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Era da un po’ che non mettevo le mani su un gioco “casual”, e l’uscita di Swords and Soldiers su Nintendo Switch mi è sembrata una buona occasione per dare un’altra possibilità ad un sottogruppo videoludico così bistrattato. Il gioco in effetti risale al 2009, ed il suo seguito, Swords and Soldiers 2, anch’esso in arrivo sulla console ibrida di Nintendo, sta per compiere 4 anni. Ha ancora senso la Re-release di un gioco simile?
Barbari affamati
Rinfreschiamoci la memoria, Swords and Soldiers è un gioco strategico, in cui dovremo controllare una delle 4 diverse fazioni per distruggere la base avversaria. Le unità create si muovono autonomamente, similmente agli zombi di Plants vs Zombies, ed oltre ad avviare la creazione delle unità, il nostro contributo sarà quello di lanciare magie sul campo di battaglia, quindi tutti i nostri sforzi (si fa per dire) saranno destinati a gestire l’oro raccolto ed il mana, che si rifornirà automaticamente.
La trama… forse è meglio sorvolare, sulla trama, ma già che ci siamo… i Vichinghi hanno fame e si rubano il cibo a vicenda, gli stregoni Aztechi sono malvagi ed evocano i morti per ottenere il peperoncino del potere o qualcosa del genere, l’impero cinese anche vuole il potere, ma senza peperoncino e con più stereotipi, e si va tutti allegramente al massacro per motivi futili. A badare alla trama, Swords and Soldiers è un titolo per nulla educativo; per fortuna non ci si fa tanto caso.
La corsia della guerra
Le quattro fazioni disponibili si differenziano per tipo di unità, ma non tanto da sentire una vera differenza tra loro. Una volta padroneggiata una fazione e completata la relativa campagna, non avremo problemi con le altre tre. È presente qualche variazione sul tema, come missioni in cui non potremo raccogliere oro dalle miniere, ed altre in cui con le magie dovremo scortare un personaggio da un capo all’altro della mappa, ma nulla di veramente radicale.
Le campagne di Swords and Soldiers vi impegneranno (poco) per 5-6 ore, che sembrano poche, ma riuscirete anche ad annoiarvi un po’, vista l’assenza di sfida. Parliamoci chiaro, i giocatori del 2009 erano molto meno schizzinosi, ed un prodotto del genere, ora meno che mai, non è assolutamente destinato ad un pubblico di videogiocatori navigati. È un buon passatempo, e forse la sua semplicità potrà attirare i più giovani, che apprezzeranno anche il suo stile grafico, ma nulla di più.
Multiplayer vecchio stile
Altro discorso per quella che ritengo sia la vera modalità principale di Swords and Soldiers, ovvero il suo multiplayer, solo locale in split screen orizzontale. Qui la sua semplicità diventa un punto di forza, essendo facilmente digeribile da chi on lo ha mai giocato, e può essere un buon gioco per risollevare una serata tra amici, o per far giocare insieme i bambini di casa.
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