Rick and Morty: 5 motivi per iniziare a vedere la serie animata

Rick and Morty Stagione 3

Rick and Morty, ormai diventata una delle serie animate americane di maggior successo, è ancora sconosciuta a molte persone. C’è chi, per un motivo o per un altro, si rifiuta di guardare perfino qualsiasi cosa trattante le serie animate. Altri che, viziati dai canoni giapponesi, non vuole avventurarsi in un mondo decisamente meno “moe” e più rude. Tutti questi pregiudizi, tuttavia, è bene che siano messi in gabbia e trascurati per il resto della vostra vita, perché in questo articolo vi darò cinque motivi per guardare Rick and Morty.

1. Un ritmo travolgente

Come nella musica, il ritmo è un pezzo importante anche per le serie televisive, i film e anche i libri. Esso delinea non tanto la velocità della storia, ma il modo in cui il regista fa avvenire i fatti scandendoli nei minuti che ha a disposizione. Ogni tipo di storia ha bisogno di un suo ritmo, qualcosa che si adatti all’atmosfera e all’essenza stessa del racconto. Essendo una serie di fantascienza che punta molto sull’azione, Rick and Morty non poteva avere altro che un ritmo travolgente. Grazie al rapido susseguirsi dei fatti, lo spettatore non ci mette molto ad abituarsi allo stile di disegno dei personaggi particolarmente grezzo ed entra subito nel vivo dell’opera. Questo è, di fatto, uno dei due principali motivi per il quale questo show intrattiene così tanto. C’è sempre una sottile differenza fra azione dinamica e azione fumosa. L’azione fumosa è veloce, troppo, per lo più incomprensibile e ci toglie tutto l’interesse per una scena, rendendola quasi ridicola. L’azione dinamica invece rende qualsiasi situazione movimentata sia dal punto di vista fisico che psicologico. Un ottimo esempio è la serie animata Bakemonogatari, che grazie alla sua regia i dialoghi piuttosto lunghi e spesso privi di un contenuto concreto vengono resi decisamente più digeribili grazie a una regia che non blocca la scena, bensì la fa progredire tramite diversi trucchi di inquadrature e di movimento. Ovviamente Rick and Morty non è così complesso, ma basa tutto sé stesso nel far muovere sempre i personaggi in un modo o nell’altro, anche senza farlo effettivamente.

2. Imprevedibilità come chiave del successo

Il secondo motivo per il quale questo show è, a conti fatti, uno dei più grandi media di intrattenimento degli ultimi anni è il suo essere imprevedibile. Gli autori, prima ovviamente di registrare un episodio, si radunano per discuterne e per decidere il filone narrativo di quella settimana. Niente di anormale, se non il fatto che a ogni riunione cercano il modo più pazzo e imprevedibile per portare avanti l’episodio. Succede spesso che una puntata tragga ispirazione da un film celebre, ma lo sviluppo è talmente contorto e pensato per stupire che alla fine ti fa incuriosire ancora di più. La potenza narrativa dell’imprevedibilità è una dote che ben pochi racconti hanno, anche solo nella letteratura, facendo dunque interessare il lettore o lo spettatore alle poche opere che possono giovare di questo elemento.

3. Fantascienza senza limiti

Uno degli elementi fondamentali per scrivere una serie lunga è il partire da una trama più semplice possibile. Un vecchio scienziato pazzoide che viaggia per lo spazio in cerca di nuove avventure è sicuramente un plot efficace, alla Doctor Who, ma la bellezza di questo tipo di opera sta nella sua elasticità pressoché infinita. Infinite realtà con innumerevoli pianeti, alieni sempre più inquietanti e una sceneggiatura che tende largamente sul grottesco. Tutto ciò riesce ad amalgamarsi in un’avventura particolarmente dark, non per tutte le età, ma capace di prendere una fascia di pubblico ben maggiore. Luna Park spaziali con dei simulatori in realtà virtuale talmente elaborati da farti vivere nei panni una vera e propria persona, seguendone gli eventi dalla gioventù fino alla morte o, in alternativa, parco giochi anatomici ambientati in un vecchio barbone dove gli organi interni e le malattie vengono usate come attrazioni. Pianeti Cronenbergati, parassiti attaccati alla suola della scarpa che creano illusioni per integrarsi alla famiglia, facce enormi grosse quanto pianeti che rapiscono i mondi per farli partecipare a contest musicali… Le possibilità di Rick and Morty sono tendenzialmente infinite, un po’ come nella serie animata Space Dandy: molto affine seppur molto meno grottesca e decisamente migliore dal punto di vista grafico.

4. Sceneggiatura coerente e recitazione ai limiti del professionale

Oltre all’azione e ai contenuti, un altro punto importante è la sceneggiatura, che insieme ai tempi comici e alla recitazione fa da garante per uno show divertente e privo di qualsiasi limite. Scritto con i canoni dell’imprevedibilità, Rick and Morty propone una linea comica fortemente presente in tutti gli episodi, che sfrutta principalmente l’ironia per esprimere il senso di degrado provato da Rick, il personaggio più importante dal punto di vista comico. Morty, come spalla, ragiona e vede le cose al contrario di quelle di Rick, dimostrando di essere un po’ il senso morale della serie, che viene zittito puntualmente dal nonno. La recitazione aiuta molto questi punti comici grazie soprattutto a David Roiland, uno dei creatori nonché doppiatore sia di Rick che di Morty. La sua particolarità non è tanto il saper differenziare perfettamente le due voci (cosa che comunque riesce a fare), ma andare ai limiti del professionale per interpretare Rick. Rick, il nonno alcolizzato e con palesi problemi di depressione è per lo più ubriaco nel corso di tutta la serie, quindi per rendere il tutto più realistico Roiland ha deciso di ubriacarsi durante la registrazione, entrando meglio nella parte abbattendo le barriere di ciò che è lecito e ciò non lo è. Queste due cose insieme meritano di essere poste sotto la vostra attenzione, perché fanno parte di un processo creativo da non sottovalutare.

5. Gli sfondi sfuggenti

Una delle componenti che personalmente mi ha stupito di più è una parte del lato grafico. È vero, il design di Rick and Morty è decisamente brutto, è facile non apprezzarlo, ma un lato del suo apparato tecnico mi ha stupito in modo positivo. Sto parlando degli sfondi. Quando i due protagonisti arrivano su un pianeta nuovo, una stazione spaziale o quel che volete, è lì che la parte illustrativa raggiunge uno dei suoi massimi livelli con background coloratissimi e ricchi di dettagli decisamente interessanti. Peccato solo che queste illustrazioni, che potrebbero essere benissimo anche quadri, vengono mostrati per pochissimi istanti. Di sicuro meritano molto più spazio e spero che nelle prossime stagioni questo lato artistico si evolva ancora di più.

Sull'autore

Gabriele Gemignani

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