Starfield – Recensione – Un incredibile viaggio tra le stelle

10 anni di progettazione di cui 8 per la produzione, 500 persone al lavoro e 200 milioni di spesa fra lo sviluppo, marketing e molto altro. Sono questi i numeri che durante la Gamescom Todd Howard, capo di Bethesda Game Studios, ha raccontato al pubblico durante l’Opening Night Live per una nuova dimostrazione di Starfield a tutti gli appassionati per l’esclusiva Microsoft. Infatti possiamo trovare il gioco solo su Xbox Series X/S oltre a Windows 10/11.

Per me infatti questa non è una recensione ma più che altro un diario, nel quale vado a raccontare della mia esperienza con il titolo Starfield che è riuscito a trascinarmi tra le stelle un po’ come fece Mass Effect ai tempi. Bethesda non è una società prolifera di titoli anzi, è un azienda che mette grande cura nei suoi progetti che però per la sua enorme mole di informazioni, di missioni principali e secondarie – che hanno una trama queste ultime alla pari della primaria – risulta limitante la stesura di una sola parte della storia.

Se siete interessati all’acquisto del gioco potete farlo dal referlink di InstantGaming.

Un esclusiva pesante

Tempo fa ho parlato con un ragazzo con cui ho collaborato in un altro sito, e l’argomento come capita spesso cadde sui videogiochi e negli ultimi due mesi, causa anche per l’attesa febbricitante, è caduta proprio su Starfield. Il titolo è un progetto pesante per tutta una serie di motivazioni, primo fra tutte Arkane Austine – una sussidiaria di Arkane Studios – facente parte del gruppo Zenimax, lo stesso nel quale fa parte anche Bethesda e molti altri, ha fatto un mezzo passo falso con Redfall e molte persone avevano paura di una potenziale scivolata.

Nel 2018 non so se ve lo ricordate fu l’anno dell’annuncio del gioco, nel 2020 invece insieme all’anno del covid arrivò anche la notizia dell’acquisizione del gruppo Zenimax da parte di Microsoft, per poi arrivare due anni più tardi – e più precisamente a maggio del 2022 – con la notizia di un posticipo del lancio del gioco. In questo contesto portò una paura generalizzata del progetto Starfield, del fatto che ci fossero dei problemi legati ad una stabilità precaria della build e contenuti stroncati.

Dopo aver provato il gioco, con almeno 2 personaggi differenti, posso dire che potete stare tranquilli su tutta linea perché il titolo di Bethesda è solido, divertente e potete perderci letteralmente un sacco di ore com’è successo con Skyrim oppure Fallout 4.

Una storia fra le stelle

L’ambientazione è quella futuristica ambientata nel 2330 e l’anno non è messo a caso, infatti Bethesda Games Software ha ipotizzato che nel prossimo futuro l’umanità dovrà spostarsi nell’universo perché la Terra, a quel punto, non riuscirà più a sostenere la propria massa atmosferica perdendo ogni traccia della sua bellezza. Per questo l’umanità ha colonizzato circa il 10% dei 10 mila pianeti disposti per la Via Lattea, senza contare che potremmo visitare anche diverse lune come quelle di Giove oppure di Saturno.

Bene in questo marasma di astri possiamo portare l’attenzione al nostro – oppure nostra – protagonista, che lavora per la Argos Extractors ossia un’azienda mineraria che sta lavorando su un satellite per l’estrazione delle risorse. Però qualcosa va storto e noi verremmo a contatto con un manufatto alieno, questo sarà solo l’incipit di un qualcosa di più grande di noi e da qui la storia, o sarebbe meglio dire storie, prederanno strade completamente diverse.

Perché infatti bisogna dirlo tutti i giochi di Bethesda hanno un migliaio di storie secondarie, altrettanto interessanti quanto quella della linea principale per tanto si può dire che tutte le trame, sono allo stesso modo e ugualmente interessanti. Una realtà nella quale la Terra non è altro che un pianeta morto, l’umanità ha creato diverse organizzazioni – chi benevoli o malevoli – per dare una possibilità di sopravvivenza all’umanità.

La triplice alleanza

La creazione del personaggio è una di quei momenti dove mi perdo nella creazione del backgroud del personaggio, si potrà scegliere le origini e nel mio caso ho voluto far nascere il mio alter ego in un mondo controllato dall’UC, credente delle Spire del Serpente ed esperta nel settore tecnologico. Perché dico esperta? Perché ho scelto un personaggio femminile, ed è una mia preferenza nel mondo dei videogiochi.

Ma nella creazione del personaggio si potrà scegliere altre realtà come quella illegale, nascendo nella Flotta Cremisi, oppure rimanere un coloniale al di fuori del settore UC. Insomma avremmo modo di sperimentare anche con origini diverse, questo permette al giocatore di interfacciarsi con altre persone – sarebbe meglio dire NPC – e trovare anche dei vantaggi nelle conversazioni.

Le abilità possono essere molteplici e si potrebbe scrivere un articolo solo su questo, si potrà scegliere un massimo di 3 potenzialità dal DNA alieno, essere un medico oppure un cacciatore divisi fra introversi ed estroversi per dare un pochettino di pepe nella lore del gioco. Ma poi nel corso delle avventure, ma ci arriveremmo con calma, potremmo guadagnare punti da un sistema di livello in versione old scholl ma che continua a funzionare molto bene, per poi spenderli nel sistema delle abilità.

La via fra le stelle

Non è facile viaggiare nello spazio per due ragioni la prima, e più semplice, sono i pirati che sono la realtà più comune di Starfield al di fuori di un sistema controllato come quello UC oppure Var’uum per citarne qualcuno. Per tanto quando si viaggerà al di fuori di realtà controllate, spesso e volentieri troveremmo bande criminali che rubano il più possibile per sostenersi, sia nel cibo e nei medicinali, e anche arricchirsi.

Quindi capiterà che dovremmo utilizzare la nostra nave, che fungerà come casa tra un mondo e l’altro, per attaccare eventualmente altre navi non solo pirati ma anche altre fazioni. Un aspetto che a me è piaciuto molto è la possibilità di andare nel simulatore dell’UC, per poi effettuare dei mini tornei per combattere contro altri piloti che si stanno addestrando, se si riuscisse a fare un record beh in quel caso avrete una bella sorpresa.

In ogni spazio-porto sicuro nel quale potremmo atterrare ci sarà un funzionario che si occuperà della riparazione del veicolo, permetterà di potenziare ogni aspetto della nave ( dagli armamenti, agli scudi fino ai motori) e scegliere un nuovo veicolo. Questo cambia da una stazione all’altra, da un pianeta all’altro per scoprire nuove case e crearsi una propria flotta con un proprio equipaggio.

Il silenzio non è una brutta abitudine

In Fallout 4 abbiamo visto un sistema di conversazione fra il giocatore e gli NPC, dove sia il proprio alter ego ( indipendentemente se sceglievamo l’uomo oppure la donna) poteva conversare con i propri interlocutori con un doppiaggio di alto livello. In Starfield invece gli sviluppatori hanno scelto un approccio più silenzioso da parte dell’alter ego, in modo di immedesimarsi con il proprio alter ego.

Oltre al fatto che un doppiaggio in stile Fallout 4 ma presente in Starfield sarebbe stato complicato, in quanto il gioco pesa 110 gb nella sua versione Premium ( quella che ho ricevuto) e dalle parole di Phill Specer, ha speso più di 300 ore e non era arrivato neppure a metà gioco. Quindi potete immaginare l’enorme mole di contenuti presente nel titolo, e pagare poi un doppiatore oppure doppiatrice sarebbe stato complicato sia in termini di lavoro che di soldi.

Quindi questo è un escamotage che nel corso del tempo i giocatori hanno visto, hanno avuto modo di sperimentare e funziona anche a distanza di generazioni. Se posso spezzare una lancia a favore del gioco, la grafica è le movenze facciali dei personaggi, anche se non sono perfettamente identiche alla realtà sono comunque ottime, adatte ad un mondo vasto dove il giocatore non sa che cosa aspettarsi.

Un equipaggiamento da tenere sott’occhio

Siamo verso la fine di ciò che ho per la testa e che sia chiaro, ritornerò ogni tanto ad aggiornare l’articolo perché ogni volta che si gioca a Starfield si scopre qualcosa di nuovo. Ogni volta che andremmo su un pianeta, oppure una luna, senza ossigeno dovremmo utilizzare una tuta ambientale in grado di darci il sostegno necessario e di proteggerci in caso di attacchi.

Non sarò strano quando strano vedere anche su un pianeta che riesce a sostenere la vita, non ce ne saranno tanti per dire la verità, molti soldati utilizzano queste attrezzature. Ci saranno due modi per avere nuovi equipaggiamenti e come potete immaginare, facendolo in maniera civile e acquistandolo dai mercanti oppure facendolo in maniera illegale, uccidendo chi ha delle armature e poi rubargliele – a meno che non siate abbastanza abili da rubare e non farvi beccare, in caso contrario dovrete pagare la taglia sulla vostra testa -.

L’equipaggiamento è a dir poco immenso con armi, munizioni, medikit e quant’altro di diverso livello da utilizzare in qualsiasi momento. Si potrà inoltre inserire in uno schema veloce a nostra indiscrezione, divisa nelle freccette del pad, in modo da passare velocemente da un arma all’altra e da un equipaggiamento all’altro senza il bisogno di aprire il menu, e che a differenza di Redfall il menu di Starfield va in pausa con il gioco e non lo farà continuare.

Una mia città

Durante il conseguimento di una delle tante trame, non vi dico quale perché vi rovinerei l’esperienza, il gioco mi ha ricordato che è possibile creare un insediamento e gestirlo come meglio crediamo. Quindi mi sono buttato in un area piuttosto grande del suolo marziano e mi sono cimentato nella creazione di una mia casa, il che mi ha fatto sorridere perché mi ha ricordato come costruire una casa in Fallout 4.

Essendo ambientato in un futuro dove molte aree sono state abbandonate, oltre al fatto che è possibile acquistare quello che abbiamo bisogno dai mercanti, dovremmo cercare determinate risorse nello spazio. Dopo di che avremmo due possibilità la prima andare sulla nostra nave e collegarci in uno dei computer di bordo, fatto ciò costruiremmo quello che abbiamo bisogno ( dalle pareti, alle infrastrutture oppure il pavimento) e siamo a cavallo.

La seconda è andare direttamente nell’area che abbiamo scelto da insediarci, il che vedremmo con i nostri occhi che cosa stiamo costruendo e come arredarlo. Fidatevi quando vi dico che l’unica limitazione è l’immaginazione, perché successivamente potremmo costruirci anche un computer in grado di modificare e creare l’equipaggiamento e le navi in nostro possesso, con le stesse procedure citate qua sopra.

Che cosa devo fare? Quale via devo seguire?

Se devo essere sincero il modo migliore di giocarlo e farlo senza troppi pensieri, il miglior modo di giocare a Starfield è avanzare un poco alla volta e seguire le trame che a noi interessano maggiormente. Non ce un modo giusto di giocarlo e uno migliore per farlo, ce solo il nostro modo di interessarci al medium e Starfield ci riesce perfettamente su ogni punto.

Ho letto in giro che è un ottimo gioco ma uscito nel periodo sbagliato, secondo me è un idea da parlarne in quanto secondo me i videogiochi devono essere un momento di svago, quando vogliamo giocarci lo facciamo e ci divertiamo. Starfield è uscito quando doveva uscire, non ce un periodo sbagliato neppure giusto semplicemente Bethesda ha fatto uscire il gioco quando era possibile farlo giocare a tutti.

Starfield è un capolavoro non perché rivoluziona il modo di giocare, ma lo fa in un modo dove non vai a sperperare tempo su troppi giochi perché uno solo riesce a rapirti in migliaia di metodi. Starfield è un gigante come videogioco, appena avrete modo di provarlo lo capirete immediatamente si può essere chiunque quando vogliamo, dove vogliamo e come vogliamo ed è un capolavoro in questo.

Starfield
Overall
9/10
9/10
  • - 9/10
    9/10

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.