IF – Gli amici immaginari – Recensione del nuovo film di John Krasinski sul potere dell’immaginazione

IF - Gli amici immaginari
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Crescere è un processo lungo, complesso e delle volte parecchio doloroso. Eppure è innegabile che un giorno o l’altro si finisce per crescere e che la vita si evolve di continuo in base a una serie di fattori. In tutto questo, però, ci sono alcuni frammenti di giovinezza che lasciamo andare lungo il tragitto. Pezzi che solo qualche anno prima erano importanti e che magicamente perdono il proprio valore e alla fine finiamo per dimenticarli. IF – Gli amici immaginari, film scritto e diretto da John Krasinski (The Office, Quiet Place, Jack Ryan di cui ora è disponibile l’ultima stagione su DVD) racconta qualcosa che sta sotto i nostri occhi tutti i giorni, ma che proprio questo tendiamo a non vedere. Una moderna fiaba capace di emozionare i più piccoli, ma anche i più grandi.

Bea è una ragazzina di dodici anni che si trasferisce nell’appartamento di sua nonna a New York mentre suo padre si trova in ospedale per sostenere un’importante operazione. Reduce dalla perdita della madre, Bea non riesce a vivere serenamente quella situazione, ma un incontro le cambierà per sempre la vita. Cal, un uomo particolare il cui compito è quello di trovare dei nuovi bambini per gli amici immaginari (gli IF) che hanno finito per dimenticarli. Da quel momenti la ragazza si ritroverà a vivere un’avventura al limite del possibile, tra la malinconia del passato e la paura del futuro.

Scena del film di John Krasinski, IF - Gli amici immaginari, recensione di Rostislav Kovalskiy
Ryan Reynolds in IF – Gli amici immaginari

John Krasinski con IF – Gli amici immaginari ha confezionato una moderna favola che parla ai bambini, ma anche ai genitori. Con estrema delicatezza mette in mostra degli argomenti seri e sempre attuali come la morte, la preoccupazione e la necessità di crearci un amico immaginario per riuscire a sopportare quei momenti. Amici che accompagnano i bambini e le bambine durante la loro infanzia, proteggendoli dalle avversità del mondo reale. Una sorta di valvola di sfogo e allo stesso tempo una campana di cristallo.

In tutto questo scaturisce l’argomento dell’immaginazione e della sua importanza, ma anche della sua perdita con la crescita. Da bambini infatti, siamo portati a immaginare mondi, battaglie, creature magiche e storie, ma andando avanti con gli anni, quella capacità inizia a scemare lentamente, senza che ce ne accorgiamo per davvero. E quest’argomento viene sempre messo in evidenza all’interno del film, dove il personaggio di Krasinski continua imperterrito a comportarsi in modo piuttosto infantile per qualcuno, ma in verità conserva sempre il suo animo da sognatore. Una bellissima lezione da imparare tutto sommato.

La regia di questo IF non è qualcosa che ricorderete a lungo, ma funziona. Dall’inizio alla fine non avrete mai la sensazione di guardare qualcosa di sbagliato e di poco elaborato. Al contrario, il prodotto confezionato risulta essere appetibile a tutti. Krasinski sa come mettere a proprio agio lo spettatore e lo fa nei momenti giusti, facendolo emozionare in altri. Un piccolo timore l’avevo fin dall’annuncio per la CGI, che in verità mi ha stupito e non poco direi. Le creature immaginarie si muovono nel mondo reale con grazia e naturalezza, come se in realtà fossero veri esseri umani. La qualità del pelo di Blu ad esempio lascia veramente piacevolmente colpiti per la grande qualità.

Scena di IF - Gli amici immaginari con Ryan Reynolds e Cailey Fleming
Ryan Reynolds e Cailey Fleming in IF – Gli amici immaginari

A parte un meravigliosamente emotivo Ryan Reynolds (Deadpool), in questo film c’è una sola star ed è la giovanissima Cailey Fleming (The Walking Dead, Star Wars). La sua capacità di dar vita al personaggio di Bea va oltre la semplice recitazione in una commedia con dei punti drammatici in chiave fantasy. Lei riesce a incanalare nelle sue scene quelle che sono le paure, i desideri e la spensieratezza di un’età particolare, in cui si è veramente sensibili agli eventi esterni. La meraviglia che si legge negli occhi quando incontra le creature magiche, la disperazione, il dolore e tantissima voglia di lottare, di non sembrare più una bambina. Ogni singolo frammento è rappresentato divinamente da questa ragazzina che ha già un futuro assicurato nel mondo del cinema.

La colonna sonora firmata da Michael Giacchino (Rogue One, Spider-Man No Way Home, Zootropolis) porta l’immaginazione a compiere un viaggio. Note che ricordano sempre l’essenza fiabesca, senza mai dimenticare la propria natura malinconica. La bravura di Giacchino è senza dubbio quella di saper valorizzare al meglio le scene con le proprie musiche, portando l’immaginazione a compiere un piccolo balzo in avanti.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".