. Certo, sarà possibile lanciarsi furiosamente all’attacco contro nemici casuali e non troppo ostici, ma rammentate bene: questo tipo di tattica non paga sempre!
La pausa tattica, in cui a farla da padrone sono i tasti dorsali del controller, permette di mettere letteralmente in pausa il combattimento, poter accedere all’inventario e ad ogni abilità, pianificare le azioni di ciascun membro del party e, infine, ritornare “alla realtà”. Se le scelte che abbiamo preso saranno opportune, vinceremo il combattimento, altrimenti vedremo i nostri pg venir massacrati senza complimenti. La pausa tattica è accessibile in qualsiasi momento, in modo da poter eventualmente rettificare le scelte prese. Posso subito tranquillizzare gli utenti PC affermando che i controlli sono stati correttamente trasposti su console e, dopo il tempo iniziale necessario per addomesticare tutte le meccaniche, il gioco scorrerà liscio come l’olio.
Doveroso specificare che Pillars of Eternity: Complete Edition è un titolo dedicato agli amanti del fantasy puro, a coloro i quali non desiderano altro che diventare protagonisti di un’emozionante storia fantasy, sentendo la magia sulla propria pelle. Cosa implica ciò? Implica un prodotto dove è la trama a dominare la scena, quindi la possibilità di imbattersi in interminabili fiumi di testo è sempre dietro l’angolo. Io ho amato personalmente questo aspetto, tratto distintivo della produzione, ma chi odia sospendere l’azione e il combattimento stia dunque alla larga da Pillars of Eternity! Un elemento che potrebbe far storcere il naso a qualcuno, o gioire gli altri, è il fatto che ogni personaggio, indipendentemente dalla classe a cui appertiene, è potenzialmente in grado di fare ed equipaggiare qualsiasi cosa.
La differenza sta nei bonus specifici di alcune classi nell’attacco e nella difesa. A questi vanno poi ad aggiungersi altri fattori che elevano la complessità generale, come le due diverse caratteristiche atte a simulare i punti vita di un personaggio: resistenza e salute. Mentre la prima si consuma più rapidamente e arrivata a zero porta all’incoscienza del nostro alter ego, la seconda se azzerata porta alla morte e viene ripristinata solo riposando in una taverna, o utilizzando un fuoco di campo. Esaltante poi è la possibilità di gestire diversi set di armi, intercambiabili in ogni momento durante il combattimento. Inoltre, il nostro alter ego (il mio androgino drow) potrà contare su un gruppo di 5 avventurieri, personaggi reclutabili nel corso della storia o creabili dal nulla pagando monente sonanti in taverna.
Tanta roba, in tutto e per tutto
La quantità di contenuti messa a disposizione dai ragazzi di Obsidian è mastodontica, implicando circa 80-90 ore per arrivare alla fine del viaggio. Analogamente a Dragon Age: Inquisition, il titolo si divide in aree prima da scoprire e poi raggiungibili tramite una mappa generale del mondo di gioco. Un mondo che, in quanto ad ampiezza, non scherza affatto: circa 200 diverse location, inclusa una “roccaforte personale” da sbloccare e potenziare al meglio, pagando ovviamente le giuste somme di denaro. La stessa roccaforte funge anche da accesso per un dungeon,formato da ben quindici livelli e da un boss finale da abbattere. Pillars è poi godibile in quattro difficoltà diverse, coi primi intercambiabili in ogni momento, mentre il più ostico, la Via dei Dannati, una volta scelto non può essere modificato.
Possiamo poi scegliere due opzioni atte a rendere l’esperienza di gioco ancor più dura: eliminare qualsiasi aiuto in game o poter utilizzare un solo slot di salvataggio e, se tutti i personaggi del party muoiono, esso viene cancellato. Altra novità messa sul piatto da Pillars of Eternity è la presenza di un level cap che si ferma a 12, dato che l’esperienza viene accumulata solo tramite l’esplorazione e il superamento delle quest, rendendo il processo più lento. Questa scelta obbliga il giocatore a ponderare bene quale strada intraprendere nel suo percorso di crescita.
Ho riscontrato quel che potrebbe essere definito un neo abbastanza pesante per quanto riguarda l’assenza della possibilità di auto livellamento del party. Ciò può essere considerato pregio o difetto a seconda del giocatore, perché curare ogni singolo aspetto della crescita del personaggio è magnifico, ma può non essere gradito a chi preferisce un’esperienza più “leggera” in questo senso. Arrivare a guidare un party di sei persone che non sanno neanche “andare al bagno” senza il tuo comando può essere a tratti frustrante.
Un punto debole della produzione l’ho trovato nel pathfinding: spesso i personaggi nello scegliere la strada migliore da percorrere per raggiungere un punto della mappa si incastrano negli elementi del paesaggio. Questo problemino si riflette occasionalmente anche nei combattimenti: veder il vostro pg non assalire il nemico perchédistante da loro quei pochi centimetri che bastano a bloccare l’attacco in mischia è destabilizzante. Si sente infine la mancanza di una semplificazione nei comandi in fase di combattimento, particolarmente per quanto riguarda il susseguirsi delle abilità scelte. Esiste un modo per stabilire una successione di abilità, ma avviene tramite legnose combinazioni di tasti, che comportano una gestione meticolosa delle azioni di ogni personaggio, a tratti sfiancante. Un peccato!
Una piccola opera d’arte
Pillars of Eternity dal punto di vista tecnico fa il suo dovere: animazioni belle da vedere, schermate semplici, intuitive e l’ausilio di effetti particellari mirabili. Il titolo si distingue per le ambientazioni disegnate a mano, che lasciano a volte senza fiato per la ricchezza di particolari e i magnifici scorci dai colori palpitanti. Discorso differente invece per quanto riguarda i modelli di personaggi e animali, poco variegati, privi di originalità. La colonna sonora poi riesce a sfornare eccezionali musiche di sottofondo, ispiratissime soprattutto se godute mirando un bel paesaggio di gioco. La traduzione in italiano dei testi è ottima, salvo qualche errore che priva di senso qualche discorso ma, considerando tutto il lavoro dietro la produzione, ho sorvolato senza indugio su tali piccole mancanze.
[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Pillars of Eternity: Complete Edition riesce ad attingere a piene mani dal glorioso passato del genere, portando nel presente un racconto fantasy interattivo straordinario, immersivo e quasi infinito in quanto ad ampiezza di contenuti. Un titolo che estrapola solo il meglio dalla narrativa del genere, dando al lettore/sbarra giocatore le emozioni dei racconti dei grandi maestri. Vi perderete volentieri nelle ore e ore di gioco, di avventure e, soprattutto, di scelte messa a disposizione da Obsidian.La possibilità però e, in alcuni casi, l’obbligo di curare ogni minimo particolare per poter avanzare col proprio party potrebbe essere destabilizzante per i giocatori amanti di esperienze più immediate. Il porting su console è perfettamente riuscito e non inficia assolutamente la qualità della versione originale per PC. Raccomando l’acquisto a tutti gli amanti del GDR in ogni sua forma, magari con un passato da giocatore accanito di Dungeons & Dragons.[/stextbox]