Tales of Vesperia: Definitive Edition – Recensione

Tales of Vesperia: Definitive Edition
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A undici anni dalla sua prima comparsa, Tales of Vesperia ritorna con una nuova edizione più fedele alle ultime uscite giapponesi, portando sul mercato un’edizione definitiva e ricca di contenuto inedito in occidente.
Nonostante abbia meno impatto di altri jrpg nel nostro Paese, Tales of è una serie che vanta innumerevoli titoli dalla qualità a volte altalenante, ma con la capacità di catturare il cuore dei giocatori.

Tales of Vesperia
E sì, il titolo di rubacuori va proprio alla nuova aggiunta, Patty.

Un viaggio per crescere in compagnia

Tales of Vesperia è il racconto di un ex cavaliere cresciuto nella periferia della capitale di nome Yuri, il quale ha come unico scopo quello di far cessare le disparità sociali all’interno dell’impero e di portare giustizia in un mondo fin troppo corrotto. A far peso sulle sue scelte morali vi è Flynn, suo amico che, a differenza sua, ha deciso di rimanere nell’ordine dei cavalieri per cambiare l’impero dall’interno. Quando una giovane nobile fuggirà da palazzo e un ladro ruberà un oggetto importante per la sopravvivenza del quartiere popolare, le trame dei due inizieranno a intercciarsi e a dare il via alla storia vera e propria.

Con queste premesse, il gioco comincia la sua narrazione prendendo il tempo necessario, senza affrettare niente e introducendoci al meglio il protagonista, Yuri, il quale viene presentato come un adulto cinico quanto calmo e composto. Una caratteristica piuttosto inusuale per i Tales of, che spesso ci propongono personaggi gentili e pacati, ben lontani dalla tagliente ironia che aleggia intorno a ogni frase detta da Yuri.
L’introduzione di Estelle, l’eroina femminile di Tales of Vesperia, serve anche a creare un contrasto fra l’innocenza di quest’ultima e il freddo realismo del ragazzo, andando ad anticipare la profonda varietà del nostro futuro team.

Impariamo a… Piccoli passi.

Più che parlare della storia, che ha di particolare e gradito per lo più il ritmo, è giusto soffermarci su ciò che è riuscito a colpirmi di più: le relazioni. Il legame fra i personaggi non si dimostra pretenzioso, ma anzi agisce come vero e proprio focolare per il corso degli eventi, andando a costruire lentamente una rete di relazioni straordinariamente credibile. Benchè i personaggi sembrino stereotipati, il modo e la frequenza con la quale interagiscono fra di loro (anche attraverso le scenette opzionabili durante l’esplorazione rende il proprio party ricco ed eterogeneo, facendo brillare ogni caratteristica di tutti i compagni. E questo, per un’avventura, è il fattore che ritengo più importante, perché ti fa affezionare ai personaggi con cui sei in viaggio.

L’esagerato peso della precisione

Il viaggio è la prerogativa del gioco, che ci porta ad affrontare diverse minacce nei classici paesaggi a cui i jrpg ci hnno abituato negli anni. A rendere tale impresa divertente è, di solito, anche il gameplay. Tuttavia, in questo caso, non mi sento di tesserne completamente le lodi. Per quanto possa essere soddisfacente e poco confusionario (già un punto in più rispetto al cugino Tales of Zestiria), il gameplay soffre di un’arretratezza che si avverte fin da subito, con scontri particolarmente meccanici dovuti a un sistema di combo e di arti non del tutto convincente, soprattutto quando si impersona un caster. Lanciare magie risulta essere il modo peggiore di combattere, visto che richiedono tempo per essere lanciate, e non dispongono di una precisione sufficiente poichè sebbene l’area sia tridimensionale, la fase di attacco si svolge su un piano a due dimensioni. Da un lato, è un bene qando vuoi attaccare più nemici in una volta sola, dall’altro ti rende piuttosto fastidioso il mirare con le palle di fuoco o con l’arco.

Tales of Vesperia
Combattere contro dei mostri enormi è alquanto… Intenso.

Un altro difetto piuttosto inaspettato è l’anello dello stregone, che dovrebbe servire a stordire o bloccare i nemici incontrati nelle aree o a sbloccare diversi marchingegni. Per quanto sia apprezzabile come idea, la sua impraticità e imprecisione rendono davvero odiabile il suo utilizzo, dato che richiede una precisione maniacale per colpire il bersagio. Trovo molto più efficente il sistema di Dragon Quest XI, dove semplicemente per avere lo stesso effetto si deve colpire fisicamente il nemico con l’arma, o ancora in Persona 5 dove si coglie di sorpresa il nemico alle spalle “smascherandolo” avendo dei vantaggi nella lotta. Per  quanto semplice come feature, avrebbe sicuramente reso il gameplay più fluido se avessero migliorato la sua funzione.

Lasciando da parte questi problemi, Tales of Vesperia rimane comunque un ottimo titolo capace di appassionare e di divertire, anche grazie al suo sistema di combattimento un po’ macchinoso, ma che riesce comunque a dare soddisfazioni una volta padroneggiate le arti, che di fatto formano le vere “combo”.
Non sarà un problema – almeno per gli appassionati del genere – rimanere con piacere per tutta la durata del gioco che può variare dalle 40 alle 60 ore, in base a quanto siete curiosi di esplorare o livellare.

Il sacrificio per il bene superiore

Per quanto riguarda la parte visiva, gli sprites dei personaggi sono più che affascinanti, con un’ottima cura delle espressioni facciali e un movimento delle labbra più che credibile, sebbene alcune parti di background ogni tanto ritornano in bassa risoluzione. Stessa cosa non si può dire della colorazione, che per quanto non sia particolarmente negativa e non meriti delle critiche pesanti, rende piuttosto blandi i paesaggi e toglie impatto ai design, soprattutto a quello dei mostri che spesso risulta essere veramente bello.

Nemici particolari e interessanti da studiare.

Le aggiunte rispetto alla vecchia versione europea sono diverse e interessanti, soprattutto quella di Patty, una nuova compagna cacciatrice di tesori, che rende molto più vivace sia il viaggio, sia molti dialoghi. Anche in end game ci sono missioni aggiuntive che aumentano la durata vitale di Tales of Vesperia, quindi anche per chi ha già giocato il titolo, temo non sia una brutta idea recuperare anche questa nuova versione.

Ultimo, ma non per importanza, l’adattamento e il doppiaggio. Per quanto sia stato orribile e duro per me cambiare dal giapponese all’inglese (principalmente, a causa di Chiwa Saito su Patty), il doppiaggio inglese mi ha comunque addolcito la pillola, dando delle interpretazioni spesso impeccabili e orecchiabili, rendendo bene i personaggi e il loro carisma, soprattutto Yuri, che con la sua voce profonda e “sbarazzina” mi ha convinto sin dall’inizio. Purtroppo, l’adattamento italiano sebbene si sia preso a volte le sue libertà in modo spesso apprezzabile, non è l’ideale per questo titolo. In primis, l’adattamento di molte frasi (come quelle alla fine dei combattimenti) è stato preso fin troppo alla lettera creando dialoghi surreali che non hanno senso in italiano (mentre in inglese, sì). Anche la “censura” della parola duce mi è sembrata un po’ stupida, visto che nel doppiaggio lo dicono chiaramente e anche con la giusta pronuncia.
Per quel che mi riguarda, la localizzazione italiana non riesce a essere convincente e fa troppi errori per essere perdonata.

Tales of Vesperia
Egemone, duce, Signore dei Sith.. Stessa cosa, no?

La musica, seppur ben lontana dal rimanere in testa, accompagna splendidamente l’avventura con delle ottime tracce basate spesso e volentieri su linee di basso accattivanti, che propongono un riff semplice ma al tempo stesso capace di disegnare l’atmosfera.

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Sull'autore

Gabriele Gemignani

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