Tannenberg – Recensione

Ci sono delle guerre che conoscono tutti, anche senza averle mai studiate. Pensate ad esempio alla seconda guerra mondiale, che ha sempre avuto una rilevanza pazzesca nell’immaginario degli esseri umani. Ciò è dovuto ai vari fattori, come la presenza di un cattivo veramente malvagio, ma non ne parlerò in questa sede. Qui si parla di un altro conflitto mondiale, la Prima Guerra Mondiale. Si è trattato di un conflitto brutale e le cui battaglie sono diventate leggende vere e proprie. Pensate un attimo alla “Carica dei Morti” e cercate di rappresentare nella vostra mente quelle scene descritte; da togliere il fiato.

La prima guerra mondiale ha ovviamente avuto i suoi momenti videludici, cinematografici e fumettistici, ma poca roba in confronto con la successiva guerra. Abbiamo avuto un emozionante Valiant Hearts, Battlefield 1, 1917 e cosi via. Titoli che spesso spingevano sulla crudezza, l’umanità e la fratellanza. Non è però sempre stato così. Tannenberg in effetti ci mostra l’altro lato della medaglia, quello dominato dalla violenza, dalla paura, dal pericolo e dalla lentezza. Dopo un veramente poco apprezzato e ammettiamolo, abbastanza deludente Verdun, i ragazzi di Blackmill Games hanno pensato di tornare sul tema, ma in modo più cresciuto e maturo.

Carne e ossa

Per certi versi, la Prima Guerra Mondiale fu la più cruenta tra le due. Si trattava di una guerra senza precedenti fino a quel momento e la sperimentazione andava diffondendosi a macchia d’olio, creando le prime vere armi chimiche capaci di uccidere interi plotoni in preda alle atroci sofferenze. Poi però abbiamo visto i videogiochi come Battlefield 1, che fa della velocità e frenesia il suo punto di forza. Abbiamo visto tutti il Mark V correre come un T90, ma sappiamo tutti che la sua velocità massima era di soli 8km/h. Proprio per questo c’è bisogno di titoli come Tannenberg.

Ogni movimento è lento, ogni colpo crea una certa ansia perché sappiamo tutti che potrebbe essere il nostro ultimo momento di vita. Ogni decisione potrebbe essere l’ultima e ciò dona un senso d’immersione e realismo non indifferente. Ci sono le varie fazioni da utilizzare e da questo punto posso dire che la cura è stata abbastanza elevato, visto che ci sono dei paesi anche meno presenti durante la guerra.

Tutto sembra perfetto, ma in verità, le imperfezioni sono tante e nello stesso gameplay, un po’ abbozzato e non sempre funzionante a dovere. Tanti minuscoli difetti rendono le partite simulative in modo non troppo pesante, ma anche esasperanti e noiose.

La morte oltre la trincea

La guerra di trincea non era sicuramente  uno spasso e ha infatti rappresentato dei momenti veramente pesante per l’umanità. In Tannenberg la vediamo in tutta la crudeltà questo momento storico. Si tratta di un dipinto non precisissimo, ma realistico dei combattimenti e delle lotte in ogni sua modalità di gioco. Ovviamente le modalità somigliano a quelle di ogni altro videogioco. Il livello grafico è comunque abbastanza semplice e non vi farà mai urlare di piacere, ma la sua solidità si presenta fissa dal primo all’ultimo istante.

Il problema maggiore del titolo è però l’essenza del suo essere multigiocatore. Sappiamo bene che spesso, quando ci sono pochi giocatori, entrano in azione i bot. In questo caso abbiamo proprio questo male, necessario comunque. I giocatori sono infatti pochi e spesso, come accade in ogni fps, si gioca su una o due mappe in croce. La presenza dei bot ovviamente è buona per allenarsi, ma poi dipende da quanto realmente sarà buono il titolo per il pubblico mainstream. Non diventando un titolo famoso, si cadrà in un girone formato dai bot e due o tre persone che incontreremo ogni tanto qua e là.

Tannenberg
Overall
6.5/10
6.5/10
  • - 6.5/10
    6.5/10

Commento Finale

Tannenberg si presenta dopo Verdun come un sequel, ma senza esserlo per davvero. Tannenberg è lento, macchinoso e brutale, ma è proprio questo il suo punto di forza e anche la debolezza. Non è un gioco adatto a tutti gli amanti degli FPS e questa è la pura verità. Il problema primario sono però i server, che spesso e volentieri avranno più bot che persone.

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Redazione