The Legend of Legacy – Recensione

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The Legend of Legacy è il sequel spirituale di SaGa, un franchise cardine del genere negli anni novanta. Dietro la sua realizzazione si celano grandi estri creativi, a partire dall’illustratore Tomomi Kobayashi e il designer Kyoji Koizumi, a Masato Kato, creatore di Chrono Trigger, e Masashi Hamauzu, emblematico compositore di colonne sonore a tema videoludico. La nuova incarnazione è un gioco ruolistico nipponico tradizionale, pronta a debuttare sulla console portatile di Nintendo, ma che frantuma, sebbene pochi, canoni del genere, tra cui più di tutti la caratterizzazione dei personaggi. Riuscirà il nuovo sforzo di Fuyru a soddisfare le aspettative? Scopriamolo insieme in questa recensione.

The Legend of Legacy

Avalon, il continente leggendario

La storia ruota attorno ad Avalon, un continente leggendario misteriosamente apparso dal nulla nel bel mezzo di un oceano. Si narra che un decade prima delle vicende narrate nel titolo tutti gli avventurieri fossero alla ricerca di grandi tesori, in particolar modo lo “Star Gral. Questa terra, stracolma di misteri, ha destaro un forte interesse di sette eroi: Meurs, un elementalista; Bianca, una ragazza oppressa dall’amnesia; Garnet, una templare; Eloise un’ alchimista; Owen, un mercenario, Liber, un cacciatore di tesori; Filmia, un principe delle rane. The Legend of Legacy comincia in maniera candida: è necessario reclutare tre dei sette personaggi giocabili, ognuno segnato da passato diverso, con altrettante statistiche e abilità personali. Diciamocela tutta: pecca la mancanza di una narrazione solida. Indubbiamente ogni eroe ha la sua storia, piuttosto vaga ma raccontata in una manciata di righe alle battute iniziali di gioco. Allo stesso modo, ci viene spiegato poco sugli eventi di Avalon, il che ci dà la impressione di riempirci in un vuoto impermeabile. Se siete alla ricerca di una componente narrativa avvincente con personaggi avventurosi e una progressione lineare, The Legend of Legacy non farebbe al caso vostro. TLOL battle systemCiononostante si evince che la narrazione viene ridotta all’osso per fomentare il versante gameplay con tanto di combattimenti ed esplorazioni. In base a quest’ultimo, la mappa verrà aggiornata man mano che visitiamo in prima persona tutte le zone. Quest’impegno dà i suoi frutti: una volta riempita ci spetterà un guadagno prosperoso, ma il rovescio della medaglia è caratterizzato dal fatto che, intraprendere quest’essenziale tentativo, richiede una notevole dose di scontri e di pazienza. La profondità delle battaglie e l’ampiezza in termini di difficoltà sono elementi che forniscono personalità a The Legend of Legacy. Esso vanta di un sistema di combattimento a turni in versione old school. Non c’è però un indicatore di esperienza: può capitare che uno dei nostri personaggi, nel momento in cui sale di livello, apprenda all’improvviso una tecnica grazie allo sviluppo delle abilità -si citi per analogia e parallelismo Final Fantasy II. Il solo modo di evidenziare il loro livello di forza, consiste nel farli combattere in modo smisurato, il più spesso possibile, contro nemici anche non alla nostra portata: tuttavia la penuria di questo fattore, predominante in termini ludici, aumenta le possibilità di sconfitta. Come già proferito, lo standard di difficoltà è alto, come la possibilità di restare a secchi. Fuggire da una battaglia ci catapulta all’inizio della mappa e questo risulta molto frustrante e inappagante. Un approccio di certo non magnificato è che il titolo rischia di essere dispersivo, in quanto l’esiguità della trama implica ad una maggior libertà di esplorazione.

The Legend of Legacy battle

Solo per gli hardcore gamer

La città di Initium ha un unico punto di salvataggio, all’interno di una locanda ove sarà possibile anche variare i membri del nostro party. Non sono esenti chiaramente i negozi per gli equipaggiamenti e materiali, e il porto mediante il quale con il pass potremo noleggiare una barca che recapita nuovi oggetti. Inoltre, i personaggi adempiono allo stesso design chibi di un J-RPG dei vecchi tempo. Essi sono dettagliati e adorabili, anche se la mancanza di espressione è un po’ sconcertante. Lo stile grafico super deformed ricorda molto quello di Bravely Default, altro titolo di punta 3DS per quanto concerne Square Enix, e persino le sue inquadrature ci alludono ad una consistente ispirazione. D’altra parte, la colonna sonora è di pregevole fattura: ogni melodia ci immerge nell’atmosfera del titolo, incrementa la sensazione di soddisfacimento, anche nel momento in cui gli scenari appaiono essere deprecabili. Come che sia, è il braccio di ferro della produzione. LegacyThe Legend of Legacy rischia di diventare un must have solo per appassionati irremovibili del genere. La mancanza di una storia mozzafiato e interessante non può alienarne la platea, così come il suo eccelso tasso di difficoltà nei combattimenti. La scarsa personalità dei nostri eroi e il lungo procedere ambiguamente il racconto di gioco, accentuate da un insulso sistema di progressione del loro sviluppo, non può che indebolire la sua valutazione Tempo e pazienza: i due ingredienti unici per poterlo apprezzare. Se riusciste a perdonare e al contempo accantonare queste lacune, il titolo può regalare soddisfazioni, con molteplici luoghi da esplorare, tesori da scoprire, con tanto di sfide e nemici da superare.

Sull'autore

Luigi Fulchini

Studente e uno dei fondatori di HavocPoint.it. Scrive di videogiochi.