The Promised Neverland #2 e 3 – Recensione

The Promised Neverland

The Promised Neverland, il manga shonen rivoluzionario scritto da Kaiu Shirai e disegnato da Posuka Demizu ritorna con due volumi potentissimi, uno meglio dell’altro, che sottolineano sempre di più la spiccata dote dello sceneggiatore.

Seguendo la base ben definita del primo volume, la storia continua seguendo il piano di fuga messo in piedi da Emma, Norman e Ray, nel tentativo di sfuggire all’orribile sorte di tutti coloro che vivono al Grace Field House, dimostratosi essere una fattoria di esseri umani.
Senza lasciare niente al caso, Shirai narra le vicende con grande maestria, soprattutto nella gestione del ritmo narrativo che da agli eventi quella cadenza da fumetto thriller che tiene il lettore incollato alle pagine.

Combatti la paura stessa

In piena tensione a causa della pressione esercitata dalla mamma e dalla  sorella Krone, i giovani protagonisti si trovano sempre di più in difficoltà nell’attuare il loro piano di evasione, ma ciò ovviamente non li abbatte minimamente. Ognuno di loro copre i difetti degli altri: Emma è fin troppo ingenua, Norman invece è un bambino parecchio onesto, seppur intelligente, mentre Ray sa essere furbo, oltre che creativo. I loro aspetti combinati insieme si riveleranno una vera sfida, soprattutto per Krone, che desiderosa di fare carriera decide di mettere i bastoni fra le ruote alla mamma.

Un tripudio di colpi di scena che trascina i lettori in una spirale di terrore e frustrazione, in un mondo dove i bambini vengono trattati come bestiame e, per sopravvivere, devono mostrare anche loro gli artigli. Non mi è mai capitato di vedere una cosa del genere in un prodotto di Shonen Jump, e questo continuerò a ripeterlo finché mi stupirà. Non è per niente facile scrivere una trama così complessa, basata su giochi di inganni fra dei bambini e degli adulti, in mondo distopico e crudo. Sono usciti solo tre volumi di The Promised Neverland, eppure si riesce a capire fin da subito quanto potenziale abbia quest’opera e, soprattutto, di quanto l’autore stia veramente facendo del suo meglio per rendere ogni momento ricco di tensione.

Sempre più vicini, eppure così lontani…

A livello di storia, i nostri protagonisti accantonano momentaneamente la loro rivalità con la mamma, cercando invece di capire le intenzioni di Krone, che seppur si comporti in modo strano e malato, non sembra provare alcuna simpatia per il suo diretto superiore. Anzi, la superbia di quella donna è tale da volerle fregare il posto, eppure anche lei commette molti sbagli. In primis, lo stesso di Emma, peccare di ingenuità, persino con i bambini. Seppur mostrandosi più volte furba, Krone dimostra di far fatica a competere contro i protagonisti, che sfruttando la loro intelligenza cercano di servirsi di lei per poter scappare, senza però far trapelare troppe informazioni. D’altronde, non si possono fidare di nessuno.

Dei problemi che non si possono ignorare

Per quanto la storia e la narrazione di The Promised Neverland siano avvincenti, la stessa cosa non posso dire per i disegni, che per quanto si dimostrano adatti e comunque decisamente gradevoli, perdono spesso e volentieri la loro compostezza soprattutto nelle proporzioni dei volti, spesso e volentieri completamente sballate. Per contro, gli ambienti sono sempre ricchi di dettagli e questa attenzione è gradita, perché comunque da un tocco di realismo allo scenario, facendoti rendere conto sempre di più di come questi bambini vivono.

L’ultima nota di questa recensione è dedicata alla Jpop, che ha subito una falla produzione spedendo alla nostra redazione un volume fallato con delle pagine quasi complete nere, impossibili da leggere (che ho comunque recuperato ai fini della recensione). Se fosse solo questo il problema non mi disturberei nemmeno a far notare un caso che è palesemente isolato. Tuttavia, gli errori di battitura e in rari casi grammaticali riportati nel volume sono decisamente spiacevoli, soprattutto perché minano un po’ l’atmosfera.

Screzi editoriali a parte, questi due volumi sono stati semplicemente incredibili. Non vedo l’ora di sapere come continuerà questa storia e spero soltanto che non diventi stagnante andando avanti. Con una storia del genere, venti volumi sono forse anche troppi, ma potrebbe essere un’affermazione un po’ troppo affrettata.

Sull'autore

Gabriele Gemignani

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