Final Fantasy Explorers – Recensione

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Vi faremo un torto se non vi dicessimo che questo è l’anno dove segnerà l’uscita di una caterva di esclusive per console, in particolar modo in occasione della console portatile di Nintendo, la quale vede atterrare Final Fantasy Explorers, una produzione di Square Enix, che filtra in una struttura tra le più approvate e popolari in Giappone. A metà strada tra Final Fantasy Crystal Chronicles e Monster Hunter, il concetto del suddetto è un mero fan service che tenta di svincolarsi dalla fornitura di un comparto narrativo eccelso per focalizzarsi sul ritmo dei combattimenti, sulla varietà e sull’immediatezza, discostandosi ancora una volta dal genere canonico della serie. Accoltosi con benevolenza nella madre patria, la domanda da porsi è questa: il gioco ha soddisfatto le aspettative della platea? La risposta è un “nì”.

Final Fantasy Explorers

Libertas

Lungi dall’offrire una storia complessa piena di personaggi che vanno e vengono, colpi di scena che portano cambiamenti drastici trama, storie parallele che infondono un maggior spessore alla trama e altri elementi, in tal contesto il preambolo narrativo risulta notevolmente spedito e affrettato, ma in sforzo di tale calibro appare indolore. L’umanità è sull’orlo di una guerra per impadronirsi con il potere le ultime riserve dei cristalli, fonte di vita e di energia del pianeta. Ambientato sull’isola di Amostra, verremo catapultati, dopo un tutorial da una manciata di minuti alle prese con un Bahamuth, su Libertas, un villaggio dalle ridotte dimensioni il quale rappresenta una sorte di base dove compiere in tranquillità tutte le nostre azioni: comprare determinati oggetti i guil ottenuti durante le missioni, utilizzare il grande cristallo nella piazza principale per apprendere nuove abilità, conoscere la destinazione, dialogare con i vendor e così via. Il nostro compito verterà in ogni modo sul recupero dei cristalli. Un compito, però, che può regalarci ore di divertimento, ma fino ad un certo punto. LibertasAl di là di questo, Inizialmente ci verrà chiesto di scegliere una classe di appartenenza per il nostro personaggio, in quanto successivamente sarà possibile adempiere in seguito a quelle più integrali. Tra i primi job disponibili intravediamo quella del mago nero, specializzato in attacchi elementali, del mago bianco, preponderante nelle cure delle ferite e status alterati dei personaggi, del guerriero, indispensabile nel sfoderare ingenti quantità di attacchi da vicino e lontano ai nemici. Più tardi, sarà possibile accedere ad una ventina di classi differenti ed al contempo prelibate, ognuna delle quali vanta dei cambiamenti sostanziali in termini di statistiche e di forza. Una buona notizia sta nella possibilità di cambiare alternare job quando riteniamo consona l’idea da eseguirla. Ma vi è un’altra opzione fondamentale che può essere fatta in Libertas, ovvero quella di creare stanze o entrarci per godere di una di entrarci per godere di una delle grandi qualità che detiene questo titolo: la deriva cooperativa fino ad un massimo di quattro giocatori. Questa modalità è fruibile sia online che locale, a volte però è soggetta a incomodi problemi tecnici quali gli arresti momentanei, giusto per citarne uno. Come che sia, il fattore co-op viene consacrato con logica in Final Fantasy Explorers, poiché ne funge da riempitivo per l’alto tasso di divertimento che offre, condito da numerose missioni divertenti. Diciamocelo: con questa modalità difficilmente sareste tediati.

Combat system

Una volta lasciato il nostro hub, ci addentriamo in un territorio ostile, e da questo momento scopriamo il potenziale che si cela dietro allo spin-off. Come abbiamo accennato dianzi, questo è gioco che contiene diversi elementi della serie, con agglomerate influenze strutturali tipiche di Monster Hunter. Ad esse, è ulteriormente condito dalla componente MMORPG, e in questo caso appare essere più leggero. Sul versante battle system, Final Fantasy Explorers non si presenta in un egregio stile: indubbiamente ci sono gli attacchi di base per assaltare i nemici, abilità da selezionare combinando i tasti frontali con i grilletti dorsali, strategie votate ad un approccio più difensivo oppure offensivo, dove tutto varia in concomitanza del tipo di bersaglio a cui ci poniamo di fronte. Final Fantasy Explorers 03Lo svantaggio, però, si ricerca nell’intelligenza artificiale: nel momento che ci ritroviamo a combattere con i nemici, ci dà l’impressione che quest’ultimi non vogliano prestarci molta l’attenzione, e sono generalmente terribili a muoversi in situazioni critiche. Non solo: non vi è alcuna combo o qualcosa simile, nessun tasto per saltare, il modo per schivare gli attacchi può essere perpetrato magari solo correndo. Occorre tuttavia rammentare che l’uso delle abilità garantisce l’attivazione di un altro potenziamento denominato Crystal Surge, alludendo ad un sistema di combattimento più tonante. D’altro canto, Final Fantasy Explorers offre una varietà di missioni, lasciandovi occupati almeno per 30 ore di gioco -tra 12 e 15 solo per la trama- ma per assolvere le restanti parti di gioco che offre, quali le side quest secondarie o la voga del completismo, la cifra può toccare quota a 100. C’è sostanzialmente una progressione ben cadenzata: raccogliere materiali per forgiare nuove armi o poteziarne le caratteristiche dal fabbro, recuperare gli spiriti dai mostri appena sterminati, predisporre una sorta di gruppo concernenti i mostri che ci accompagneranno nel corso della nostra avventura. Gli Eidolons sono invece il vero punto forte del gioco. Sono dodici, tra cui due inediti nel franchise, e tutti reclutabili, cosicché il gioco acquisisca più risonanza, frenesia e dinamismo. C’è molto da svolgere, scoprire e sperimentare. Quest’ avventura è tuttavia deliziosa, ormeggiata da spropositate ore di divertimento. Giocarci in solitario, è vero, non risulterebbe molto godibile.

Explorers Shiva

Fan service

Per quanto riguarda il fronte grafico, non avremmo molto da dire: è discreto. Quello acustico, invece, si erge di un gradino sopra. La colonna sonora è squisita, poiché si pone come una delle più esaustive in questa produzione. Purtroppo l’iterazione brilla scacciata, la struttura della mappa casuale in aggiunta al consumo degli AP dovuti alla corsa del personaggio, ingenerano una certa noiosità. A onor del vero, Final Fantasy Explorers riesce facilmente a far leva agli appassionati molto e meno intransigenti, difficilmente ai nuovi arrivati. Certo, paragonarlo a Monster Hunter sarebbe ignominioso, ma si tratta tuttavia di un figlio illegittimo della creatura di Capcom.

Sull'autore

Luigi Fulchini

Studente e uno dei fondatori di HavocPoint.it. Scrive di videogiochi.