Syberia: The World Before – Recensione

Syberia: The World Before
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Ricordo che quando ero ancora un adolescente iniziai a giocare a Syberia con un misto di stupore e magnificenza. Era il periodo di Half Life, del buon Robin Hood e dei giochi di ruolo orientali, ma questo punta e clicca mi fece perdere totalmente la testa. Syberia è stato un titolo abbastanza profondo da farmi emozionare più e più volte, riuscendo sempre a darmi la sensazione del viaggio.

Il treno di Syberia. Ho sognato tantissime volte di averne uno e di mettermi in viaggio verso un luogo a me sconosciuto, verso la desolazione e la pace dei sensi. Tutt’ora ho mantenuto questo desiderio di viaggiare ovunque e lo faccio ogni volta che ne ho la possibilità. Fatto sta che dopo il terzo capitolo piuttosto deludente non mi aspettavo molto dal futuro della serie e invece ho dovuto gettare via le mie perplessità per rincontrare nuovamente lo strambo mondo di Kate Walker, creato dal compianto Benoit Sokal.

Syberia: The World Before

Syberia: The World Before narra due storie di due donne, Kate Walker e Dana Roze. Due destini lontani, ma lambiti dal desiderio di Kate di scoprire di più sulla misteriosa donna. La nostra protagonista storica la troveremo in prigione, a sgobbare in una maniera disumana. Il suo spirito però non verrà distrutto da questa fatica e in prigione conoscerà una donna di nome Katiusha, che l’aiuterà nella fuga. Sarà però un quadro trovato in quel luogo a dare il via al viaggio di Kate alla ricerca di Dana, una donna del passato, ma troppo simile alla nostra protagonista.

Penso che scoprire una storia sia parte del viaggio che ogni giocatore percorre durante il proprio cammino e non voglio rovinarvi le mille sorprese che questo titolo riserva. Bisogna dire però che la storia regge molto bene il confronto con i primi due capitoli della saga, diventando un bellissimo saluto al suo creatore e un regalo per tutti i fan.

Syberia: The World Before

I primi capitoli del gioco ci hanno abituato a quei fondali disegnati che rapivano il cuore e l’anima. Uno stile steampunk che a un certo punto ci mostra tracce di un mondo socialista. Tutto bellissimo fino al terzo capitolo, che tentò di inserire del 3d puro all’interno del gioco, senza però riuscirci appieno. Ebbene Syberia: The World Before si presenta come un capitolo decisamente più riuscito. Il 3D finalmente gioca un ruolo importante e racchiude al suo interno un mondo vivido e soprattutto funzionale. Certo, alcune figure peccano in qualità, altre sembrano abbozzate senza grossi dettagli, ma l’insieme funziona a meraviglia grazie ad altri dettagli minuziosi e delicati.

Come per i precedenti titoli, si tratta di un punta e clicca e questo significa che gli enigmi sono il punto focale di tutta l’avventura. Anche questo non fa eccezione alla regola, anche se, come accade sempre più spesso, gli enigmi diventano più facili e accessibili anche a chi non desidera molto perderci intere serate. L’esplorazione dei piccoli luoghi è importante per scoprirne i segreti, ma non solo. Delle missioni secondarie ci si apriranno in un determinato arco temporale e concludendole scopriremo qualcosa di più dei personaggi dei giochi o dei luoghi dove le due protagoniste camminano.

Bisogna dire che sono stati migliorati quasi tutti i punti deboli del terzo capitolo e alla fine ci si rende conto di quanto manchino giochi come Syberia, dove la volontà di narrare si unisce con la poetica narrativa franco belga. Magari questo sarà il capitolo della rinascita di una serie che non deve concludersi, ma proseguire per la strada, anche con dei capitoli più piccoli e slegati, ma non deve morire.

Syberia: The World Before

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".