Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge – Recensione

Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder's Revenge
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Da piccolo adoravo tantissime cose, ma andavo letteralmente pazzo per le Tartarughe Ninja. Giocai praticamente a tutti i videogiochi, guardai la serie animata e ovviamente lessi i fumetti. Proprio quest’ultimi mi hanno portato a fare il mio primissimo piatto. Era una pizza. Immaginate un ragazzino di 9 anni che prepara da solo una pizza e capirete dello schifo che era. Andavo totalmente matto per le Teenage Mutant Ninja Turtles e l’annuncio di Shredder’s Revenge mi ha mandato in brodo di giuggiole.

Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder's Revenge

Ora che ho finalmente messo le mani sul gioco, l’ho giocato a fondo e ho urlato più volte come una ragazzina al suo primo concerto di Justin Bieber, voglio parlarne. Ovviamente eviterò il più possibile di far uscire il bambino che è in me, anche se è in effetti non è del tutto possibile.

La storia è piuttosto semplice e vede Bebop annunciare in diretta TV di voler fare qualcosa di grandioso. Detto questo, il clan del Piede finisce per rubare la statua della libertà. Le tartarughe vanno verso gli studi del Channel 8, ma solo per scoprire che è tutto in mano al clan . La cosa più sorprendente è però la presenza di un pezzo di cyborg di Krang. Narrativamente parlando, il plot serve solamente da contorno per far partire la storia, ma successivamente si potrebbe farne anche a meno. Questo valeva per tutti i vecchi videogiochi dedicati alle tartarughe ninja e questo non fa eccezioni.

Eppure nella sua semplicità, un vecchio appassionato si sentirà attratto da quel mondo fatto di mutanti e di nemici del clan del piede. Ovviamente non ci sono solo loro come nemici, ma anzi, li vedremo praticamente tutti. Stesso non si può dire degli alleati. Mancano purtroppo gli ultimi arrivi come Jennika, ma sono stato piacevolmente sorpreso dalla presenza di Casey Jones. La storia ha comunque dalla sua parte delle parti narrate in modo semplice, ma funzionale e soprattutto capace di non deviare mai fuori dal percorso.

Al livello grafico c’è poco da dire. Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge è un vero e proprio diamante. I ragazzi di DotEmu sono dei veri e propri draghi, che con i loro giochi dimostrano di avere tantissima passione, rispetto e amore per questo media. Già con Wonder Boy A Dragon’s Trap erano riusciti a stupirmi, ma stavolta è stato un vero e proprio viaggio attraverso i miei ricordi.

Ogni livello di questo gioco è ispirato a una qualche parte dei vecchi videogiochi. Troverete un po’ del primo capitolo, un po’ del terzo, un pizzico di quel piccoletto uscito per Sega Genesis e così via. I colori sono belli sgargianti e i dettagli si perdono sullo schermo. La pixel art utilizzata è curata nei minimi particolari, offrendo ai giocatori un vero e proprio parco giochi.

Anche il lato musicale è stato curato a dovere in ogni sua parte. La presenza di un big come Mike Patton (Faith no More, Fantomas, Tomahawk, Mondo Cane) alza l’asticella qualitativa ancora più alto grazie alle sue doti vocali come sempre fuori da ogni metro di paragone.

Il gameplay è la parte fondamentale di un titolo a scorrimento. Con un’eredità come quella delle Tartarughe Ninja non è difficile fallire miseramente creando quel classico compitino che alla fine della fiera non è né carne né pesce. Non è il caso di Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge, perché anche da questo lato, gli sviluppatori hanno lavorato sodo per ricreare la stessa qualità già vista nel passato. Oltre questo però, sono state aggiunte diverse chicche niente male.

All’inizio della campagna si sceglie uno dei personaggi disponibili, facendo attenzione alle loro statistiche. Fatto questo, andremo a scoprire tutte le mosse del nostro personaggio, ma posso assicurarvi che è più facile imparare tutto sul campo piuttosto che da una schermata. Non sarà un’impresa facile padroneggiare tutto fin dall’inizio, ma la pratica vi renderà molto più svelti e bravi. Dopo diversi colpi andati a segno, potremo utilizzare la nostra mossa speciale. Questa potrà poi essere ricaricata in diversi modi.

Alla fine del gioco diventerà chiaro che giocare bene vuol dire saper affrontare tutto senza alcun indugio, sapendo prevedere le mosse del nemico. Se siete dei giocatori di vecchia guardia, potete deliziarvi con la modalità Arcade, che vi trasporterà direttamente negli anni 80-90 grazie a una maggior difficoltà e delle vite in meno.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".