Quando muori resta a me – Recensione del nuovo fumetto di Zerocalcare

Quando muori resta a me
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Il nostro passato ci condiziona irrimediabilmente come esseri umani e ci porta ad affrontare la vita in modo diverso da chiunque altro. Spesso, parlarne non è semplice e per via di una serie di problematiche non risolte con i genitori o con noi stessi. A volte sono entrambe le cose che si uniscono. Il fumettista Zerocalcare in questo caso sa benissimo come snodare i grovigli del proprio animo e nel contempo anche del nostro. Un autore che nella sua semplicità parla al cuore dei lettori e lo fa con la consapevolezza di non piacere a tutti. Anche il suo nuovo fumetto, Quando Muori Resta a Me (che potete acquistare su Amazon), ha la capacità di scavare nel profondo parlando di temi importanti e forse ancora fin troppo sottovalutati.

Il fumetto è edito come sempre dalla casa editrice BAO Publishing.

Cover del nuovo fumetto di Zerocalcare Quando muori resta a me
Cover di Quando muori resta a me

Quando Muori Resta a Me è un viaggio di Zero e suo padre in un paesino sperduto del nord Italia. Uno di quelli piccoli, dove tutti si conoscono e dove i problemi famigliari vivono per anni e anni. Il viaggio porterà il figlio a considerare meglio la propria situazione, facendo conti non solo con il proprio presente, ma anche con il passato, riconsiderando quella che è la vita del proprio padre. Proprio in questo viaggio e la permanenza nel paese che l’autore finirà per unire i vari tasselli del proprio passato. Frammenti che fino a quel momento erano scomparsi, ma che riaffioreranno con prepotenza.

Zerocalcare prende il suo passato, lo riconfeziona in modo da renderlo appetibile al proprio pubblico e poi lo scaraventa sul mercato con la forza di un tornado. Perché sì, Quando Muori Resta a Me è un fumetto che lascia qualcosa dentro l’animo e che cerca di scavare nelle profondità dell’animo senza la presunzione di avere delle vere e proprie risposte. In fondo, come potrebbe Zero dare delle risposte alle nostre domande quando non riesce a darsele per le proprie? No, non è sua intenzione risolvere i nostri problemi, ma indubbiamente alcuni punti di questa storia toccano il nostro animo con grande potenza. Personalmente mi sono ritrovato in un punto a leggere pensando alla mia vita e a quel che in fin dei conti non andava (e non va) proprio bene. Un modo per fare la terapia da soli, entrando nelle viscere della propria testa.

In Quando Muori Resta a Me vengono fuori tanti argomenti, attuali più che mai e ognuno di questi non cozza mai con l’altro. Il maschilismo tossico che porta un padre a non condividere niente con il figlio, creando una catena di abitudini dannosa per la mente è forse quello più evidente. In questo è interessante notare come le persone difficilmente riescono a cambiare dopo una certa età e forse, chissà, tutto questo dipende in parte anche dai figli e dalle figlie.

Tavola di Quando muori resta a me di Zerocalcare
Tavola di Quando muori resta a me

Discorsi che fanno da psicanalisi e forse parlano a tutti noi. Chi più, chi meno. Colpisce sempre la schiettezza di Zero, che parla in modo semplice, ma mai banale. Frasi che vanno al punto senza troppi giri di parole, reazioni che qualcuno potrebbe trovare certe volte esagerate, ma per qualcun altro sono la normalità. L’autore romano non è uno che si tiene dentro le cose e non si risparmia verso nessuno. A questo va aggiunto lo stile di disegno semplice, ma eloquente, in cui un semplice sguardo vale più di mille parole.

Impossibile non consigliare questo fumetto, che secondo me potrebbe e dovrebbe leggere chiunque. Anche chi non ha mai letto fumetti in vita propria.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".