Shadow Tactics: Blades of the Shogun (PS4) – Recensione

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Il 6 dicembre 2016 Shadow Tactics: Blades of the Shogun debuttava su PC, dimostrando di essere il vero erede del capolavoro tattico di Pyro Studios, Commandos. In questa sede ci troviamo a verificare se la qualità del titolo è confermata anche per la sua versione su console. Non perdiamo dunque altro tempo e scopriamo insieme se “i cinque che sfidarono da soli tutto il Giappone”, creati dal genio di Mimimi Productions, riescono a fare di nuovo un figurone.

Cinque eroi contro l’intero Giappone

Cominciamo subito col dire che il porting console di Shadow Tactics: Blades of the Shogun non modifica di una virgola, in ogni suo aspetto, la versione PC. Detto questo, l’ambientazione è nota a chi l’ha giocato alla fine dello scorso anno. Siamo nel Giappone feudale, in epoca Edo (1615), fatta di temibili shogun, letali assassini ninja ed eroi leggendari. Un nuovo shogun incarica cinque professionisti di portare ordine nei regni di suo dominio, ordine minacciato dai ribelli capitanati da un misterioso personaggio, Kage-sama. Il modo in cui si evolve l’intreccio narrativo è abbastanza scontato, incapace di donarci qualche attimo di sorpresa. Una mancanza di sostanza nella trama a cui gli sviluppatori hanno rimediato tramite una caratterizzazione dei personaggi magistrale. Ognuno dei cinque eroi ha un peculiare comportamento, un modo di pensare diverso dagli altri, che risulta spesso in contrasto con gli stessi compagni di avventura. A questo bisogna aggiungere le motivazioni che spingono ciascun personaggio, ben delineate, rese vivaci da dialoghi interessanti e scambi di battute ben piazzati.

La pazienza è la virtù di chi ci tiene a restare vivo

Avvisiamo chiunque possa pensare che Shadow Tactics: Blades of the Shogun sia una piacevole passeggiata: non comprate questo gioco! Infatti, uno dei tratti distintivi del genere RTT (Real Time Tactics) è la difficoltà nell’avanzare senza aver prima pianificato ogni singola mossa. I cinque eroi sono letteralmente circondati dal nemico, soli contro interi eserciti (ogni riferimento alla saga di Metal Gear è puramente casuale) e l’unica arma a disposizione è la pazienza, insieme all’astuzia. Muoversi nell’ombra sarà vitale per riuscire a colpire i malcapitati avversari al momento più propizio. I comportamenti nemici non sono sempre prevedibili e commettere un solo errore ci porterà al game over. Per fortuna, ogni personaggio che potremo utilizzare dispone di abilità tali da permetterci di avanzare senza troppe imprecazioni.

L’agile ladra Yuki è in grado di posizionare trappole in cui cadranno le sentinelle che intraprendono il percorso di routine. Il ninja Hayato invece può eseguire uccisioni furtive con i suoi shuriken, muoversi sui tetti e distrarre le guardie lanciando sassi (insomma, il repertorio “Rikimaru & Co.” per intenderci). La geisha Aiko è uno degli eroi più interessanti, in quanto è l’unica a potersi muovere alla luce del sole, grazie al suo travestimento. Le mappe di gioco sono enormi e le abilità di ogni singolo personaggio possono essere unite, creando infinite combinazioni per riuscire a portare a termine la missione. Il giocatore avrà dunque carta bianca sulla via da intraprendere.

Come già anticipato prima, la pianificazione è l’arma più potente a nostra disposizione. Studiare l’ambiente di gioco e i movimenti nemici sarà di vitale importanza. I ragazzi di Mimimi Productions metteranno a dura prova qualsiasi strategia da noi mai pensata in precedenza per altri titoli simili. In parole povere, si respira veramente l’aria di Commandos, e gli amanti dell’RTT ci andranno a nozze. Sicuramente ci sono state modifiche rispetto allo schema base tipico del genere, come il quick save e la Shadow Mode, ma le piacevoli sensazioni che i predecessori di Shadow Tactics: Blades of the Shogun riescono a dare, sono rimaste inalterate, cristallizzate. Soffermiamoci ora un attimo sulla Shadow Mode prima menzionata: questa modalità permette la gestione simultanea di più eroi, impartendo in sequenza ordini che verranno eseguiti tramite comandi specifici. Il salvataggio rapido invece non ha bisogno di presentazioni e ci evita di ripetere il livello dall’inizio ma, soprattutto, aggira “l’esaurimento nervoso”, sempre in agguato. Il quick save su Playstation 4 è inoltre fruibile con maggiore facilità, tramite una leggera pressione del touch pad.

Una conversione riuscita o distratta?

Ciò che più temevano i fan del genere era una scorretta conversione del titolo su console, in particolar modo nel passaggio dal mouse al pad. Ricordiamo infatti il tentativo fallito di trasporre Commandos 2: Men of Courage su console. Possiamo subito tranquillizzare tutti i giocatori sul fatto che il porting risulta pienamente riuscito, in ogni sua componente. Il controller riesce ad abbracciare, seppur in uno spazio “angusto”, tutte le funzioni godibili tramite piattaforma PC. Mimimi Productions può ritenere di aver toppato solo in un fattore, abbastanza importante peraltro: la gestione della telecamera. Grilletto e analogico destro fanno rimpiangere mouse e tastiera in questo senso. Tuttavia, considerando l’ottimo lavoro complessivo svolto, proprio non ce la sentiamo di condannare il titolo per qualche inquadratura difficile da addomesticare.

Basta un po’ di pratica e coordinare tutte le combinazioni di controlli non sarà impossibile. Fra le varie accortezze adottate da Mimimi Productions per non farci rimpiangere il mouse, abbiamo ed esempio la presenza di un sistema di scelta rapida fruibile tramite levetta analogica, in modo da evitare sovrapposizioni confusionarie nella scelta di azioni fra loro ravvicinate. Dal punto di vista del comparto grafico, Mimimi Productions ha fatto un buon lavoro. Gli scenari sono ricchi di particolari, fanno uso di un cel shading affatto invasivo, pur non avendo le risorse per una realizzazione tecnica pari alle grandi produzioni tripla A. Una nota di demerito va invece alle animazioni di personaggi giocabili ed npc, che rendono il loro incedere eccessivamente robotico, dando quasi la sensazione di “stop motion”. La colonna sonora, dai toni orientaleggianti, risulta gradevole e in armonia con tutto ciò che vediamo accadere sullo schermo.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Shadow Tactics: Blades of the Shogun è tutto ciò che i fan di Commandos & Co. potrebbero mai desiderare. L’atmosfera di “tatticismo ansiogeno” dei titoli di quegli anni è perfettamente ricreata, affiancata da piacevoli novità che rendono il viaggio meno infernale. Avvertiamo però gli incauti viaggiatori: le lame dello shogun non sono fatte per chi vuole sedersi davanti allo schermo per rilassarsi. Pianificare ogni mossa, studiando l’ambiente circostante porterà alla vittoria, non farlo vi condurrà a morte certa, imprecazioni e frustrazione pura. Consigliamo dunque il titolo agli amanti della strategia ma, soprattutto, a chi di pazienza ne ha da vendere e, considerando la grande qualità del lavoro di Mimimi Productions, la pazienza è una scelta che premia.[/stextbox]

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Redazione