Hot Fuzz – Recensione – Retroview

Hot Fuzz

Vi avevo già parlato di quel grande capolavoro senza tempo qual è L’alba dei Morti Dementi (Shaun of the Dead), il primo capitolo della trilogia del cornetto, uscito nel 2004. Ebbene, per me la saga ebbe inizio con il capitolo del 2007, Hot Fuzz. Ricordo che ero steso nel letto la notte e prima di spegnere la tv mi capita questo film, che in pochi minuti mi fece dimenticare il sonno e salì nella top dei film preferiti. Scoprii che si tratta di una trilogia solo qualche anno dopo, grazie a quel genio di Alessandro Tonoli (di cui vi consiglio comunque il libro, La Piccola Parigi). Ma bando alle ciance, cercherò di seguito raccontarvi qualcosa del film.

Hot Fuzz

Diretto da Edgar Wright, Hot Fuzz ha come protagonisti nuovamente Simon Pegg e Nick Frost, ma nominare tutti gli attori famosi è impossibile citarli in quanto ne sono davvero troppi. Cerco comunque di nominare quelli essenziali: Jim Broadbent (premio Oscar), Timothy Dalton (chi se lo ricorda in Chuck e Doctor Who?), Bill Nighy (Harry Potter, I Pirati dei Caraibi e tanti altri… un vero signore), Paddy Considine (Bourne Ultimatum, Macbeth), Martin Freeman (devo davvero dire qualcosa?), Olivia Colman (dico solo… Broadchurch). Ecco, alcuni degli attori che presenziano all’interno della pellicola e che personalmente adoro.

La storia questa volta ruota attorno al poliziotto Nicholas Angel, un uomo che ha dato tutta la propria essenza al lavoro, diventando il miglior poliziotto di Londra, ma perdendo la propria ragazza e anche il lavoro. Vista la qualità del suo servizio, viene spedito in una cittadina modello, Sandford. Scontento, ma con il suo ficus sempre vicino (vi viene in mente un certo Leon?), Nicholas inizia a conoscere i strani abitanti della città e suo malgrado finisce per diventare amico del capo della polizia, Danny Butterman. Questi gli mostra un mondo che non aveva conosciuto prima e tra le altre cose lo istituzionalizza anche sul cinema, iniziando da Bad Boys II e Point Break. Anche Danny, imbranato e a tratti ritardato (non al livello mentale, ma a quello delle reazioni) inizia a comprendere alcuni problemi della città.

Non voglio dirvi troppo del film, altrimenti non ci sarebbe nessuno sfizio nel vederlo. Si tratta inoltre del mio capito preferito della saga e la sua visione ha raggiunto almeno le 20 volte, ma aumenterà ancora nel corso degli anni. Il motivo per cui mi piace cosi tanto Hot Fuzz è abbastanza semplice. L’umorismo puro, non volgare, citazionista ed elegante, non lo trovi cosi facilmente al giorno d’oggi. Ogni personaggio è stato caratterizzato in modo estremamente realistico, al limite di questo termine e alla fine ci si affeziona a tutti, anche a quelli minori. La regia, inutile dirlo, è stupefacente e vorrei fare un applauso a Edgar, che ha saputo creare delle scene d’azioni davvero belle, unite ad alcuni piani e l’uso della fotografia, che non dà mai fastidio agli occhi. Consiglierei questo film mille volte e altre mille. E tra l’altro, il doppiaggio italiano è davvero ben realizzato.

Hot Fuzz

[amazon_link asins=’B07DNJR6H4,B00ET6K40C,B00GIEYV98,B003GZTLZG,B00KQ6EU72′ template=’ProductCarousel’ store=’havocpoint-21′ marketplace=’IT’ link_id=’21c3186c-c5bb-11e8-8f99-db9bf47aaf97′]

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.