Steel Ball Run #7 – Recensione

Continua la nostra rocambolesca avventura tra le pagine della corsa più bizzarra dei manga: Steel Ball Run. Avevamo lasciato i nostri J.Lo, Johnny e Lucy in delle situazioni scomode ma che sembravano convergere nello stesso punto con i classici elementi caratteristici di Araki che il suo pubblico già adora. Tra un eccentrico stile distintivo per i personaggi, dei disegni corposi frutto di decenni di esperienza ed un concatenarsi di brevi momenti, dilatati all’estremo per raccontare fino al più piccolo dettaglio tutto ciò che accade, l’intera vicenda continua a prender forma lasciandoci in un costante limbo di suspense e frenesia.

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La propria Strada

In questo settimo volume emerge un principio cardine dell’umanità, creare e seguire la propria strada. La corsa, ricca di allegorie e metafore, si trasforma sempre di più in una guida al miglioramento personale; abbiamo già visto in altri momenti cruciali di questa sfida dalle dimensioni mastodontiche come conoscenza, abilità ed esperienza abbiano tracciato una linea netta fra i vincenti ed i perdenti. Ringo Roadagain, col suo stile di vita “onorevole”, è stato un catalizzatore perfetto per i nostri due protagonisti che, insieme a tutte l’esperienza accumulata e seguendo ognuno i propri canoni, sembrano aver ben chiaro il giusto modo di approcciarsi alle sfide che la gara (vita) gli pone davanti. Non penso si potesse scegliere un contesto migliore del viaggio, per visualizzare correttamente e nelle giuste tempistiche il concetto di maturazione e volontà di uno o più personaggi che, una volta scelto il proprio “itinerario”, tenderanno a mantenere salda la propria motivazione nell’affrontare le avversità. Seguire la propria strada è un ideale spesso accantonato dai neofiti che vedono in un altro individuo il risultato delle sue scelte, della “strada” che esso ha intrapreso portandolo al successo o alla rovina e nella massa si tende a lasciarsi trasportare dall’idea del “se facendo questo è arrivato lì allora anche io facendo le stesse cose, arriverò allo stesso traguardo” tralasciando ogni forma di individualismo e centinaia (se non migliaia) di variabili legate esclusivamente all’individuo che si è, in relazione all’individuo che si vuole diventare, e alle motivazioni che lo spronano.

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