This War of Mine: The Little Ones – Recensione

La questione sulla validità dei videogiochi come forma d’arte spunta di tanto in tanto nei forum, nei social, nei commenti degli articoli e dei video e praticamente ovunque giocatori e profani possono esprimere opinioni e confrontarsi. Troppo spesso tuttavia queste discussioni terminano con un’alzata di palizzate: da una parte i videogiocatori con un minimo di senso critico sostengono che sì, i videogiochi possono essere un potente opera d’arte, più potente talvolta di quelle canoniche a causa dell’interattività che permette all’utente di immergersi e plasmare l’esperienza, dall’altra parte troveremo sempre inevitabilmente la maggior parte dei media, psicologi da salotto televisivo, giornalisti in cerca dell’ennesimo polverone mediatico e via dicendo: gente poco informata e con nessun interesse a farlo, con la pretesa però di informare il pubblico estremizzandolo con il solo scopo di costruirsi più audience. La nostra posizione sull’argomento è molto chiara e palese, e quindi bene accogliamo giochi come This War of Mine, che fanno un’ulteriore passo avanti in questa direzione, dando un’ulteriore dimensione al videogioco, aggiungendo all’intrattenimento ed al valore artistico, anche quello sociale. Dopo la fortunata uscita su PC, su console approda This War of Mine: The Little Ones, praticamente una versione Game of the Year del gioco originale, che include nuovi personaggi, tra cui appunto i Little Ones, ovvero i bambini, e nuovi scenari e missioni.

This War of Mine Havoc Point

Acqua finita, niente da leggere, per fortuna abbiamo una sedia…

La frase del titolo del paragrafo ben riassume la situazione classica in This War of Mine: The Little Ones. In una città fittizia che molto ricorda Sarajevo durante l’assedio durato ben 4 anni tra il 1992 e il 1996, in cui i civili si trovarono bloccati in una città assediata tra il fuoco incrociato di due eserciti e bombardamenti continui, avremo il controllo di un gruppo di personaggi con varie storie alle loro spalle, che si trovano improvvisamente costretti a fare fronte comune per proteggere il proprio rifugio e garantire la sopravvivenza l’uno dell’altro. Ci troveremo spesso in situazioni allucinanti, se avremo il cibo non avremo l’acqua per cucinarlo, se avremo l’acqua saremo a corto di legno e dovremo scegliere se il libro che abbiamo miracolosamente trovato stanotte e che non vediamo l’ora di leggere dovrà essere destinato a farci il fuoco per cucinare o per riscaldare il rifugio dal mortale freddo notturno. Il gioco è diviso in due parti scandite dal tempo: giorno e notte. Di giorno, a causa dei molti cecchini appostati sarà impossibile uscire di casa, e dovremo fare di tutto per nutrire gli occupanti della casa, tenere in qualche modo il morale alto, e usare le risorse in modo più accorto possibile. Sarà ad esempio possibile in alcuni rifugi dotati di giardino allestire orti, in altri avrà più senso costruire trappole per piccoli animali di cui poi potremmo cibarci, una distilleria potrà fornirci una potente moneta di scambio a patto di trovare lo zucchero e l’acqua necessari a produrre alcolici e una radio aiuta a tenerci informati sulle novità e a fornirci utilissime notizie sul tempo che farà, permettendoci di decidere meglio come andrebbe usato il poco combustibile a disposizione. Potremo anche concentrarci sulla raccolta e la produzione di armi, così da diventare noi stessi il terrore del quartiere, vivendo solo di attacchi e saccheggi notturni. Similmente a Don’t Starve, This War of Mine è un gioco sulla raccolta e sull’amministrazione delle risorse, stavolta però l’ambiente è quanto di più realistico e crudo possibile, persino il filtro grafico, tutto in toni di grigio, rende il gioco “pesante” da vedere e da giocare, e ben ci immerge nello stato di desolazione generale. Anche la depressione in seguito alla perdita di un compagno o alla presa di coscienza che la propria sopravvivenza deriva dalla sottomissione del più debole gioca un fattore decisivo: un personaggio depresso lavorerà più lentamente e col peggioramento della situazione alcuni personaggi passeranno intere giornate a letto in stato catatonico, aspettando solo la morte…

 

this war of mine bende

Terrore notturno

Se le strategie di sopravvivenza sono molteplici, le risorse necessarie per attuarle non lo sono affatto. Durante la notte parte la fase “offensiva” di This War of Mine: The Little Ones. Potremo designare chi nel gruppo, potrà riposare, chi farà la guardia e chi andrà in esplorazione. In questa fase controlleremo solo il rovistatore, e dovremo innanzitutto scegliere quale edificio visitare, sia esso un supermercato saccheggiato, una piazza di scambio e commercio, una casa abbandonata o peggio, una ancora abitata. Avremo una certa libertà di approccio, se non vogliamo correre troppi rischi potremo evitare di invadere spazi altrui e accontentarci della spazzatura abbandonata in giro, ma nel lungo termine questa si rivelerà la strategia più rischiosa, visto che i personaggi non mangiano legname ed elettrodomestici rotti. Rovistare in edifici abbandonati sembrerebbe una buona idea, ma è alto il rischio di trovarci gruppi armati che hanno avuto la stessa idea e con idee ferree sulla condivisione dei beni. Un approccio furtivo sarebbe l’ideale: evitare gli scontri e rubare il rubabile, ma il rischio di trovarsi una pallottola in corpo è molto alto, rischio che sale ulteriormente se adotteremo un approccio in stile commando solitario. In pratica ogni strategia comporta rischi enormi, e l’unico modo di venirne a capo sarà quello di essere o molto bravi o molto fortunati, guarda caso, proprio come nella guerra vera. Ad abbassare ulteriormente le nostre chance ci saranno le scelte morali; cosa fare se abbiamo in casa un ammalato, una sola dose di medicine, e due bambini si presentano alla nostra porta chiedendo disperatamente delle medicine per la madre gravemente ammalata? E se durante un raid in una chiesa abbandonata ci imbattiamo in una donna “insidiata” da un soldato armato, proveremo a salvarla o sceglieremo di approfittare della distrazione del militare per saccheggiare più provviste? Nel bene e nel male This War of Mine: The Little Ones è un gioco crudo e quanto più realistico possibile, sempre a scapito dell’accessibilità e del fattore di divertimento che normalmente i videogiochi offrono. Se dopo una qualunque di queste scelte non vi sentirete abbastanza pelo sullo stomaco da continuare, non fatevene una colpa, non siete ne scarsi ne pusillanimi, significa semplicemente che siete ancora umani, anche questa è la guerra.

 

this war of mine rifugio

Il debole contro il più debole

Come già citato, in questa riedizione per console sono stati inclusi nuovi personaggi, che aggiunti a quelli presenti nell’originale portano il totale a 12. Ognuno avrà una storia ed una particolare abilità derivata dal background, ex calciatori molto veloci, giornalisti in grado di ottenere scambi più favorevoli e così via. Significativa soprattutto l’aggiunta dei bambini, da cui il sottotitolo di questa edizione, The Little Ones, per l’appunto. In termini di gioco, i bambini funzionano molto diversamente dagli altri personaggi, non possono costruire o cucinare alcunché, richiedono più attenzione ed hanno bisogno di distrarsi durante l’assedio. La loro perdita sarà devastante per gli altri occupanti della casa, oltre che per il giocatore, ma contribuiscono ad alzare il morale generale degli occupanti del rifugio quando sono in buona salute, e potrebbero in rari casi addirittura instillare un briciolo di umanità negli invasori notturni che spesso verranno a visitarci per sottrarci il poco che abbiamo. Comunque, togliendoci i panni dei giocatori, l’inclusione dei bambini nel gioco ricorda che i più deboli non sono mai risparmiati dagli orrori della guerra, ne sono anzi le prime vittime, quindi questa novità terrà ancora di più il giocatore con i piedi per terra, portandolo ancora di più a riflettere. This War of Mine: The Little Ones è soprattutto un inno, un’invocazione, una preghiera di pace, e meriterebbe di diritto di entrare nella cultura popolare al pari di molti libri sull’argomento, come molti famosi diari di persone piccole e grandi che hanno vissuto certe atrocità. Il nostro unico dubbio è quanto un gioco come questo possa risultare valido dal punto di vista dell’intrattenimento, oltre a quello sociale ed educativo; This War of Mine è uno splendido regalo da fare ad un ragazzino fan degli sparatutto bellici che ci vengono proposti con cadenza annuale su tutte le piattaforme, il rischio è che il realismo della situazione, punto cardine del gioco, possa portare la maggior parte degli utenti ad abbandonarlo presto, anche perché i videogiochi sono anche una fuga dalla realtà. Se invece siete in grado di apprezzare un gioco serio e maturo e volete avere una vaga idea di come deve essere dura la guerra se non c’è un esercito a sostenerti e nutrirti, prendete questo gioco ad occhi chiusi.

Sull'autore

Michele “Azzie"

Ho la straordinaria capacità di inventare cose che già esistono e di dire cose incredibili che diventano ovvietà pochi anni dopo. Inoltre mi piacciono i videogiochi, motivo principale per cui scrivo qui.