The Mandalorian – Recap e analisi della seconda puntata

The Mandalorian

Dopo un primo episodio di The Mandalorian credevo d’aver già capito l’andamento che avrebbe preso la serie, ma invece non è cosi. Il secondo episodio si è dimostrato più interessante, intrigante e ben realizzato del primo, superando ogni mia aspettativa. Purtroppo è stato anche il più corto degli episodi e qualcuno ha iniziato non considerarla come una serie, ma piuttosto come un film di 4 ore e passa, ma è l’abitudine di vedere gli episodi di un ora a parlare. In questo articolo andrò quindi a parlare della seconda puntata, The Child, analizzandone alcuni punti più importanti.

The Mandalorian

Mando & Cub

Parliamo brevemente di quello che si è visto nella puntata prima di proseguire con una breve analisi. Mando e il piccolo della stessa specie di Yoda sono in viaggio verso la navicella spaziale. Il pianeta inospitale è pieno di pericoli e insidie e i due vengono attaccati da un gruppo di predoni alieni che operano in zona. Un combattimento duro, ma che ci fa capire chiaramente le abilità di combattimento in corpo a corpo del mercenario. A combattimento concluso arriva il momento di leccarsi le ferite e di curarle. Il bambino cerca di avvicinarsi per aiutarlo grazie a dei poteri, ma viene rimandato in culla dall’uomo. Il giorno seguente i due arrivano finalmente alla navicella, ma solo per scoprire che questa è stata depredata dai Jawa e ora è un inutile pezzo di ferraglia. Parte quindi quello che è l’inseguimento del secolo per raggiungere la loro fortezza e riprendere tutta la strumentazione. Più a facile a dirsi che a farsi con i Jawa.

Mando è costretto a tornare dal vecchio che gli ha già aiutato e questi accetta nuovamente di dargli una mano, facendogli da garante. Niente di più semplice, ma ciò che vogliono i Jawa in cambio dell’attrezzatura è solo un uovo, di una grossa creatura aliena. Per inciso, questa avrebbe sconfitto Mando velocemente se non fosse per il bambino.

Analisi

Inizio con parlare proprio del bambino, visto che la puntata è dedicata in modo abbastanza esplicito a lui. Il piccolo è un infante, ma non per questo non è dotato di un’intelligenza propria. Ha 50 anni in fondo. Quando vede Mando intento a curarsi, non esita ad andare ad aiutarlo, svelando uno dei poteri più interessanti e inattesi, quello della cura. Si tratta quindi di una creatura buona che cerca di aiutare quello che gli sta facendo da figura paterna. Per tutta la puntata un grande focus registico è andato proprio su questo piccolino. La telecamera mostrava le reazioni del bambino che osservava i combattimenti e le scaramucce del mercenario con i suoi nemici. Questo si riflette alla fine in quell’azione incredibile che lo costringe ad alzare la grossa bestia aliena per salvare il proprio “padrino” dalla morte certa. Un’azione data dalla sua bontà e dalla voglia di proteggere, ma forse la violenza ha comunque le capacità di cambiarlo in quanto lo vediamo divorare senza pensarci una creatura viva.

The Mandalorian

Mando dal canto suo è un personaggio che continua a piacere sempre di più. Si tratta di un Mandaloriano, ma non di un grande esperto. Sicuramente è bravo, ma non abbastanza e nel corso delle due puntate ne ha prese di botte, ma senza abbandonare per un istante l’orgoglio dell’essere un Mandaloriano. Quando gli viene chiesto di posare le armi, lui risponde: “Le armi fanno parte della mia religione”. Questo nonostante lui sia in inferiorità numerica e realmente pronto a morire per il proprio credo. Ciò che forse è ridicolo come poche cose è quel coltello che alla fine uccide la creatura gigante dopo una sola singola pugnalata. Il combattimento finale poteva essere sicuramente scritto meglio nella sua parte finale, anche perché prima di quel colpo è qualcosa di fresco e fangoso.

I Jawa li conosciamo da tantissimo tempo, ma è interessante scoprire qualcosa di nuovo riguardo questa razza. La loro cultura ha radicato in fondo il desiderio di derubare, ma non in malafede. Si tratta piuttosto di un’abitudine come lo è per noi fare il letto ogni mattino. Questo lo dimostra quell’azione finale in cui i Jawa rompono l’uovo prezioso solamente per gustarsi il suo interno.

Ciò che colpisce molto di questa seconda puntata è la sua struttura che in primis si avvicina al manga Lone Wolf and Cub, ma è il secondo punto a essere davvero importante. La seconda puntata è stata realizzata come se fosse un vero e proprio gioco di ruolo. Pensiamo ad esempio alle cose che fa Mando come alle quest. La quest primaria è quella di riportare il bambino dal proprio datore di lavoro, ma ciò diventa impossibile perché qualcuno ha rovinato la navicella. Da questo momento parte la sub quest che ci obbliga a recuperare i pezzi della navicella, ma l’azione non va a buon fine. Alla fine l’accordo è che in cambio di un qualcosa per cui bisogna essere di livello più alto ci verranno dati tutti i pezzi rubati. Sembra insomma di vivere in un RPG puro e duro, ma senza la possibilità di poter livellare il nostro personaggio. Come andrà a finire il resto è ancora ignoto, ma l’interesse cresce sempre di più.

The Mandalorian

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.