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La Joker War non è stata solo un evento che ha sconvolto Batman, ma un terremoto che ha scosso ogni angolo di Gotham City, travolgendo eroi e criminali in una lotta senza quartiere. Le sue conseguenze si sono propagate come un’onda inarrestabile, lasciando segni profondi tra i vicoli, nelle menti e nei cuori di chi si ostina a sopravvivere nella città più pericolosa d’America.
E mentre il Pipistrello affrontava la battaglia principale, c’era un altro guerriero nell’ombra, uno che non si piega alle regole e che conosce bene la violenza di Gotham: Red Hood.
Panini Comics porta in Italia il volume dedicato alla side quest di questa guerra, una storia che cambia prospettiva e ci catapulta in un ambiente ancora più sporco, cinico e crudele. Qui non ci sono solo supercriminali con piani megalomani, ma una lotta più sottile, più viscerale, fatta di strade conquistate, di giochi di potere e di una città che cerca disperatamente di resistere al caos.

La malavita di Gotham: un gioco senza regole
Il racconto, firmato da Shawn Martinbrough, ha il sapore di un noir moderno, di un gangster movie in cui il confine tra eroe e criminale è sempre più sfumato. Le strade non appartengono più alla gente comune, ma alle bande, ai boss, ai predatori che vedono la caduta di Joker come un’occasione per prendersi un pezzo di città.
E in questo scontro di ambizioni e violenza troviamo un Killer Croc in una veste insolita, più simile a un boss mafioso che a un bruto senza cervello. Un Croc che ragiona, che pianifica, che non si limita a spaccare teste, ma che gioca le sue carte come un perfetto Al Capone con scaglie e artigli. Un’interpretazione affascinante, che aggiunge profondità al personaggio e lo rende ancora più minaccioso.
Ma il vero cuore della storia è, ovviamente, Jason Todd. Il rapporto con Batman continua a essere turbolento, una ferita mai rimarginata fatta di accuse, scelte diverse e incomprensioni mai del tutto risolte. Ma oltre al Cavaliere Oscuro, c’è un altro legame che emerge prepotente: quello con le vecchie amicizie di Gotham Hill, la sua casa, il suo passato. Un passato che, per quanto cerchi di lasciarsi alle spalle, continua a riportarlo indietro.
Ed è proprio qui che entra in gioco un altro elemento fondamentale: la resilienza della gente comune. Gotham non è solo una città di criminali e vigilanti, ma un luogo abitato da persone che non vogliono lasciarsi schiacciare. Gente che resiste, che lotta, che si rifiuta di cedere al terrore. E Jason, con il suo codice morale spezzato e il suo metodo brutale, si ritrova a essere una guida involontaria, un’arma che colpisce non solo per vendetta, ma anche per proteggere.
Uno stile visivo tra gangster movie e atmosfere sovrannaturali
Le matite di Tony Akins, Moritat, Sanford Greene, lo stesso Shawn e Stefano Gaudiano riescono a trasmettere alla perfezione il tono della storia. Le scene sembrano uscite da un gangster movie, con ombre taglienti, sguardi duri e una tensione palpabile che si insinua tra le pagine. Ma non manca la parte più eroistica, con Red Hood che si muove con il carisma e l’iconicità di un vigilante che non ha bisogno di mantelli o simboli per imporsi.
E poi c’è una sfumatura sovrannaturale, appena accennata ma ben presente, che aggiunge un ulteriore strato di mistero e fascino alla narrazione. I volti sono espressivi, con un equilibrio perfetto tra realismo e stilizzazione, capaci di trasmettere emozioni forti senza bisogno di parole.
Un tassello essenziale per chi ama Red Hood
Questa side quest della Joker War non è solo un semplice spin-off, ma un tassello fondamentale per chi vuole esplorare le conseguenze dell’evento da una prospettiva diversa. È una storia di violenza, di sopravvivenza, di identità in bilico tra giustizia e vendetta.
Se amate il lato più oscuro e crudo dell’universo di Batman, questo volume è un acquisto obbligato. Perché Gotham non è solo la città di Batman. È anche la città di Red Hood. E questa è la sua guerra.