Shaun of the Dead (L’alba dei Morti Dementi) – Recensione – Retroview

Shaun of the Dead

La trilogia del cornetto, la trilogia del triplo sapore di comicità. Ammetto che ogni qualvolta che mi trovo a mangiare un cornetto Algida il pensiero diretto va verso i tre film del genio qual è Edgar Wright, anche se pari merito di a un immenso Simon Pegg, che ha realizzato insieme a Wright la sceneggiatura dell’intera trilogia. Questa è composta da Shaun of the Dead (L’alba dei morti dementi), Hot Fuzz e The World’s End (La fine del mondo). Tre film che personalmente ho adorato (e adoro tutt’ora) in modo incredibile. Si tratta infondo di film che mi hanno strappato cosi tante risate da denudarmi. In questo primo episodio, ovviamente, vorrei parlarvi del primo capitolo della trilogia.

Shaun of the Dead

La storia del film è ispirata all’immenso capolavoro di George A. Romer, La notte dei morti viventi e purtroppo il nome tradotto, La notte dei morti dementi, per quanto simile, non da onore al film, che potrebbe passare per un qualcosa di demenziale. Shaun è un trentenne che vive la sua vita in una routine che lo fa separare quasi subito dalla sua ragazza, Liz, stanca di passare tutte le sere al Winchester Pub, il locale preferito del migliore amico di Shaun, Ed. Dopo l’ennesima delusione, Shaun si ritrova single, ma voglioso di rimettere le cose a posto, senza volere però cambiare per davvero. Il suo vero desiderio è infatti quello di perdere le giornate bevendo birra e giocando ai videogames. Mentre è al lavoro, viene visitato dal patrigno, che gli chiede di portare dei fiori alla madre e da quel momento in po’ la vita dell’intera umanità cambiò per sempre. I morti infettano la terra e mordono le persone, anche se sono piuttosto dementi e fuggire da questi risulta non essere particolarmente difficile. Nasce cosi l’avventura di Shaun e del suo gruppo improvvisato verso il famoso Pub, Winchester.

Ammetto che inizialmente vedere Shaun of the Dead non mi ispirava, anche se avevo già visto il secondo film Hot Fuzz (Italia 1 e la vecchia insonnia… grazie mille), ma dopo la visione di questo: amore a prima vista. Simon Pegg e Nick Frost come sempre calzano nei loro ruoli a pennello, divertendo lo spettatore (me), dall’inizio alla fine. Il loro modo di recitare è infatti perfetto per i film comici (anche se hanno dimostrato di saper recitare in generi completamente diversi). Le risate partono dai primi minuti e finiscono con gli ultimi minuti, ma essendo un tipo di humor inglese non tutti lo apprezzeranno (sicuramente Un Occasione da Dio è più per un pubblico generalista, anche se si tratta di un filmetto). La regia di Wright è invece parecchio interessante sia per le inquadrature sia per come hanno sfruttato le poche location a loro disposizione senza scocciare lo spettatore. In tutto il film, infatti, le location sono pochissime possiamo contarle sulle dita di due mani, ma il budget era quel che era. Da menzionare poi la presenza, seppur breve, di Martin Freeman, facente parte del secondo gruppo, più fortunato. Tra gli altri attori troviamo Kate Ashfield, Dylan Moran, Lucy Davis, Bill Nighy e Penelope Wilton.

Consiglio questo film a tutti gli appassionati delle commedie e ovviamente dei mangia cervello e aspettatevi altri articoletti sui film della trilogia e sulle varie chicche riguardanti lo sviluppo dei tre film.

Shaun of the Dead

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Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.