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La simulazione sportiva è una faccenda complicata e spesso fallisce nel suo tentativo dell’essere il più realistica possibile. Quando il realismo simulativo tocca un gioco manageriale sportivo, beh, le cose si complicano ulteriormente e ce lo dimostrano i vari titoli disponibili nel mondo. Ed è così anche per Pro Cycling Manager 2021, che dopo un anno di pandemia è uscito sul mercato piuttosto in forma, ma con qualche acciacco che inevitabilmente rovina un po’ l’esperienza.
Rispondiamo però alla domanda che tutti starete facendo: “Questo acquisto vale i soldi oppure posso continuare a giocare alla mia vecchia edizione?”. La risposta è che dipende. In primis bisogna vedere il proprio portafogli e capire se volete spendere quei soldi. In secondo luogo, dovete capire che le novità ci sono ovviamente, ma sono piuttosto limitate, ma ci siamo abituati a questo. Dovete quindi vedere in base a quella vostra sfrenata passione per il ciclismo e per il suo lato manageriale.
Ovviamente si partirà con il solito modo, scegliendo il proprio team e qui il consiglio è quello di partire con qualcosa di forte e quotato. A meno che non vogliate lavorare il doppio, questa è la scelta migliore da percorrere. Successivamente verremo portati al gioco vero e proprio, con tanto di pianificazioni future e ragionamenti a lungo termine. Questa parte non è solo interessante, ma è anche un buon upgrade rispetto a prima.
Come sempre, le gare potremo disputarle grazie al motore grafico in 3D, seguendo man mano il nostro campione oppure con la simulazione. Optare per una o l’altra scelta significa divertirsi di più o di meno e in fondo questo determinerà molto la vostra permanenza nel campionato. La simulazione porta con sé diversi fattori negativi, come il non poter controllare la situazione, di dare il giusto spint al proprio giocatore e ovviamente di favorire in questo modo l’IA.
Giocare l’intera corsa invece potrebbe ovviamente farvi occupare più tempo, ma questo poi andrà a ricompensare il resto del gioco. Decidere quando e come fare un grande sprint e vincerlo, questa è arte, ma è anche la vera soddisfazione nel gioco. Un po’ come il sapere che i cinque tornanti in un gioco di Rally li avete completati in modo perfetto, senza alcun margine d’errore.
Potremo ovviamente giocare in squadra e andare a creare una piccola strategia difensiva contro i nostri rivali. Volendo invece potremo tirare avanti come dei ossessi e andare a spingere di più sui pedali. In questo modo ovviamente andremo a compromettere la gara successiva in quanto stancheremo il nostro giocatore.
Qui bisogna dire che continuano a sentirsi i difetti veramente fastidiosi che non abbandonano la serie. Le compenetrazioni sono tante e spesso rendono più frustrante l’esperienza di gioco. Per fortuna che i tantissimi campionati andranno a toppare i difetti di gameplay, facendoci giocare tanto e bene (o male). Il gioco cerca comunque di fare una selezione naturale fin da subito, togliendo così i giocatori poco interessati all’esperienza.
Graficamente ci troviamo davanti a un titolo piacevole, che però non urla al miracolo. I modelli 3D rendono bene, senza stupire il giocatore e alla fine va bene così. Alcuni scorci colpiscono nel modo giusto, senza però rapire il cuore di chi gioca, mentre i circuiti sono curati in modo diverso. Una gara importante avrà delle piste molto più curate ed elaborate rispetto alle gare minori. Questo scoccia un po’, soprattutto perché così viene danneggiata anche l’esperienza generale.